Il nuovo Biodiesel HVOlution di ENI: ”Avrà ruolo importante per rendere più sostenibile tutta la mobilità”

Virgilio Motori ha intervistato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.

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Stefano Bettetini

Giornalista e automotive specialst

Giornalista pubblicista, è attivo nel mondo digital dal 2005, spinto prima dalla passione nel raccontare gli eventi sportivi poi da quella per l'automotive e dalle sue evoluzioni verso un futuro sempre più sostenibile.

Nei giorni scorsi ENI ha messo sul mercato un nuovo biocarburante: si chiama HVOlution ed è il primo biodiesel di Eni Sustainable Mobility prodotto con 100% di materie prime rinnovabili. E’ un prodotto in linea con l’evoluzione di Eni che prevede il raggiungimento della carbon neutrality al 2050, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.

Eni Sustainable Mobility è la società, controllata al 100% da Eni, dedicata proprio alla mobilità sostenibile con l’obiettivo di fornire servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati per la transizione energetica sviluppando la bioraffinazione, il biometano e la vendita di prodotti, servizi e soluzioni per la mobilità, in Italia e all’estero, in un percorso che la vedrà evolvere verso una società multi-service e multi-energy.

Virgilio Motori ha intervistato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.

Si parla molto del nuovo biodiesel HVO di Eni: come nasce questo prodotto?
HVOlution è il primo diesel di Eni Sustainable Mobility prodotto con il 100% di materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”). HVOlution nasce nell’ambito della transizione energetica per dare un contributo immediato alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, anche pesanti, dato che è utilizzabile con le attuali infrastrutture e con le più recenti motorizzazioni diesel (è possibile verificare la compatibilità dei veicoli all’utilizzo di HVOlution, prodotto EN 15940 (XTL), sul libretto di manutenzione). Eni Sustainable Mobility, la società di Eni costituita a gennaio 2023 che integra la bioraffinazione, il biometano, la mobilità condivisa di Enjoy e la vendita di servizi e prodotti decarbonizzati nelle sue oltre 5.000 stazioni di servizio in Europa, è in grado di offrire ai propri clienti questo innovativo biocarburante grazie agli investimenti realizzati sin dal 2014 con la trasformazione delle raffinerie di Venezia-Porto Marghera e, nel 2019 di Gela, in bioraffinerie.  Le riconversioni sono state realizzate grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining™ sviluppata da Eni, che consente di trattare materie prime vegetali di scarto, grassi animali e residui di lavorazione di origine biogenica per produrre biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato) di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa, e dalla fine del 2022, palm oil free. Eni sta inoltre sviluppando una filiera per la produzione di olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare in Africa. A riguardo, Eni ha sottoscritto accordi in diversi Paesi africani e ha l’obiettivo di produrre 700.000 tonnellate di feedstock entro il 2026, creando allo stesso tempo opportunità di lavoro attraverso l’espansione delle attività agricole in terreni marginali e abbandonati senza entrare in competizione con la produzione alimentare. I primi carichi di agri-feedstock e di scarti e residui, tra cui gli oli vegetali esausti, dal Kenya sono già arrivati alle bioraffinerie di Gela e Venezia.

Dove si trova oggi ed entro quando sarà presente sulla maggior parte della rete?
Al momento HVOlution è disponibile in oltre 50 stazioni di servizio Eni; sarà disponibile in 150 punti vendita entro la fine di marzo 2023. [qui la mappa interattiva]

Quanto si risparmia in termini di emissioni di CO2 con questo prodotto?
Secondo il criterio convenzionale della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”, la riduzione delle emissioni di CO2eq dell’HVOlution lungo la filiera logistico-produttiva nel 2022, è stata tra il 60% e il 90%, rispetto al mix fossile di riferimento (i.e. 94g CO2eq/MJ), a seconda delle materie prime utilizzate per la sua produzione.

Il biodiesel potrebbe essere la salvezza dei motori termici?
Riteniamo che la transizione energetica possa essere raggiunta con successo se si utilizzano tutte le soluzioni per la decarbonizzazione dei trasporti, in modo complementare. I nostri biocarburanti sono già disponibili e utilizzabili, anche dai mezzi pesanti, e possono quindi dare una risposta immediata alla riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti e anche accompagnare il progresso e la diffusione di altre tecnologie come l’idrogeno, gli e-fuel o l’elettrico, incluso lo sviluppo delle relative infrastrutture di distribuzione.  Inoltre, i biocarburanti hanno un ruolo importante per rendere più sostenibile la mobilità in generale, cioè non solo quella stradale, ma anche quella aerea, marina e ferroviaria, nei cui ambiti sono già in utilizzo.

Tra le diverse soluzioni in fase di studio da parte di Eni ci sono anche i cosiddetti e-fuels.
Lo sviluppo tecnologico dei processi di produzione degli e-fuels ha raggiunto un discreto livello di maturità ma la diffusione di questi carburanti è limitata dall’elevato costo di produzione dovuto a più fattori tra cui i principali sono gli investimenti necessari per la cattura della CO2 e i costi operativi per ottenere idrogeno verde. Il punto forte è che gli e-fuel sono del tutto simili ai carburanti convenzionali con il plus di non contenere zolfo, al pari dei biocarburanti HVO; il contro è l’intensità energetica e quindi i costi del processo produttivo. L’R&D di Eni sta lavorando su alcuni progetti proprio per semplificare i processi e renderli più economici.

Che differenza c’è tra e-fuel e biocarburanti?
Gli e-fuel sono vettori energetici che possono essere realizzati a partire da idrogeno prodotto con energia elettrica da fonte rinnovabile e da CO2 recuperata da fumi o dall’atmosfera. I biocarburanti sono invece prodotti a partire da materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”), ad esempio di origine vegetale, e con prevalenza di utilizzo di scarti e residui. I biocarburanti, pur avendo ad oggi un costo più elevato rispetto ai combustibili tradizionali, sono al momento economicamente più sostenibili rispetto agli e-fuels e rappresentano una soluzione già oggi disponibile per la decarbonizzazione del settore dei trasporti e in particolare di quello pesante.

Come si fa a sapere quali auto sono compatibili con questo prodotto?
È possibile verificare sul libretto di manutenzione dei veicoli se sono compatibili all’utilizzo del prodotto EN 15940 (XTL); in caso di compatibilità, possono utilizzare HVOlution di Eni.

Ad oggi, qual è il costo del biodiesel rispetto al diesel classico?
Il prezzo del prodotto HVOlution è lo stesso di Eni Diesel+, il prodotto in cui dal 2016 l’HVO viene addizionato al gasolio al 15%.