E’ tempo di vacanze per milioni di italiani e fare il pieno di benzina dove costa meno può essere l’inizio di un’abitudine che fa risparmiare sino a 670 euro l’anno ad ogni automobilista. Lo rivela un’indagine di Altroconsumo che ha fatto i conti considerando una media di due rifornimenti da 50 litri al mese e ha messo sotto la lente le tariffe di 1.100 distributori in sei città italiane, Roma e Milano in testa. Tra le città più convenienti c’è Trieste, che deve reggere la concorrenza con le confinanti Slovenia e Croazia, dove i prezzi dei carburanti sono ai minimi termini rispetto all’Italia.
Le variabili che incidono sul prezzo dei carburanti sono diverse.
Servito o self-service
Scegliere il self-service invece del benzinaio consente di ottenere risparmi compresi tra il 5 e il 10% anche se questo non significa che il prezzo self-service di un distributore non possa essere superiore al prezzo “servito” di un altro.
Tipo di insegna
I distributori dei centri commerciali, quando ci sono, offrano i prezzi più convenienti all’interno di una stessa città. Seguono a ruota le insegne minori o low-cost, che hanno un prezzo di poco superiore (2,2% in più) rispetto a quello delle stazioni nei centri commerciali. Le insegne di marca hanno prezzi più alti anche se questo non è vero in assoluto.
In città o in autostrada
Bisogna evitare di andare a fare benzina sulle circonvallazioni: qui il prezzo è in media superiore di quasi il 13% rispetto a quello dei distributori cittadini meno cari.
Accise e rete distributiva
In Italia c’è un costo del carburante che è superiore di 13/15 centesimi al litro rispetto ad altri Paesi Ue, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea.
Le cause di questo prezzo più elevato sarebbero due: le accise e la rete distributiva. In particolare, spiega Altroconsumo, ”su 10 euro spesi 6,30 sono di tasse (nel caso del diesel 5,90 euro”.
Il fisco italiano trattiene 1,6 euro in più rispetto alla media europea ogni 10 euro spesi in carburante, ossia il 17 per cento in più sulla benzina e il 21 per cento in più sul diesel. Poi c’è l’Iva, applicata sia sul prezzo del carburante sia sulle accise stesse.
Poi c’è l’inefficienza della rete distributiva. Nel nostro Paese ci sono 21mila distributori, il doppio di quelli presenti in Francia o in Germania: uno scenario che non garantisce maggiore concorrenza e quindi prezzi più bassi.
Infine per avere una panoramica sui costi del carburante in Italia l’Osservatorio Carburanti del Mise offre un servizio online che raccoglie le tariffe di tutti i distributori sul territorio, aggiornate e da consultare.