Che fine faranno le nostre auto a benzina e diesel nel 2035

L’Europa ha deciso, dal 2035 non potranno più essere immatricolati veicoli commerciali leggeri e auto con motore endotermico: cosa succederà

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

A partire dal 2035 nell’Unione Europea non potranno più essere commercializzati auto e veicoli commerciali con motori endotermici. Il Parlamento Europeo ha approvato il testo, nonostante il clima di dubbi e malcontento.

Il prossimo passo è il voto favorevole da parte del Consiglio dell’Unione Europea, puramente formale. Seguirà poi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il testo approvato prevede quindi il divieto assoluto di emissioni inquinanti di CO2 per auto e veicoli commerciali leggeri a partire dal 2035.

L’Europa si muove verso l’obiettivo zero emissioni nel 2050. Si passerà poi al riesame fra tre anni: nel 2026 il Governo dell’Unione Europea potrebbe rivedere nuovamente il tutto, oppure confermare. Novità anche per i bus urbani, che dal 2030 dovranno essere a emissioni zero.

Per quanto riguarda rimorchi, pullman a lunga percorrenza e autocarri, dovranno diminuire le emissioni di CO2 del 90% entro il 2040. Che fine saranno le nostre auto a benzina e diesel? Vediamolo insieme.

Le deroghe previste

Come già anticipato, ci saranno delle deroghe di cui i piccoli produttori potranno beneficiare. Il testo prevede la riduzione del 100% delle emissioni di CO2 nel 2035, anno in cui i veicoli leggeri con motore a combustione a benzina e diesel non potranno più essere immatricolati, è vero. Ma intanto, chi produce meno di 1.000 veicoli l’anno potrà non adeguarsi obbligatoriamente alle nuove disposizioni comunitarie da subito e le Case automobilistiche che realizzano fino a 10.000 auto o fino a 22.000 furgoni potranno beneficiare della stessa deroga sino alla fine del 2035. In questo modo, come avevamo visto già in passato, l’Italia protegge i produttori di lusso della Motor Valley come Ferrari, Maserati e Lamborghini.

Entro il 2030 i costruttori dovranno ridurre del 55% le emissioni delle vetture nuove vendute e del 50% quelle dei nuovi veicoli commerciali.

Durante la prima revisione nel 2026 verrà valutata anche la possibilità di mantenere i motori ibridi o alimentati con ecocarburanti.

Dove andranno a finire le nostre vecchie auto a diesel e benzina?

State tranquilli, perché potremo tutti continuare a usare le vecchie auto con motore endotermico anche dopo il 2035; una cosa importante da considerare è che sicuramente subiranno una rilevante svalutazione di prezzo.

Al momento nel nostro Paese le immatricolazioni di auto elettriche rappresentano il 2,6% del mercato, gli italiani lamentano – come sappiamo – l’assenza di colonnine per la ricarica, l’ansia da autonomia insufficiente per i viaggi e i prezzi di listino ancora troppo alti per il cittadino medio.

E oltretutto, quanto costa ricaricare un’auto elettrica oggi? I prezzi vanno dai 40 ai 70 centesimi per kWh. Quindi, per fare un esempio concreto, prendiamo una Fiat 500 elettrica – che tra l’altro è la più venduta tra i veicoli a zero emissioni – con batteria da 42 kWh: il pieno di quest’auto costa fino a 33 euro.

Auto elettrica: quanti italiani la compreranno nel 2023

Come abbiamo visto nelle scorse ore, un recente sondaggio di Areté misura la propensione all’acquisto di auto “alla spina” in Italia: l’interesse c’è, ed è anche in crescita, il problema è il ridotto potere d’acquisto delle famiglie, che tra l’altro si traduce in un’opportunità per una maggiore diffusione dei veicoli dei brand cinesi, che costano meno.

Secondo la recente instant survey di Areté, il 20% degli italiani è pronto ad acquistare una nuova auto elettrica, ma a una condizione ben definita: pagarla meno di 30.000 euro.

Areté, azienda leader nella consulenza strategica, ha realizzato questa nuova instant survey “La nuova vettura del 2023 sarà elettrica?” lo scorso gennaio per indagare sulla propensione degli italiani all’acquisto dell’auto elettrica, visto il successo ancora molto scarso delle vetture a zero emissioni nel nostro Paese.

La diffusione dei veicoli elettrici nel nostro parco circolante è molto lenta, ma sta generando un crescente interesse verso questi modelli. Un italiano su tre dice di averne già guidato uno almeno una volta.

Guardando al prossimo acquisto dell’auto, poco più di un intervistato su cinque (22%) afferma che la sua prossima vettura sarà elettrica. Una percentuale doppia (44%) ammette invece di voler affidarsi all’ibrido, in tutte le sue forme. Il 23% sceglierà nuovamente un motore endotermico (il 9% diesel).

In ogni caso, le risposte date dagli intervistati evidenziano il difficile momento economico che stanno vivendo oggi le famiglie italiane. Infatti, il 63% di quanti dichiarano che la propria prossima auto sarà elettrica giustifica la decisione con ragioni economiche connesse ai risparmi su consumi, carburante e manutenzione.

Chi invece è contrario all’alimentazione a batteria, lo è per due ragioni che ormai conosciamo da sempre: la limitata autonomia (il 47% del campione dice di temerla) e le difficoltà collegate alla ricarica soprattutto a causa di una rete sul territorio ancora inadeguata (31%).

Incentivi auto elettriche

Se i fondi per l’acquisto di nuove auto a benzina e diesel sono terminati, sono invece ancora disponibili quelli per comprare una nuova auto elettrica.

Si parla di 2.000 euro di sconto sul nuovo veicolo senza rottamazione (fascia emissioni tra 21 e 60 g/km CO2), che diventano 4.000 con la rottamazione. Per le auto con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 20 g/km l’incentivo invece sale a 5.000 euro con la rottamazione, 3.000 euro senza.

Ricordiamo però che oggi l’Italia incassa 25 miliardi di euro ogni anno grazie alle accise sulla benzina, che spariranno con il passaggio alle auto elettriche: motivo per cui i prezzi della ricarica alle colonnine sono destinati a salire.

Oggi l’industria automobilistica sta lavorando anche a delle alternative all’elettrico, tra cui le vetture alimentate a idrogeno, e i motori che funzionano grazie ai biocarburanti. Ne attendiamo gli sviluppi.

Come abbiamo visto nella ricerca di Arieté, la variabile economica pesa parecchio sulla scelta dell’auto elettrica. Prima di tutto gli italiani non sono disposti a pagare più di 30.000 per l’acquisto, soglia che in realtà al momento limita parecchio la scelta: nonostante gli incentivi, le auto al di sotto di questo prezzo sono davvero poche. E questo ci chiarisce una cosa: il costo è la variabile che più di tutte limita la diffusione delle auto elettriche in Italia.

Secondo il sondaggio poi, a proposito di acquisto nuova auto, il 68% del campione preferisce andare personalmente in concessionaria per vedere la macchina prima di comprarla, per poter condurre la trattativa di persona. L’acquisto interamente digitale, nonostante gli sforzi degli attori del mercato automotive, è ancora parecchio lontano, almeno nel nostro Paese.