Addio ai motori benzina ma c’è la norma “salva Ferrari”

Il Parlamento Europeo è stato chiamato a votare la norma che mira alla riduzione delle emissioni inquinanti

La scorsa settimana il Parlamento Europeo è stato chiamato a votare la norma che mira alla riduzione delle emissioni inquinanti da parte di auto e altri veicoli sul territorio dell’Unione Europea.

L’obiettivo della Commissione Europea è quello di dire addio definitivamente a tutti i motori termici entro il 2035, ormai questo è chiaro da mesi, e ne abbiamo parlato in diverse occasioni. C’è chi teme questo passaggio repentino, anche nel nostro Paese, e propone invece un cambiamento graduale dai motori termici a quelli elettrici, realizzando prima delle motorizzazioni diesel e benzina a basse emissioni. Ci sono ancora molti dubbi su una mobilità 100% elettrica, legati ai costi, alla carenza di materie prime e componenti indispensabili per la produzione, alla mancanza di colonnine di ricarica.

Nonostante questo però il Parlamento Europeo ha detto sì: passeremo quindi alle motorizzazioni elettriche nel 2035. Non ci saranno più veicoli con motori a combustione interna, alimentati da gasolio e benzina. L’obiettivo è uno solo: ridurre totalmente le emissioni di CO2.

L’approvazione da parte del Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha approvato la nuova normativa che prevede l’addio ai motori termici entro il 2035, anno in cui quindi non sarà più possibile vendere i veicoli alimentati a benzina e diesel. L’emendamento ha ottenuto 339 voti favorevoli e 249 contrari; 24 gli astenuti.

Nonostante la guerra tra Russia e Ucraina e tutte le conseguenze del conflitto siano oggi il problema principale che affligge l’Europa, nel Vecchio Continente si continua da sempre a parlare dei nuovi obiettivi che mirano alla riduzione delle emissioni di CO2. Tra le azioni volte al raggiungimento di questi obiettivi, c’è anche l’addio per sempre ai motori termici, e quindi lo stop definitivo alla vendita di vetture a benzina e diesel. Un divieto che rientra nelle linee del pacchetto Fit-for-55: un piano che prevede la riduzione drastica delle emissioni di gas serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050. L’Europa dice addio quindi ai motori termici, o almeno, così ha deciso il Parlamento.

Il relatore Jan Huitema ha dichiarato: “Con questi standard, creiamo chiarezza per l’industria automobilistica e stimoliamo l’innovazione e gli investimenti per le case automobilistiche. Inoltre, l’acquisto e la guida di auto a emissioni zero diventeranno più economici per i consumatori. Sono entusiasta che il Parlamento Europeo abbia appoggiato una revisione ambiziosa degli obiettivi per il 2030 e abbia sostenuto un obiettivo del 100% per il 2035, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050″.

Ora non ci resta che attendere i passaggi successivi, che riguardano le procedure di approvazione delle normative comunitarie. Si avviano quindi le trattative formali e informali tra il Consiglio UE, la Commissione e il Parlamento stesso. La “palla” poi passa ai singoli Governi dei vari stati, con cui inizia il negoziato.

L’emendamento “salva Ferrari”: di che cosa si tratta

Oltre all’approvazione della nuova norma che prevede lo stop ai motori termici, un passo molto importante per la neutralità climatica, che l’Europa mira a raggiungere entro il 2050, è stato approvato anche il cosiddetto emendamento “salva Ferrari”, di cui tanto si è parlato nelle ultime ore.

Sembrava fosse stato bocciato all’inizio, e invece gli eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti hanno deciso di prolungare nel tempo la deroga alle regole dell’Unione Europea per quanto riguarda i nuovi standard di emissioni di CO2. È arrivato l’ok della plenaria del Parlamento Europeo, che ha deciso che la deroga passerà dal 2030 al 2036 e sarà valida (come oggi) per tutti i piccoli produttori di auto – da 1.000 a 10.000 all’anno – e di furgoni – da 1.000 a 22.000.

Il nome “salva Ferrari” deriva dal fatto che la proposta mirava inizialmente a salvaguardare la produzione delle supercar nella nostra nota Motor Valley sita in Emilia-Romagna, che può quindi dormire sonni tranquilli ora. Tutti i grandi brand che realizzano le nostre hypercar da sogno, quali prima di tutto Ferrari ma anche Maserati, Lamborghini e altri, per adattarsi agli standard di emissioni in tempi così brevi, avrebbero subito delle conseguenze e dei danni molti gravi, sia per loro che per tutto il territorio circostante.

Il successo della Motor Valley Fest così recente dimostra infatti quanto sia importante che il sito continui a lavorare come ha sempre fatto, soddisfacendo le aspettative di clienti e appassionati. I motori in questa zona sono vitali, non c’è dubbio.

Vincenzo Credi, presidente di ACI, ha spiegato: “Andrei con i piedi di piombo prima di prendere decisioni affrettate, e lo dico non perché io sia contrario al mondo dell’elettrico e anche all’idrogeno che si sta molto sviluppando. Questa rivoluzione della fine del motore a scoppio, però, deve essere regolata bene perché è vero che oggi sono almeno 10 milioni le auto super inquinanti in circolazione in Italia, ma al momento le alternative sono bene poche. Intanto non ci sono veri incentivi per dismettere questo vecchissimo parco macchine e poi mancano le colonnine per la ricarica elettrica. Io dispongo di un mezzo elettrico e ogni notte servono 8-10 ore per ricaricarla a casa mentre ne servono due nelle pochissime colonnine in giro per le città. Peraltro le aziende della Motor Valley e tutto l’indotto soffrirebbero non poco senza un passaggio calibrato alle nuove tecnologie”.

Come dicono gli esperti, lo sappiamo, “i cambiamenti sono indispensabili”, è vero, però è necessario che si seguano i tempi giusti e che vengano realizzati con il consenso di tutti, e soprattutto senza rischiare di far perdere il lavoro a migliaia di persone. Grazie all’emendamento comunque per ora Ferrari, Lamborghini, Maserati e i furgoni leggeri sono salvi.

Il calendario degli obiettivi in Europa

La Commissione Europea ha deciso gli step che mirano alla riduzione dell’inquinamento dell’aria causato dai veicoli in circolazione sulle nostre strade. Il Parlamento ha votato ed è d’accordo: tutti i nuovi mezzi che verranno immatricolati all’interno dell’Unione Europea entro il 2030 dovranno registrare emissioni più basse del 55% rispetto ai livelli del 2021 (per i veicoli commerciali leggeri si parla invece del 50%). Si parla poi di una riduzione totale delle emissioni di CO2 entro il 2035, auto e furgoni nuovi non dovranno più rilasciare nell’aria alcuna tipologia di gas serra. Addio alle auto diesel e benzina: ci saranno solo veicoli elettrici.

Come abbiamo già sottolineato nelle scorse ore, nonostante la forte pressione da parte della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che intende azzerare le emissioni inquinanti quanto prima, ci sono ancora molti pareri contrastanti e molti sostenitori del cosiddetto “passaggio graduale” dai motori a combustione a quelli elettrici. Il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, nel dibattito sul Fit-for-55 ha dichiarato: “L’industria dell’auto ha fatto la sua scelta e non va confusa, visto che è già d’accordo sulla mobilità elettrica per le macchine e i veicoli commerciali”. Ora però ci siamo, non si può tornare indietro: Parlamento e Consiglio UE accorderanno il testo che dovrà essere negoziato con i singoli stati.