Viadotti chiusi, a rischio l’esodo natalizio

Limitazioni al traffico per viadotti nevralgici dell’A14, Aspi voleva rimuoverle ma le autorità non lo concedono

Sono tre i viadotti molto importanti dell’A14, la seconda dorsale autostradale italiana, che mantengono le limitazioni al traffico. Autostrade per l’Italia avrebbe voluto rimuoverle il 12 dicembre, ma le autorità per il controllo non lo hanno permesso.

In zona sono presenti anche altre limitazioni e quindi queste ultime si sommano. Le motivazioni sono sempre le stesse, le indagini giudiziarie, gli obblighi di legge e il degrado. Il problema è l’esodo natalizio che si avvicina e quindi il rischio è che il traffico sia ancora più intenso, quello che viene denominato ‘paralisi’. Sono circa un centinaio i chilometri interessati dal blocco, fra la zona di Porto Sant’Elpidio, che si trova nel sud delle Marche, e Vasto, in Abruzzo.

Parliamo ancora del Viadotto Giustina, che sicuramente verrà ricordato per essere quello che ha permesso di scoprire un’abitudine ‘malsana’, se così possiamo chiamarla, adottata per anni dagli ex dirigenti di Aspi. La stessa che potrebbe aver portato anche alla tragedia che tutti conosciamo relativa al crollo del Ponte Morandi lo scorso anno e alla strage del bus ad Avellino nel 2013. Quello che tentavano di fare gli ex dirigenti era risparmiare più possibile sulle manutenzioni, e questo ha portato a delle conseguenze a dir poco drammatiche.

Abbiamo già parlato della registrazione che ormai è diventata famosa e che risale al 24 maggio 2017, la Guardia di Finanza ha infatti scoperto l’ex responsabile della manutenzione Aspi, Michele Donferri Mitelli mentre diceva che doveva spendere meno possibile e ridurre i costi, tutto per portare a termine “l’affare”. A quei tempi erano necessari dei lavori al Giustina e pare, come scrive il gip di Genova Angela Nutini, che si chiedeva “al consulente di buttare giù un parere per tentare di farli passare per locali anziché strutturali com’erano in realtà”.

L’ispettore del Ministero delle Infrastrutture Placido Migliorino si era accorto che quei lavori erano stati eseguiti senza autorizzazioni antisismiche, proprio perché presentati come locali. Ecco il motivo della decisione di chiudere la carreggiata interessata da quei lavori. Il problema non era solo amministrativo, nella classificazione dell’intervento come non strutturale, il Genio aveva espresso dubbi sul fatto che i lavori di rinforzo abbiano irrigidito la struttura, togliendo quindi quell’elasticità necessaria ad assorbire un terremoto. Per questo è stato chiesto di eseguire una serie di prove e nella riunione del 12 dicembre il Genio ha richiesto altre dimostrazioni, che però non sono riuscite ad arrivare prima dell’esodo natalizio.

Per questo motivo la carreggiata è ancora chiusa, si continua a transitare su quella opposta, su una sola corsia per senso di marcia. Oltre al Giustina, c’è anche il Viadotto Ilde, ma al momento si sa solo che il Mit ha chiesto di mantenere chiusa una carreggiata. La chiusura non comporta scambi aggiuntivi ma solo un allungamento del tratto da percorrere a velocità ridotta.

Altro viadotto interessato alle chiusure è quello di Cerrano, poco a nord di Pescara, Aspi sperava di risolvere tutto il 12 dicembre. Migliorino voleva chiarezza sul comportamento delle cerniere di taglio in caso di terremoto e sulle sollecitazioni che la frana sottostante causa sui pali di fondazione dei piloni. Secondo lo stesso Migliorino sono necessari altri controlli delle saldature delle cerniere e altre prove sui materiali che le compongono. L’idea che resta quindi è quella di chiudere ai mezzi pesanti.

È stato raggiunto un compromesso grazie alla diffida del presidente della Provincia e alle sollecitazioni della Prefettura di Teramo. La Procura di Avellino ha sequestrato le barriere laterali, per questo su entrambe le carreggiate si viaggia già a corsia unica, quindi i carichi sulle strutture sono ridotti nello stesso modo in cui lo sarebbero in caso di chiusura ai mezzi pesanti.

Infine la Procura di Avellino ha fatto restringere una decina di viadotti in zona, visto che gli ancoraggi delle barriere modificati da Aspi dopo la strage del bus non erano conformi. Nei tunnel è stato imposto il limite di 90 km/h e il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti, visto il mancato adeguamento delle gallerie lunghe oltre 500 metri alla normativa europea antincendio del 2004.