Tutor in autostrada: quando la multa non è valida

Il sistema di rilevamento della velocità sulle autostrade è molto temuto dagli automobilisti, ma attenzione ai casi in cui la multa può essere annullata

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Il Tutor autostradale è un sistema di controllo della velocità dei veicoli installato sulla rete autostradale italiana, che è stato introdotto nel nostro Paese a partire dal 2005. Lo scopo è la tutela della sicurezza degli utenti che si trovano ogni giorno a percorrere le trafficate autostrade di tutta Italia.

La sua efficienza è stata dimostrata già a partire dal primo anno di utilizzo. Si tratta di un ottimo sistema, che incentiva l’automobilista a rispettare i limiti di velocità previsti dalla legge.

Come funziona il Tutor autostradale

Il sistema viene gestito direttamente dalla Polizia Stradale, che rileva in modo automatico la velocità media di ogni veicolo transitante sul tratto di autostrada soggetto al suo controllo. I percorsi che vengono monitorati dal Tutor sono delimitati da due portali, in entrata e in uscita, muniti di telecamera e collegati a sensori di velocità situati sotto il manto stradale.

Il Tutor autostradale ha la capacità di rilevare il tipo di veicolo in transito e di verificare il rispetto dei limiti di velocità validi per ogni categoria. Superati i limiti, il Tutor stesso risale automaticamente all’intestatario del mezzo che ha infranto il Codice, attraverso il database della Motorizzazione e invia i dati alla Polizia Stradale per l’accertamento della violazione.

Come per ogni altra sanzione amministrativa, anche in questo caso ci sono situazioni in cui è possibile contestare il verbale seguendo un iter specifico. Ricordiamo che sul sito internet Autostrade per l’Italia è possibile trovare la mappa delle tratte soggette a controllo da parte dei Tutor che, tra l’altro, funzionano anche in orario notturno e con ogni tipo di condizione meteorologica.

Quando puoi chiedere l’annullamento della multa

È fondamentale sapere che ci sono casi in cui l’automobilista multato dal Tutor può chiedere che la sanzione sia annullata. Chi gestisce i sistemi di controllo della velocità Sicve-Tutor ha – per legge – l’obbligo di fornire, su richiesta del conducente che ha ricevuto la multa, la documentazione che certifica l’avvenuta omologazione iniziale e la taratura periodica dell’apparecchiatura.

È la Suprema Corte di Cassazione a ribadire questo principio e a ricordare inoltre che, come sappiamo avviene già per gli Autovelox standard, anche i sistemi Tutor, che misurano la velocità media dei veicoli che vi passano attraverso, devono essere sottoposti a controlli periodici.

Gli esperti del periodico online All-In Giuridica hanno commentato quanto pronunciato dalla Corte, sottolineando che la sentenza numero 6579 della Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, in questo caso, dà agli automobilisti una speranza in più sul possibile accoglimento delle richieste di annullamento delle multe elevate con Tutor. I ricorsi potrebbero infatti essere accolti in tutti i casi in cui non risulti alcuna documentazione che certifica l’esecuzione della taratura e delle verifiche di funzionamento del sistema.

Nel caso in oggetto, è stata rinviata al Tribunale la sentenza che respingeva il ricorso di un automobilista, multato per eccesso di velocità con un apparecchio Sicve-Tutor dell’Anas, senza alcuna prova di verifica periodica.

I giudici ricordano: “Il sistema Sicve-Tutor, pur rilevando una velocità media e non istantanea, calcola detta velocità sulla scorta dei dati forniti da un’apparecchiatura di misura del tempo che anch’essa è esposta ad obsolescenza. In presenza di contestazioni sulla funzionalità dell’apparecchio non risulta sufficiente che il medesimo risulti omologato, dovendo il giudice di merito verificare l’esistenza della prova della successiva taratura periodica, prova che deve essere fornita dall’Amministrazione che ha contestato l’infrazione”.