Si parla in questi giorni del decreto taglia prezzi e della decisione del Governo di rivedere le accise sul carburante in Italia. L’obiettivo è chiaramente quello di frenare la continua ascesa dei prezzi della benzina e dell’energia nel nostro Paese, situazione con cui tutte le famiglie stano facendo i conti in queste settimane.
Come abbiamo detto ieri, nelle ultime ore si è tanto perlato dell’ipotesi di uno sconto di 15 centesimi al litro su benzina e diesel. Inoltre il Ministro Roberto Cingolani vorrebbe introdurre un’accisa denominata “mobile”, per contrastare l’impennata dei prezzi al distributore.
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Accisa mobile: la proposta
Il Ministro della Transizione Ecologica ha parlato delle misure che il Governo vorrebbe adottare per contrastare questa crisi. La guerra in Ucraina ha infatti aumentato i disagi e il prezzo del carburante e dell’energia in Italia sale senza sosta. Roberto Cingolani ha intenzione di trovare la soluzione per ridurre l’impatto sui consumatori finali, e per questo il Governo valuta la possibilità di inserire sui carburanti un’accisa mobile. È stato lo stesso Ministro a spiegare che, per il rifornimento dei veicoli, dall’inizio del 2022, “c’è un problema di un incremento dei costi del Brent”, a cui si aggiunge anche il problema del costo del gas e dell’energia che usano le raffinerie “che impatta sul costo finale”.
E spiega: “Siccome c’è stato un maggior gettito Iva”, in seguito all’aumento imprevisto dei prezzi, “lo stesso può essere usato per ridurre le accise e quindi il prezzo finale di benzina e gasolio”, senza che diminuiscano le entrate annue programmate. Una sorta di adeguamento delle quote fisse delle accise alle quotazioni internazionali del greggio, con una variazione al ribasso, in compensazione delle maggiori entrate dell’Iva.
I dati ufficiali del Mite confermano che le accise e l’IVA pesano per il 51,4% sulla benzina e per il 46,7% sul gasolio. In totale assenza di imposte la benzina scenderebbe da 2,185 euro a 1,062 euro e il gasolio da 2,155 euro a 1,149 euro. Il Ministro ha sottolineato anche i problemi di fornitura, per il momento nulla cambia per la di benzina, ma inizia a diminuire la disponibilità del diesel.
Oltretutto, secondo Cingolani, per diminuire la nostra dipendenza dal gas russo (circa 20 miliardi di metri cubi all’anno), sarebbe necessario “un incremento delle importazioni di gas algerino, dell’import sull’infrastruttura Trans adriatic pipeline (TAP) che si può aumentare di 1,5 miliardi di metri cubi all’anno in tempi abbastanza rapidi a patto di avere volumi aggiuntivi dall’Azerbaigian; massimizzazione di utilizzo dei terminali di gas naturale liquido”.
L’Europa oggi paga 1 miliardo di euro al giorno alla Russia, per riuscire a rallentare la crescita del prezzo del gas, e anche questo necessita di una soluzione.
L’effettivo risparmio per gli italiani
Secondo le stime dell’osservatorio di Facile.it, il risparmio medio per un automobilista italiano, se il Governo deciderà davvero di ridurre il peso delle accise di 15 centesimi al litro, sarà di circa 11 euro al mese. Un intervento che porterebbe i prezzi alla pompa a circa 2 euro/litro nella modalità self. La spesa media mensile per fare rifornimento oggi è arrivata, rispettivamente, a 167 euro per la benzina e 160 euro per il diesel. Se verrà attuato l’intervento ipotizzato dal Governo, allora la spesa mensile scenderebbe a 156 euro/mese per fare il pieno ad un’auto a benzina e 149 euro per una vettura diesel.
Il taglio delle accise sarebbe quindi in grado di contrastare gli aumenti record delle ultime settimane, ma solo in maniera molto parziale. Con i prezzi calmierati, in un mese un automobilista spenderebbe, in benzina, circa 36 euro in più (+30%) rispetto allo scorso anno e 44 euro in più (+42%) col diesel.