Stop motori termici dal 2035: tutto rinviato, Germania e Italia contrarie

Italia e Germania sottolineano i loro dubbi sul bando di motori termici dal 2035.

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Redazione

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Il voto alla riunione degli ambasciatori Ue sul Regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove diesel e benzina è stato rinviato a data da destinarsi. “Il Coreper (la riunione degli ambasciatori) tornerà sulla questione a tempo debito“. Lo rende noto un portavoce della presidenza svedese dell’Unione.

Venerdì 3 marzo 2023 doveva tenersi il voto degli ambasciatori in vista del via libera definitivo in programma al Consiglio di martedì. Tuttavia le perplessità della Germania, unita alla contrarietà di Polonia e Italia (e l’astensione di Bulgaria) hanno fatto saltare tutto l’iter. Il Parlamento europeo aveva già dato la sua approvazione finale il 14 febbraio scorso.

La questione del bando delle endotermiche non rientra tra le materie da votare all’unanimità e quindi non è soggetta a poteri di veto. Basta il voto favorevole del 55% degli Stati membri (15 Paesi su 27) e almeno il 65% della popolazione Ue rappresentata. Negli ultimi giorni, però, è aumentato il rischio di una minoranza di blocco in grado di stoppare l’iter.

Il no del Governo italiano

Il Governo italiano continua a sottolineare il suo parere contrario, e lo motiva in una dichiarazione inviata nei circuiti europei. Secondo il nostro Esecutivo non è possibile “stabilire l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedere alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili”, la questione gira sempre attorno ai carburanti sintetici, che potrebbero essere un’alternativa sostenibile alle sole motorizzazioni elettriche.

I Paesi contrari

Nel mese di novembre al Coreper altri Paesi avevano espresso il loro dissenso, infatti la Polonia aveva votato contro e la Bulgaria si era astenuta (equivale a voto contrario per regolamento). Oggi si aggiungono anche i pareri contrari della Germania e dell’Italia, e questo crea scompiglio: si raggiunge in questo modo la minoranza di blocco che boccia il regolamento.

Un risultato che la Commissione Europea non può permettersi, dopo tutti questi mesi di negoziati e dopo l’approvazione definitiva dell’Eurocamera a febbraio.

Le vie percorribili

Per quanto riguarda i dubbi di Berlino, l’Europa pare essere aperta all’alternativa e-fuels. C’è da dire che, come abbiamo visto anche nei giorni scorsi, la posizione della Germania è ambigua: infatti da un lato ci sono i liberali – contro lo stop ai motori endotermici – dall’altro Socialisti e Verdi, che invece sono assolutamente pro.

Adolfo Urso, Ministro per le Imprese e il Made in Italy, ha dichiarato: “Bruxelles deve agire con maggiore pragmatismo, secondo una visione più adeguata alla realtà, nella sfida della transizione ecologica e industriale. L’Italia sarà assertiva anche sulla riduzione della CO2 per i veicoli pesanti e soprattutto sul regolamento sull’Euro 7”.

L’Italia continua a mostrare scetticismo verso lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035, e un altro motivo è che la mobilità elettrica favorirebbe l’industria e le batterie cinesi. Domani tutti questi argomenti verranno affrontati a Bruxelles, prima di procedere al voto che l’UE dava per scontato, ma che a questo punto è molto in dubbio.

Nel caso in cui tutto dovesse andare come l’Europa spesa, martedì prossimo – il 7 marzo – il Consiglio UE darà l’ok formale.

Il parere delle industrie

Nei giorni scorsi abbiamo visto qual è il parere delle Case automobilistiche sulla transizione ecologica. Mercedes va controcorrente rispetto a molti altri competitor, e si dichiara d’accordo con una mobilità puramente elettrica. L’Italia, come sappiamo, invece sembra non essere pronta, visto che è stato l’unico Paese che lo scorso anno ha segnato un calo delle immatricolazioni di mezzi a zero emissioni pari al -27%.

Mercedes spera che il nostro Paese si prepari a questa transizione e che vengano quindi adottate anche in Italia nuove soluzioni per tutti gli automobilisti che ancora non sono pronti ad accettare di comprare un’auto elettrica, sia per i costi troppo alti, sia per la scarsità di colonnine di ricarica, sia perché non hanno un box privato e parcheggiano in strada, quindi non hanno la possibilità di ricaricare la loro vettura elettrica a casa.

Il tema della transizione energetica è tra quelli più trattati negli ultimi tempi. I principali brand del settore automotive, primo su tutti Stellantis, sono in disaccordo con le decisioni dell’UE. Il CEO Carlos Tavares ha dichiarato: “Senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media. Dove ci sono gli incentivi le vendite crescono, dove cessano calano, come avvenuto in Germania. La sfida è quanto velocemente si riuscirà a ridurre i costi per venderle anche senza sussidi”.

Secondo il manager di Stellantis, la decisione di trasformare la mobilità al 100% elettrica “non è stata presa dai costruttori ma da governi eletti attraverso un processo democratico. Detto questo, noi abbiamo la responsabilità di fornire soluzioni semplici, sicure e pulite per garantire libertà di mobilità ai nostri cittadini. C’è una sfida molto significativa sui costi, succede quando si iniziano a sviluppare nuove tecnologie: i costi aggiuntivi devono essere assorbiti in qualche modo”.