
In queste ore sembra sempre più probabile l’embargo sul petrolio e sui prodotti raffinati dalla Russia, Staffetta Quotidiana invia le sue considerazioni, segnalando che l’impatto di questa decisione potrebbe essere davvero molto grave in tutta Europa. Mancherebbe il gasolio, esattamente 500mila b/g nel 2022, e questo ammanco dovrà essere affrontato con un aumento delle importazioni o con prelievi di scorte.
Un eventuale prelievo dalle scorte di 500mila b/g (182 milioni di barili su base annua) porterebbe quasi a dimezzare le riserve di diesel detenute dall'industria e dai governi Ocse in Europa alla fine del 2021. Questo è quanto comunicato dall'AIE in un rapporto riservato sul mercato globale del gasolio dopo l'invasione russa dell'Ucraina, datato 28 marzo, che Staffetta Quotidiana ha potuto visionare.
Gli effetti dell’embargo
Pare che l’embargo americano possa provocare una carenza di diesel “totalmente localizzata in Europa”. Un ammanco che però “non può essere completamente compensato dall'aumento delle importazioni da altre regioni”, come sottolinea l'AIE. Anche ipotizzando di poter attrarre flussi che prima erano diretti altrove, bisognerebbe ricavare 90 milioni di barili di gasolio dalle scorte, corrispondenti a una riduzione del 20% delle scorte su base annua. Ma non è tutto, perché molto probabilmente sarebbero comunque necessari anche nuovi rilasci di scorte di greggio per bilanciare il mercato.
L’eventuale embargo si aggiunge alla riduzione dell'attività delle raffinerie in Europa e nella regione Asia-Pacifico a causa della manutenzione primaverile, con interruzioni che “potrebbero essere più pesanti del solito” - dopo che per due anni non si sono eseguiti lavori non essenziali a causa della pandemia di Covid che ha devastato il settore auto e il mondo intero.
La crisi dell’offerta di gasolio
L'Agenzia Internazionale dell’Energia si focalizza sulla “crisi mondiale dell'offerta di diesel” che “esercita una pressione al rialzo sui prezzi del petrolio per via del timore di carenze a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina”. Il diesel a Rotterdam, principale hub europeo, è attualmente scambiato a circa 50 $/b sopra il Brent dated, ben al di sopra del differenziale di 15 $/b prima dell'invasione e dei 5 $/b di un anno fa.
Secondo l’AIE la Russia è uno dei principali fornitori di distillati medi e petrolio greggio, soprattutto per l'Europa. Nel 2021 è finita nel nostro continente più della metà delle esportazioni russe di distillati e metà delle esportazioni di greggio. Nel caso base preso in considerazione dall'AIE si suppone una riduzione del 40% delle esportazioni russe di diesel e un calo di 1,5 mb/g delle esportazioni di greggio. Si prevede comunque un aumento della produzione globale delle raffinerie nel 2022. E per questo motivo dovrebbe diminuire il deficit nell'offerta globale di diesel - da una stima di 500mila b/g nel 2021 a 200mila b/g nel 2022. Le scorte di distillati medi continuerebbero a diminuire, e sarà invece necessario prelevare dalle scorte di greggio se l'OpecPlus non immetterà sul mercato ulteriori volumi rispetto ai tagli previsti.
Secondo quanto scritto dall’Agenzia, l'Europa è il più grande produttore, consumatore e importatore di diesel. Le raffinerie europee hanno altissimi rendimenti di diesel, tra i migliori al mondo, ma la produzione interna non basta. Questo è il motivo per il quale il nostro Vecchio Continente importa circa il 20% del proprio fabbisogno di gasolio. Lo scorso anno le raffinerie europee hanno prodotto 5 mln b/g di diesel rispetto ai 6,25 mln consumati. Altri 360mila b/g sono stati di biodiesel. Circa 350mila b/g sono stati esportati, soprattutto in Africa e nei Paesi europei non Ocse, si trattava soprattutto di gasolio di qualità inferiore, che non soddisfa le specifiche richieste dell’Unione Europea. Il divario di 1,3 mln b/g nel 2021 è stato colmato da importazioni e prelievi di scorte.
La maggior parte delle importazioni di gasolio è venuta dalla Russia, circa 600mila b/g, più della metà delle importazioni europee (1,1 mln b/g) e circa il 10% della domanda europea. Dal Medio Oriente sono arrivati 250mila barili giorno e dall'India 110mila. Dagli Stati Uniti solo 40mila b/g rispetto ai soliti 200-300mila. Dalle scorte sono stati presi 160mila b/g. L'allarme su un possibile "razionamento" delle forniture di gasolio è stato rilanciato più volte nei giorni scorsi dalla Reuters e dal Financial Times.
(Rapporto di Staffetta Quotidiana)