A causa dell’invasione russa in Ucraina, purtroppo in Italia, come in tutta Europa, stiamo vivendo giornate di continua crisi e incertezze, a seguito soprattutto del caro carburanti (benzina e diesel sono arrivati a prezzi incredibili) e del caro energia, le bollette di gas e corrente sono pesantissime oggi per le tasche delle famiglie italiane.
I prezzi non accennano a scendere e non fanno altro che ‘fomentare’ le tensioni internazionali in atto. Quello che succede oggi sui mercati internazionali delle materie prime continua a spingere al rialzo i prezzi dei carburanti. Sono oltre 700mila i piccoli imprenditori che protestano (come anche i camionisti), che secondo quanto dichiarato dall’associazione degli artigiani “a seguito dell’aumento del prezzo del diesel registrato in questo ultimo anno si trovano in grande affanno”.
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Il grave problema delle accise
Queste categorie di lavoratori chiedono solo una cosa, ovvero abbassare le accise. Parliamo di trasportatori, agenti di commercio, taxisti, autonoleggiatori con conducente, elettricisti, idraulici, bus operator e falegnami, tutti professionisti che si spostano ogni giorno per lavoro con il loro mezzo.
E il costo della benzina sta diventando davvero proibitivo, lo abbiamo visto lo scorso venerdì, dopo la consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana. La benzina in modalità self service andava oltre la quota di 1,9 euro/litro, e abbiamo addirittura superato i 2 euro al litro per il servito. Le quotazioni internazionali di benzina e gasolio hanno guadagnato l’equivalente di 4 e 5 centesimi al litro, questo vuol dire che dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina sono salite dell’equivalente di 11 e 20 centesimi al litro. È davvero troppo.
La situazione italiana
Il nostro Paese purtroppo vive un momento di enormi preoccupazioni, ancor più gravi rispetto alla media europea, collegate all’atteggiamento della Russia. Lo stesso Draghi lo ha infatti ricordato: “L’Italia importa il 95% del gas, di cui oltre il 40% dalla Russia”. È vero che nel breve termine, “un’interruzione di flussi non dovrebbe comportare seri problemi”, ma la preoccupazione sale ogni giorno. I prezzi continuano ad aumentare senza sosta e sono evidenti gli effetti sui carburanti.
Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica in Italia, ha dato il suo ok per l’adesione del Paese alla proposta di rilascio coordinato di una quota delle scorte petrolifere, che è stata promossa dall’IEA, l’Agenzia internazionale dell’Energia, con un contributo di 2,041 milioni di barili. Lo scopo è chiaramente diminuire questo pericoloso picco di prezzi.
La reazione delle associazioni di settore
Secondo Angac e Confsal la situazione è drammatica e già insostenibile: “Compagnie e retisti scaricano sui gestori i maggiori costi e i gestori, in base agli incassi che registrano, non ce la fanno più sostenere le spese energetiche. Servono interventi urgenti sui carburanti, a tutela dei gestori e dei consumatori, c’è bisogno della sterilizzazione dell’IVA e della riduzione delle accise”.
Parla ovviamente anche il Codacons, che aveva già previsto che i prezzi della benzina in modalità servito avrebbero superato la soglia dei 2,1 euro al litro. Secondo l’associazione, questo aumento dei prezzi “risente del conflitto in Ucraina e delle tensioni sulle quotazioni internazionali del petrolio”. E continua: “Siamo in presenza di una vera e propria emergenza perché i rincari di benzina e gasolio non solo aggravano la spesa per i rifornimenti di carburante di famiglie e attività produttive, ma hanno effetti diretti sui prezzi al dettaglio, considerato che in Italia l’85% della merce viaggia su gomma. Il Governo deve intervenire con urgenza per calmierare i listini alla pompa, intervenendo attraverso una sterilizzazione dell’IVA e un taglio delle accise che pesano su benzina e gasolio”.
E infine anche Assoutenti: “Sono in arrivo pesanti aumenti anche per pasta, pane, farine, cereali, biscotti, e dolciumi, con i prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti che potrebbero subire nel breve termine rincari tra il 15% e il 30%. Pesano i rincari dei carburanti che aggravano la spesa per il trasporto delle merci”. La soluzione sarebbe sempre la stessa: tagliare le accise. Ma sembra non essere minimamente presa in considerazione.
È anche l’Unione Nazionale dei Consumatori a lamentare una situazione davvero ingestibile: “Il Governo non ha ancora mosso un dito per affrontare il problema, che così è diventato ora un’emergenza nazionale”.