Arrivano le prime conferme alle voci circolate nei giorni scorsi. Il Governo italiano sta ricercando gli investimenti necessari volti alla costruzione di un grande polo industriale dedicato alle batterie per auto elettriche, pari a circa un miliardo di euro, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Stiamo lavorando per creare un polo nazionale per la produzione di accumulatori che permetterà di integrarci nella filiera europea al fine di renderci più competitivi ed autonomi”, dichiara Roberto Cingolani, neoministro alla Transizione ecologica, a margine di un convegno online sulla mobilità. L’ex direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, però, non ha ancora illustrato dettagliatamente gli estremi di questo piano di lavoro che, stando a quanto riferito da fonti non ufficiali, sarebbe incentrato su una partnership tra pubblico e privato con Stellantis.
Cingolani ha altresì specificato il suo punto di vista sull’auto elettrica, malgrado in passato abbia ricevuto molte critiche a causa delle suo forte scetticismo verso i veicoli con questo tipo di motorizzazione. Le intenzioni del ministro sono quelle di utilizzare un approccio pragmatico con diversi fattori. “Bisogna tenere in considerazione che la transizione ecologica non è un processo rapido: per realizzarlo servono almeno dieci anni”, ha specificato il responsabile del dicastero, indicando che nel nostro Paese “circolano ancora 13 milioni di autoveicoli Euro 0 e non possiamo intimare alle famiglie ‘comprate tutti Tesla’”.
“Anche se avessimo già tutte autovetture elettriche, non sapremmo dove poterli ricaricare. Il nostro obiettivo è quello di abbattere le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030, che richiede un occhio di riguardo per il futuro”, ha specificato Cingolani. “Dobbiamo proseguire con l’elettrificazione del parco auto – ha proseguito – facendo così decollare il settore delle auto ad idrogeno. Purtroppo, il Pnrr, non è l’unica questione: ad esempio, vediamo circolare troppe vetture solo con il conducente. E questo è un problema culturale da risolvere”, conclude il ministro.
Infine, torna l’idea di uno stop alle immatricolazioni alle auto a diesel e benzina. Mentre Spagna e Regno Unito hanno già stabilito l’entrata in vigore di questo provvedimento al 2030, l’Italia non ha preso ancora una posizione definitiva “per cui ne stiamo discutendo con collega Cingolani”, ha spiegato il ministro allo sviluppo economico, Enrico Giovannini.