
La situazione dell’intero comparto dell’automotive oggi è seriamente compromessa, ormai ne parliamo ogni giorno. Purtroppo la ‘batosta’ iniziale è arrivata dalla pandemia di Covid-19 nel 2020, ormai due anni fa, con il lockdown e la chiusura di tutte le attività commerciali ‘non essenziali’, oltre che il blocco delle persone a casa, per evitare la diffusione dei contagi.
Poi si è aggiunta anche la conseguente crisi dei microchip, abbiamo visto che scarseggiano i semiconduttori indispensabili per la produzione auto, che quindi è rallentata, insieme alla consegna di nuovi veicoli che, ovviamente, è in ritardo per moltissimi brand del settore. Oggi il Governo, dopo aver dato (la pessima) notizia di non voler attuare degli Ecobonus auto per tutto il 2022, è stato spinto invece a cercare una soluzione, un piano per risollevare l’automotive.
Incentivi pluriennali: la decisione del Governo
Pare che l’Esecutivo abbia deciso di attuare un piano di incentivi pluriennali e una serie di strumenti volti ad aiutare le aziende nella transizione elettrica, come i contratti di sviluppo, con una particolare attenzione sull’indotto. Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha fatto una doppia proposta al tavolo convocato a Palazzo Chigi. A presiedere alla riunione c’era il sottosegretario Roberto Garofoli, ed erano presenti anche Daniele Franco, Ministro dell'Economia, Daniele Franco, Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile.
Il Governo propone uno stanziamento che va oltre il miliardo di euro all’anno per gli incentivi, la proposta è quella di finanziare per tre quarti le auto a basse emissioni e per un quarto i veicoli con emissioni fino a 135 grammi di C02/km. Si potrebbe poi attingere da altri fondi per riuscire a intervenire sugli altri punti, usando ad esempio il denaro stanziato con l'ultima manovra al Pnrr (che cos'è) oppure per il Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Il ruolo positivo degli incentivi secondo Anfia
Anche la produzione del mese di dicembre 2021 è stata al di sotto della media e delle previsioni di ripresa del Paese. Per questo motivo l’Anfia ha evidenziato quanto siano stati fondamentale gli incentivi per tutto lo scorso anno, sottolineando anche che continuare a stoppare e poi ricominciare con tutti i provvedimenti di rifinanziamento risulta essere molto controproducente, andando a creare “un effetto attesa nella domanda”, che di sicuro rallenta gli acquisti; il consumatore, al primo stop, si aspetta una nuova manovra dall’alto, e attende. Dopo la riunione a Palazzo Chigi la promessa è quella di rivedersi per prendere una decisione entro circa 10 giorni.
Al tavolo ogni Ministro ha parlato di quali sono i problemi legati ai cambiamenti in corso, chiaramente l’obiettivo del Governo è quello di trovare una strategia nazionale che possa favorire il coordinamento degli interventi utili a risollevare il settore auto, ma anche fornire le modalità di utilizzo di vari fondi a disposizione.
Sarà il Presidente del Consiglio a dover operare una sintesi tra gli ‘attori’ del Governo, cercando di porre la maggiore attenzione alle conseguenze ambientali che ogni decisione può portare e che al momento considera positivo lo stop ai motori a combustione entro il 2035, nonostante i dubbi e le preoccupazioni sulle ricadute sociali e occupazionali che questo cambiamento drastico potrebbe avere, almeno nel nostro Paese.