I furbetti del disco orario a motore che sposta avanti l’ora di arrivo

Ennesimo tentativo di aggirare il Codice della strada ed evitare i limiti di parcheggio

Un parcheggio senza limiti di tempo? Quante volte abbiamo sognato di poter lasciare a piacimento la nostra macchina nelle aree dove la sosta è magari permessa per poco tempo, senza l’angoscia di arrivare in ritardo e trovare una multa? Ecco, c’è qualcuno che ha trovato il modo, dotando il disco orario di un ‘motorino’ che sposta continuamente in avanti la lancetta dell’orario d’arrivo e con esso quello di partenza della sosta.

Il ‘disco orario motorizzato’, se così si può chiamare, si può trovare facilmente sui siti di e-commerce a pochi euro. C’è però un problema: se la vendita del dispositivo è assolutamente legale, non lo è però l’utilizzo. Chi infatti ne fa uso per ‘aggirare’ i limiti temporali del parcheggio, si rende infatti autore di una truffa, generalmente un illecito amministrativo che può però diventare perfino penale.

Il primo caso è quando l’area di sosta non ha una tariffa di pagamento ma, per esempio, permette il parcheggio gratuito per due ore. In questo caso, aggirare le limitazioni con il disco orario automatico costituisce una violazione del Codice della strada, nello specifico dell’articolo 157 che impone di comunicare l’ora di inizio della sosta, ovviamente in modo legale. La multa prevista in questi casi varia da 41 a 169 euro.

Ben più grave è la situazione quando c’è l’area di sosta non è completamente gratuita, ad esempio, quando prevede la prima ora gratis e le successive a pagamento. In questi casi ‘barare’ sull’orario di inizio della sosta diventa un illecito ben più grave ed è compiuto nei confronti di una pubblica amministrazione o di un’azienda pubblica (come il Comune). Nello specifico, questo caso costituisce una violazione dell’articolo 640 del Codice penale, ovvero il reato di truffa aggravata, con relativa possibile reclusione da uno a cinque anni e multa da 309 a 1549 euro.

Attenzione dunque, a lasciarsi tentare dall’acquistare e utilizzare in strada il ‘disco orario motorizzato’, come ben sanno quegli automobilisti che con esso hanno tentato di ‘aggirare’ i limiti delle aree di sosta e, scoperti, si trovano ora a fronteggiare un’accusa ben più grave che il mancato pagamento di pochi euro al parchimetro.