Obbligo di targa e assicurazione sulle bici: la novità che fa discutere

Si parla dell’obbligo di casco, targa e assicurazione sui monopattini e sulle biciclette, ma la Fiab si oppone a tutela dei ciclisti e delle vittime della strada

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Come sappiamo, perché ne abbiamo parlato in differenti occasioni, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, ha proposto una serie di modifiche al Codice della Strada, che secondo lui andrebbero ad aumentare la sicurezza stradale e diminuire il numero di vittime di incidenti.

Tra queste, ha fatto molto discutere l’ergastolo della patente, Salvini vorrebbe infatti togliere la patente a vita a tutti coloro che provocano dei sinistri gravi mettendosi alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o una dose massiccia di alcolici.

Oggi anche un’altra proposta ha mosso pareri contrastanti, ovvero l’obbligo di targa, frecce, assicurazione e casco per monopattini elettrici e biciclette. Secondo la Fiab – Federazione italiana ambiente e bicicletta – questa nuova norma andrebbe “a colpevolizzare le vittime della violenza stradale, mettendo in campo normative che non esistono in nessun altro Paese europeo”, come è stato dichiarato in un comunicato stampa ufficiale dell’associazione, la più grande d’Italia di ciclisti non sportivi.

L’accusa di Fiab

Nel comunicato riportato dall’ANSA si legge anche: “Agendo in questa direzione non si interviene sulle tre principali cause di incidenti e collisioni stradali ovvero: velocità elevata, distrazione, mancanza di precedenza agli attraversamenti”. E aggiunge “la Svizzera è stata l’unico stato a sperimentare in passato obblighi analoghi a quelli oggi in Italia, decidendo poi di abolirli più di dieci anni fa, perché ritenuti inutili e persino dannosi ai fini della sicurezza stradale. Più bici circolano e più si abbassa il livello di rischio di collisioni tra tutti gli utenti della strada, e quindi il numero complessivo di morti e feriti. Questa evidenza, acclarata da tutte le statistiche internazionali, è stata già recepita nel Piano Generale della Mobilità Ciclistica approvato nell’agosto del 2022 all’unanimità nella Conferenza unificata Stato-Regioni”.

E ha concluso scrivendo: “Proprio il Parlamento Europeo ha chiesto incentivi per la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto in città e nel tempo libero, e alle cargo bike per le consegne nei centri urbani. In Portogallo, ad esempio, è già stata tagliata l’IVA sull’acquisto delle biciclette”.

L’altra novità che fa discutere

L’ergastolo della patente è l’altra novità che fa discutere in questi giorni, termine con il quale si intende il ritiro a vita dell’autorizzazione alla guida a fronte di un’infrazione molto grave al Codice della Strada.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini aveva già parlato di questa proposta. Alla fine del 2022, durante la presentazione del rapporto sulla sicurezza stradale Dekra, aveva dichiarato: “Chi si mette alla guida ubriaco marcio o drogato deve sapere che è un potenziale assassino. Quindi serve il ritiro a vita della patente”. Purtroppo gli episodi di questo tipo in Italia sono troppi, e urge trovare una soluzione.

E questa pare proprio essere la possibilità di ritirare per sempre la patente per chi commette infrazioni e reati gravi alla guida di un veicolo.

Il Governo sta lavorando alle modifiche del Codice della Strada già da mesi, a breve potrebbero arrivare in Consiglio dei Ministri e in Parlamento tutte le nuove proposte. La riforma dovrebbe essere approvata entro la fine del 2023, o almeno questo è l’obiettivo dell’Esecutivo: è urgente intervenire su alcune materie importanti in ambito di sicurezza stradale e circolazione.

L’accusa delle associazioni di categoria

Emilio Patella, segretario generale dell’Unasca – Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica – spiega: “Al momento non c’è un testo su cui discutere. Già in passato si è parlato di ipotesi di revoca a vita della patente e sono emersi un po’ di dubbi circa la costituzionalità del provvedimento: tutte le pene mirano alla riabilitazione del condannato e in questo campo significherebbe tornare in possesso dei requisiti per guidare. Credo che il Ministro Salvini si riferisse alla casistica di recidiva del reato: in caso di reiterazione l’ergastolo della patente potrebbe essere un provvedimento condivisibile”.