Magneti Marelli diventa giapponese: venduta per 6,2 miliardi

I giapponesi sono diventati i nuovi proprietari della Magneti Marelli, leader nel settore delle batterie per auto

Il Gruppo giapponese ha acquisito la società italiana che produce da sempre tra le migliori batterie per autoveicoli al mondo.

Prima dell’apertura delle Borse, questa mattina alle 7 è arrivato l’annuncio: Fca ha rinunciato al controllo della Magneti Marelli e ha deciso di venderla per una quota di 6.2 miliardi di euro. Ormai erano mesi che si sentivano rumors su questa faccenda e che si ipotizzava una trattativa in corso, che è stata realmente condotta dal fondo Kkr, che controlla Calsonic. Non cambierà nulla a livello occupazionale, come garantisce il comunicato stampa; e questo, si sa, è sempre uno degli aspetti più delicati in questo ambito. I dipendenti di Magneti Marelli nel mondo sono 43.000 e in Italia 9.981, e tali rimarranno. Gli stabilimenti nel nostro Paese sono dislocati in Piemonte, Emilia Romagna e Campania e la sede centrale si trova in Lombardia, a Corbetta, in provincia di Milano.

Magneti Marelli è nota in tutto il mondo per le migliori batterie per autoveicoli, anche se vanta una produzione molto avanzata di sensori, quelli che verranno sicuramente utilizzati per le auto autonome, che guidano senza un conducente. Per questo motivo Sergio Marchionne avrebbe continuato a tenere la proprietà della società. Invece Mike Manley ha optato da subito per la vendita, la soluzione che porta sicuramente più denaro nelle casse, a discapito della perdita di una delle maggiori controllate.

Secondo Manley poi la crescita futura di Magneti Marelli è un’opportunità molto più sicura dal momento che l’azienda è nelle mani dei giapponesi. Combinata con Calson Kansei, continuerà ad essere uno dei partner principali di Fca, che infatti ha sottoscritto un accordo di fornitura pluriennale con Marelli Ck; l’intento è quello di continuare a distribuire il prodotto in Italia.

Il fatturato della nuova Marelli Calsonic Kansei sarà di 15.2 miliardi di euro, gli impianti produttivi della società saranno ben 200 nel mondo e i centri di ricerca e sviluppo saranno sviluppati in tutta Europa, in Giappone e in America. Anche secondo i sindacati firmatari degli accordi Fca la mossa è positiva, ma non si sbilanciano molto, sono prudenti e tengono molto al fatto che la società ha dichiarato che non ci saranno ricadute occupazionali, per questo vigileranno sulle garanzie fornite.