Italiani in vacanza: il noleggio auto è diventato troppo costoso

Il costo dei noleggi auto di breve durata continua a salire, in particolare nelle grandi città e nelle località turistiche: non è solo colpa della crisi del chip

Il costo per i noleggi auto di breve durata in Italia continua a salire. Sempre più spesso l’idea di noleggiare la macchina per le ferie estive si trasforma in una scelta che può rivelarsi più costosa dell’intera vacanza. Lo scenario è piuttosto chiaro: c’è un mercato automotive mai così in difficoltà dagli anni Settanta, con la crisi dei chip e delle materie prime, a cui va aggiunto il drastico calo delle immatricolazioni, che solo nel primo trimestre del 2022 hanno fatto segnare un -27%.

Ci sono inoltre gli strascichi di due anni di pandemia, a completare il quadro di un comparto colpito da una crisi che non promette nulla di buono. I prezzi dei noleggi auto per le vacanze, insomma, sono soltanto la punta dell’iceberg – una di quelle con cui molti italiani sono chiamati a fare i conti.

Perché le auto a noleggio costano sempre di più?

Chi ha provato a cercare un’auto a noleggio per i mesi estivi se ne è certamente accorto: i prezzi sono sempre più alti. Se nel 2021 sembrava essersi toccato quello che si credeva un record, il primo trimestre del 2022 spegne qualunque speranza di veder scendere i prezzi dei noleggi di breve durata nel nostro Paese.

Alla crisi generalizzata del comparto automotive che aveva già fatto impennare le tariffe lo scorso anno, va infatti aggiunto il disastroso scenario effetto della guerra in Ucraina, che ci consegna un’estate caratterizzata da inflazione alle stelle e prezzo dei carburanti che continua a superare settimanalmente lo scoglio – non soltanto psicologico – dei 2 euro al litro. I lockdown degli ultimi due anni hanno poi pressoché azzerato il mercato del nolo (con un calo dei noleggi nel 2021 di oltre il 50%), imponendo severe limitazioni alle flotte delle auto a noleggio, che sono sempre più scarne.

Se ci si chiede perché i prezzi delle auto a noleggio continuano a salire, quindi, bisogna considerare diversi aspetti, non tutti necessariamente legati alla crisi dell’auto: giocano un ruolo importante anche le regole fondamentali del mercato, immancabilmente definito dal rapporto tra domanda e offerta.

Le vetture disponibili per il noleggio sono sempre meno numerose, mentre la richiesta di auto per brevi periodi è in leggera ripresa – e così i prezzi lievitano. Ecco che il report diffuso da Federconsumatori nel maggio 2022, che parlava di un aumento del 67% rispetto al 2021 per i noleggi a breve termine nelle principali località turistiche italiane, diventa più chiaro.

Quanto costa noleggiare un’auto in Italia

Mentre il noleggio a lungo termine sta vivendo un periodo d’oro, facendo segnare nel 2021 una crescita del +12% che si consolida con un ulteriore +9% nel primo trimestre del 2022, quello a breve termine sconta una crisi senza precedenti, seppur in lieve ripresa sui numeri del 2021. Rispetto al 2019, il fatturato è sceso di oltre il 50%, e il numero totale di vetture delle flotte è passato da 8.000 a 6.200 soltanto negli ultimi due anni, motivo per cui le associazioni di settore credono che si tornerà ai livelli pre-pandemia solo a partire dal 2023.

Al momento, se si intende noleggiare un’automobile per una settimana, magari nei pressi di un aeroporto di una grande città o in una località turistica, ci si troverà di fronte a prezzi mai visti.
A Roma, per esempio, noleggiare un’auto nei primi 7 giorni d’agosto di modelli “mini” come Fiat Panda, Volkswagen Up! o Renault Twingo può costare dai 720 agli 800 euro, mentre le stesse auto a Milano-Malpensa vanno dai 760 agli 850 euro circa.

Se si avesse bisogno di un modello familiare, invece, difficilmente si riuscirà a trovare un’offerta inferiore ai mille euro per la stessa settimana: una Jeep Renegade in affitto a Roma Fiumicino dal 1 al 7 agosto costa mediamente 1.000 euro, mentre il costo del noleggio di una Volkswagen T-Roc a Malpensa si aggira sui 1.300 euro. Lievemente più alti i prezzi delle stesse auto nelle località turistiche più amate del Paese, come la Sardegna – tra le regioni più colpite dall’aumento delle tariffe.