Ultimamente si parla sempre più spesso di transizione elettrica, l’intento è quello di realizzare sempre più vetture e veicoli a zero o basse emissioni e quindi equipaggiate con motorizzazioni 100% elettriche oppure ibride, in grado di inquinare molto meno.
Nei giorni scorsi, a tal proposito, abbiamo visto ad esempio la proposta dell’Europa, che vuole dire addio definitivamente alle auto benzina e diesel; la Commissione dell’Unione Europea pensa seriamente al “pensionamento” di tutti i veicoli dotati di motori termici tradizionali. Ma non è l’unica, anche le Case automobilistiche si stanno sempre più approcciando a questo mondo, Audi ha appena riferito di volersi concentrare esclusivamente sulle motorizzazioni elettriche e di voler eliminare progressivamente, ma completamente entro il 2033, tutti i motori a benzina e diesel.
Una considerazione importante però da fare c’è, molto probabilmente infatti, anche quando sulle nostre strade vedremo soltanto macchine elettriche, l’inquinamento del traffico continuerà a minare la nostra salute. La causa? Quelle che vengono defininite le non-exhaust emissions (NEE), ovvero le emissioni che non sono prodotte dagli scarichi delle auto e dei camion.
Ed è dalla Gran Bretagna che arriva il nuovo allarme; in particolare è stato Ricardo, specialista in engineering e innovazione di livello mondiale, a metterci in allerta. Sta infatti lavorando in collaborazione con il consorzio Arup Aecom e il Dipartimento dei trasporti (DfT) per realizzare un sistema di misurazione per le emissioni delle particelle NEE in condizioni di guida reali.
Quello che ci tiene a sottolineare l’esperto, e che forse noi tutti non consideriamo, è che le emissioni che non provengono dagli scarichi dei veicoli sono dovute soprattutto all’usura dei freni e degli pneumatici, oltre che all’usura della superficie delle strade che percorriamo e alla risospensione nell’aria delle particelle di polvere depositate a terra.
Le cosiddette particelle NEE, secondo i dati ufficiali sulle emissioni del Regno Unito, già oggi sembrano essere la fonte più importante di particolato PM10 e PM2,5, che deriva dalla circolazione e dal trasporto nel Paese. Secondo una ricerca risalente allo scorso anno, tra l’altro, l’inquinamento che viene provocato dai NEE rilasciati dalle gomme è ben 1.000 volte peggiori rispetto alle emissioni degli scarichi auto.
Uno degli obiettivi principali del nuovo progetto di Ricardo, come lui stesso sottolinea nella sua nota, è approfondire la conoscenza relativa alle particelle inquinanti NEE, in modo che le nuove ricerche possano essere utili “per informare la politica e arrivare a una legislazione che punti a ridurre le emissioni di particolato da usura di pneumatici e freni”.