Incidente mortale per un’auto a guida autonoma, Uber sospende i test

E' successo negli Stati Uniti, un'auto in modalità guida autonoma ha investito e ucciso una donna.

La guida autonoma subisce un brusco stop al suo sviluppo dopo l’incidente che è successo in Arizona negli Stati Uniti.

Un’auto di Uber ha investito e ucciso una persona nella città di Tempe. La donna stava attraversando la strada non sulle strisce pedonali quando l’auto Uber, in quel momento in modalità autonoma, ma con un operatore al volante non ha evitato l’impatto.

Dalle prime testimonianze sembra che la donna sia sbucata all’improvviso: “L’autista ha spiegato che è stato come un lampo, quella persona è sbucata dal nulla davanti a lei”, ha detto un’agente di polizia. E l’impatto, pare, fosse quindi inevitabile.

E’ la seconda volta che un’auto di Uber viene coinvolta in un incidente. Nel 2017 non ci furono vittime e la macchina – sempre una Volvo XC90 – non aveva colpe. Sarà da vedere ora anche come questo nuovo grave incidente influenzerà l’accordo stretto da Uber con la Volvo per la fornitura di 24.000 auto con pilota automatico tra il 2019 e il 2021.

Il mercato dei veicoli driverless, secondo uno studio di Intel e Strategy Analytics pubblicato lo scorso giugno, dovrebbe valere 7 mila miliardi di dollari ma dal punto di vista della regolamentazione serve un’accelerata visto che lo sviluppo tecnologico delle auto a guida autonoma sta procedendo rapidamente.

Finora, infatti, le leggi che disciplinano il fenomeno riguardano per lo più auto a guida autonoma assistita. Sarà inoltre necessario un ammodernamento del codice stradale e delle regole assicurative.

Solo nel 2017 sono stati 33 gli stati americani che hanno introdotto norme per la vetture autonome.

La California è fra questi: lo stato impone alle società di riportare al dipartimento dei trasporti ogni incidente avvenuto durante la fase di guida autonoma. Agli inizi di marzo ne erano stati riportati 59. L’Arizona, dove è avvenuto l’incidente mortale,  ha invece norme meno stringenti ed è usato da Waymo e Intel per testare i loro sistemi di auto autonome.