Cresce l’attesa per l’arrivo del Dpcm che conterrà tutte le informazioni relative agli incentivi auto per il periodo 2022-2024. Il documento, stando alle ultime informazioni, dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana e poterebbe portare numerose novità per il settore auto.
Indice
Dpcm incentivi auto, a chi sarà rivolto
Secondo le prime informazioni, una quantità ingente di denaro è stata riservata per gli incentivi per il prossimo periodo. Si parla di una quota che si aggira intorno ai 650 milioni di euro. La cifra, va detto, è emersa dalla riunione a Palazzo Chigi tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministeri di Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Roberto Cingolani, Enrico Giovannini e Andrea Orlando.
Gli incentivi riguarderanno principalmente le auto elettriche, ibride e Euro6 e saranno ridotti se non ci sarà la rottamazione. Comprese anche le moto con rottamazione obbligatoria e il car sharing, mentre le grandi assenti, secondo quanto fin qui emerso, sarebbero le flotte aziendali. Uno sgambetto non di poco conto alle aziende, col settore che ne risentirebbe profondamente.
Mancati incentivi e detrazione Iva, aziende soffrono
Le grandi escluse, come detto, potrebbero essere proprio le aziende. In attesa di conferma con il prossimo Dpcm, si tratterebbe di un altro sgarbo al settore, che già deve fare i conti con la nuova proroga triennale sulla detrazione dell’Iva per le auto aziendali che il governo ha intenzione di chiedere all’Unione Europea. Per le società, dunque, si farebbe davvero dura con un colpo alle finanze difficile da digerire.
Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), nel corso di una chiacchierata con Ansa ha lanciato l’allarme sulla possibile crisi e dato un quadro delle soluzioni contemplabili: “L’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi è inedita e colpisce duramente un comparto che da solo rappresenta il 37,5% degli acquisti. Una percentuale più bassa di quella di altri Paesi, come la Germania che arriva al 65%”.
Tra i consigli avanzati dall’UNRAE c’è quella di una detrazione graduale dell’Iva e di incentivi che tengano conto delle emissioni di CO2, favorendo le vetture più virtuose e diminuendo via via fino a quelle più inquinanti. “Un percorso – precisa Cardinali – che abbatte i costi fin qui giudicati troppo elevati dall’esecutivo: passiamo dal miliardo stimato a circa 400, il primo anno, per poi crescere”.
No incentivi alle aziende? Cosa succederebbe
La mancata inclusione negli incentivi del periodo 2022-2024 non sarebbe uno sgambetto fatto esclusivamente alle aziende, ma anche all’ambiente. Infatti, nell’analisi che il direttore generale dell’UNRAE ha fatto ai microfoni dell’Ansa, non può non balzare agli occhi il dato relativo alla vita di un mezzo aziendale: “Un’auto aziendale ha una vita media di tre anni e mezzo, contro i quasi 12 di media delle vetture che marciano sulle nostre strade, con una pesante ricaduta sull’ambiente e in termini di sicurezza”.
Facendo venire meno la dismissione dei mezzi, inoltre, secondo Cardinali si salterebbe anche il passaggio successivo: “I parchi auto aziendali dismessi diventano la porta di accesso a modelli nuovi per chi sceglie un’auto di seconda mano“. Non resterà dunque che attendere per avere conferma, o un sorriso delle aziende con una smentita, di una manovra che potrebbe avere importanti risvolti per tutta la società.