
Assistiamo oggi ad un dramma che non avremmo mai voluto vedere: la Russia ha invaso ieri, 24 febbraio 2022, l’Ucraina. È guerra. Non staremo ovviamente a parlare della situazione politica e delle ragioni del conflitto, non ci compete e ovviamente siamo estremamente scossi e dispiaciuti per la notizia.
Cerchiamo di fare un quadro delle possibili conseguenze economiche che questo conflitto porterà a livello internazionale, in un Paese, l’Italia, in cui oggi le bollette sono arrivate a livelli altissimi, la benzina è alle stelle (abbiamo visto ieri le proteste dei benzinai contro il caro carburante). Il mondo degli autotrasportatori è in rivolta, la situazione generale ci fa paura. Dopo le reazioni dei mercati energetici all’attacco della Russia contro l’Ucraina, è normale chiedersi come si evolverà la situazione.
La situazione del petrolio
E così, dopo la pandemia di Coronavirus, che sembra finalmente volgere al termine, con la quasi certa fine dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo, ora siamo nuovamente in uno stato di crisi. Ma il petrolio si fermerà alla soglia dei 100 dollari al barile, che rimaneva tale dal mese di agosto 2014, e che comunque comporterà un aumento di altri 10 centesimi del prezzo di diesel e benzina?
Il costo del carburante oggi è davvero proibitivo, le famiglie italiane sono in difficoltà. Come abbiamo già sottolineato alcune settimane fa, il prezzo ha superato i limiti che erano stati raggiunti nel 2012: siamo ai livelli massimi degli ultimi 10 anni. I tabelloni delle stazioni di servizio indicano già prezzi oltre i due euro al litro.
Che cosa succederà ora
Tutto è da vedere, dipende dai prossimi avvenimenti sia in campo diplomatico che militare, in Ucraina. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, spiega: “Se ci sarà un allentamento delle tensioni dopo questa prima fase, com’è ancora possibile, i flussi del gas e del petrolio non si interromperanno e questo dovrebbe portare ad una stabilizzazione dei prezzi sugli alti livelli attuali. Lo scenario peggiore, cioè quello di un conflitto esteso che porti ad un'interruzione dei flussi dalla Russia, si tradurrebbe invece in un disastro, con prezzi doppi rispetto a quelli attuali. Benzina e gasolio schizzerebbero verso 2,50 - 3 euro al litro, precipitandoci quindi in una situazione simile a quella dei primi anni 70”. La speranza ovviamente è che questo non accada, sarebbe un durissimo colpo, soprattutto oggi, quando stiamo tentando di riprenderci dalla grave crisi causata dalla pandemia di Coronavirus.
Se la Russia dovesse procedere con un attacco militare prolungato, rischierebbe sanzioni economiche pesanti da parte dell’Occidente, dando vita all’embargo delle materie prime importate dalla Russia. Potrebbe altrimenti essere lo stesso Putin a decidere di interrompere tutte le forniture, creando una profonda crisi economica.
Tabarelli prosegue: “Il pericolo è molto grave, rischierebbe di lasciare il mondo intero senza forniture energetiche, ma anche di farina, visto che da Russia e Ucraina arriva il 30% del grano che consumiamo; il petrolio schizzerebbe a quotazioni insostenibili anche per gli USA. Le prime forniture a soffrire sarebbero quelle del gas, perché i tubi passano proprio dall’Ucraina e potrebbero venire danneggiati dal conflitto, con il rischio fisico di interruzione del flusso”. Le conseguenze del conflitto purtroppo saranno drammatiche.