Guerra Russia-Ucraina: decisioni drastiche per Porsche

Le conseguenze del conflitto ovviamente si fanno sentire anche sul settore automotive, la produzione rallenta: la crisi continua

Lo avevamo già detto, il conflitto iniziato con l’invasione russa in territorio ucraino lo scorso 24 febbraio avrà delle conseguenze serie anche sul settore automobilistico. Era inevitabile. Ne parliamo ormai da giorni, purtroppo il comparto vive ancora una situazione precaria a causa della pandemia di Covid, e ora l’ennesima ‘batosta’.

Non è facile, non lo è per niente: riprendersi da due anni di incessanti difficoltà causate dal Coronavirus; questa guerra è l’ennesimo colpo basso (senza considerare, ovviamente, le conseguenze disastrose a livello umano ed economico, in generale). Non è bastata la crisi dei microchip a rallentare la produzione di auto e altri veicoli, il conflitto complica le cose, e vi si aggiunge anche il caro carburante, che porta agli italiani un conto salatissimo da pagare.

I grandi marchi colpiti dalla crisi

Si complica la situazione di brand e produttori automobilistici, che stavano iniziando a sperare di uscire finalmente dalla crisi senza sosta iniziata con lo scoppio della pandemia e continuata per tutto il 2021, con la carenza dei semiconduttori indispensabili per la realizzazione di auto. Sono tanti i costruttori europei che, per un certo periodo di tempo, hanno dovuto dire stop alla produzione: le componenti mancavano, le consegne di nuovi veicoli ai clienti erano in estremo ritardo. Il problema oggi si ripropone, a causa della guerra (Volvo ha già sospeso le vendite): molte aziende hanno bisogno del materiale venduto dai fornitori ucraini, dove chiaramente tutto è fermo per il conflitto in corso. Mancano i sistemi di cablaggio, la produzione non può continuare.

Per il momento la situazione è davvero complicata e ingestibile, e i problemi potrebbero anche (addirittura) peggiorare: tutto dipende dall’evoluzione dei fatti, da quello che succederà tra Russia e Ucraina. E comunque, prima di riuscire ad aumentare la produzione delle componenti auto negli altri stabilimenti potrebbe servire molto tempo.

Cosa sta succedendo al settore automotive

Vediamo quello che accade oggi ad alcuni dei maggiori brand del mercato. Iniziamo con il Gruppo BMW, che vive una situazione molto complicata: nei prossimi giorni infatti gli stabilimenti BMW tedeschi (Dingolfing e Monaco) verranno chiusi, la produzione sarà interrotta, e lo stesso accadrà anche per la fabbrica inglese Mini di Oxford e per quella di motori a Steyr, in Austria. Va un po’ meglio invece per Mercedes che, come ha dichiarato, per il momento non chiuderà alcun sito ma inizierà a ridurre la produzione: il problema è sempre lo stesso, mancano le componenti necessarie all’assemblaggio di nuovi veicoli. Quindi si procede, ma a rilento.

Volkswagen chiude le fabbriche in Germania, a Dresda, Wolfsburg e Zwickau, e in Polonia, a Poznan e Wrzesnia. I produttori del settore automotive sono nuovamente in crisi, mancano le componenti provenienti dalle fabbriche in Ucraina, e la situazione al momento è fuori controllo. Non è tutto: ricordiamo anche che tutti gli stabilimenti dedicati alla produzione di auto che si trovano in Russia oggi ovviamente sono chiusi e che dal Paese provengono anche importanti materie prime che servono per le batterie delle auto elettriche, come per esempio il nichel. La situazione è difficile, le conseguenze potrebbero essere drammatiche per tutti: i prezzi delle componenti potrebbe salire alle stelle e, con essi, anche i listini auto. La questione è seria, soprattutto in Italia, dove le famiglie stanno già facendo i conti con un caro benzina e un caro vita molto pesanti.

Cosa decide Porsche

In questo scenario, chiaramente anche Porsche prende la sua decisione: interrompere la produzione nella fabbrica tedesca di Lipsia. Il conflitto in Ucraina ha ovviamente portato problemi alla catena di approvvigionamento. Il sito produttivo da cui escono le nuove Panamera e Macan resterà chiuso sicuramente sino a fine settimana.

Potrebbe anche succedere che l’azienda decida di estendere lo stop produttivo a tutti i modelli. Non è tutto: Porsche ha annunciato anche di aver preso la severa decisione, con effetto immediato, di bloccare tutte le consegne di nuove auto in Russia.