Francia, decisione del Governo contro le auto cinesi

Il Governo francese sta per cambiare i meccanismi di accesso agli incentivi statali per l’acquisto di EV: l’escamotage per penalizzare le auto elettriche cinesi

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Alessandra Caraffa

Esperta di automotive

Laureata in filosofia, è SEO Copywriter e Web Editor. Si occupa principalmente di mondi digitali e prospettive future - anche in ambito di motori.

Il Governo francese si prepara a prendere misure drastiche per quanto riguarda gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche: dal prossimo anno, lo schema per accedere alle sovvenzioni prenderà in considerazione anche le emissioni prodotte in fase di costruzione dei veicoli. Una chiara mossa che, come riporta Reuters, sarebbe finalizzata ad “assicurarsi che il sostegno finanziario della Francia non finisca a beneficio dei costruttori cinesi”.

L’Europa sembra temere che tra le auto elettriche cinesi e quelle prodotte entro i confini del Vecchio Continente non ci sia reale competizione, come s’intuisce anche dalla recente decisioni UE di avviare un’indagine anti-dumping sulle importazioni di auto dalla Cina. La decisione del Governo francese, presentata ufficialmente come una misura per proteggere l’ambiente, punta a sostenere l’industria di casa contro i costruttori cinesi – anche perché si prevede che le auto prodotte in Cina conquisteranno oltre il 30% del mercato automotive a livello globale entro la fine del decennio.

L’idea della Francia per penalizzare le auto cinesi

Il Governo francese sta lavorando a una profonda revisione degli incentivi statali per l’acquisto di auto elettriche. La misura, che attualmente prevede sovvenzioni che vanno dai 5.000 ai 7.000 euro (per un totale che supera il miliardo di euro ogni anno), sarà tarata in modo da penalizzare le auto cinesi.

La tanto temuta invasione di auto elettriche provenienti dalla Cina, in Francia, è già una realtà. E visto che ancora non esistono auto elettriche economiche prodotte in Europa, è andata a finire che lo scorso anno il 40% degli incentivi statali è stato speso per acquistare EV cinesi. Il Governo francese non ha apprezzato.

“Saremo il primo Paese europeo a rivedere i criteri di assegnazione dei contributi”, aveva affermato Macron a inizio estate, “ma questo non significa essere protezionisti: non chiuderemo il mercato, ma non vogliamo usare i soldi dei contribuenti francesi per sostenere l’industria non europea”. Come a dire: non chiuderemo il mercato, cosa che sarebbe contraria al progetto europeo tout-court e anche alle regole dell’OMC, ma cercheremo di applicare un po’ di quel controllo statale sul capitale che ha reso la Cina un competitor inarrivabile.

L’escamotage per fare in modo che i soldi dei contribuenti francesi restino in Europa (senza che si parli di protezionismo) consiste in una profonda revisione degli incentivi per l’acquisto di EV, che includerà anche le emissioni prodotte in fase di produzione dei modelli elettrici. Da questo punto di vista l’industria cinese non può competere con la filiera del Vecchio Continente, che già vanta diversi stabilimenti certificati a zero emissioni.

Perché l’avanzata cinese preoccupa i Governi europei?

La mossa della Francia si basa su un calcolo abbastanza semplice: su un’auto che costa meno di 25.000 euro, il bonus governativo francese può fare la differenza, anche se le auto elettriche cinesi costano il 20% in meno di quelle dei competitor europei.

A ben vedere, sottolinea Reuters, la maggior parte delle auto elettriche cinesi destinate al mercato europeo resteranno piuttosto competitive con o senza incentivi statali. La MG4 del gruppo SAIC, per esempio, in Francia costa quasi 10.000 mila euro in meno della compatta elettrica nazionale, la Renault Megane: con uno scarto del genere sul prezzo di partenza, il bonus potrebbe non servire pienamente il suo scopo.

In attesa della nuova C3 e della Renault R5, per cui ci sarà da aspettare ancora fino al 2024, il mercato europeo non offre ancora una risposta realmente economica alle nuove esigenze di mobilità sostenibile e a zero emissioni. Anche Tesla rischia di diventare un competitor capace di destare preoccupazioni nel Vecchio Continente: la Model Y, con un prezzo che è arrivato a 46.000 euro, è tra le auto in assoluto più vendute in Francia, e rientrerebbe nella soglia di prezzo del bonus.

Resta che le esportazioni di auto elettriche dalla Cina all’Unione Europea sono cresciute del 112% nei primi sette mesi del 2023, e che secondo le proiezioni dell’ultimo report del Gruppo UBS lo share del mercato automotive europeo a livello globale passerà dall’81% del 2022 al 58% entro il 2030. La fetta di mercato di Tesla passerà nello stesso periodo dal 2 all’8%, mentre le auto cinesi, che oggi rappresentano il 17% delle vendite a livello globale, arriveranno a coprire il 33% del mercato.