Assistiamo proprio in questi giorni ad una profonda opera di razionalizzazione delle risorse umane e degli impianti di Ford.
Allo stesso tempo, la Casa dell’Ovale Blu ha annunciato 12.000 esuberi in Europa e delineato i piani per il futuro. Gli impianti saranno ridotti, da 24 passeranno infatti ad essere 18 e verranno anche create delle aree di business autonome, uno snellimento societario. Nell’ambito delle motorizzazioni, è previsto un ottimo piano di riduzione delle emissioni di CO2, questo ovviamente è possibile solo grazie al miglioramento delle propulsioni tradizionali e anche all’elettrificazione della gamma. Come ormai tutte le Case automobilistiche infatti anche Ford prevedere modelli ibridi e elettrici per il futuro. Le nuove aree di business in Europa saranno quella dei veicoli commerciali, dei veicoli di importazione e dei veicoli passeggeri.
I veicoli commerciali Ford avranno come direttore generale Hans Schep e la sede sarà il centro di eccellenza dell’azienda nel Regno Unito, precisamente a Dunton. Questo settore ha l’obiettivo di rafforzare la propria leadership in Europa e raddoppiare la redditività. Per questo motivo, ma non solo, la Casa ha stretto un’alleanza strategia con Volkswagen e delle joint venture con alcune realtà locali. Per quanto riguarda invece i veicoli passeggeri, che ovviamente sono le automobili normali, che vedranno sia i modelli tradizionali che quelli elettrici e ibridi, la base sarà a Colonia e si aggiungeranno tre nuovi modelli oltre a quelli elettrificati. Infine nei veicoli di importazione ci saranno modelli iconici tipo Explorer, Mustang e un nuovo suv ad alte prestazioni, elettrico e ispirato alla Mustang.
La razionalizzazione degli impianti produttivi Ford in Europa sarà molto profonda, ben sei di questi sono infatti destinati a chiudere. Entro la fine del 2020 passeranno da quota 24 a quota 18. Entro la fine dell’anno chiuderanno la fabbrica di trasmissioni in Francia, i centri di San Pietroburgo e l’Elabuga Engine Plant, quelli inglesi di Ford of Britain e Ford Credit Europe. Sono state operate riduzioni dei turni negli stabilimenti di assemblaggio a Saarlouis, in Germania, e a Valencia, in Spagna ed è stata anche proposta la chiusura dello stabilimento Bridgend Engine Plant in Galles. Questo comporta un taglio di ben 12.000 posti di lavoro circa entro la fine del 2020, con tutte le conseguenze.