Finta multa sul parabrezza: il furbetto le inventa tutte

Quella di usare una finta multa è un’invenzione datata ma ancora molto amata dai furbetti del divieto di sosta: ecco cosa si rischia a ingannare i vigili

Quella di cui stiamo per parlare è un’usanza che si perde nella notte dei tempi, tramandata di generazione in generazione dai “furbetti” del divieto di sosta e non solo. Ancora oggi al centro di diversi episodi di cronaca, il trucchetto di posizionare una finta multa sul parabrezza per non essere multati può sembrare astuto ma il più delle volte rischia di rivelarsi controproducente.

Vediamo cosa si rischia quando si cerca di ingannare gli agenti con una finta multa, a partire da alcuni casi concreti avvenuti recentemente nel nostro Paese.

I “furbetti” del divieto di sosta

Sembra un trucco vecchio quanto il mondo, eppure ancora oggi diversi automobilisti ricorrono all’usanza di infilare sotto il tergicristalli una multa vecchia, o presa in prestito da un’auto vicina, per scampare alle attenzioni dei vigili che controllano le auto parcheggiate in divieto di sosta.

A Varese, per esempio, un uomo è stato denunciato dalle forze dell’ordine per tentata truffa ai danni dello Stato e sottrazione di atto pubblico per aver rubato un verbale da un’altra automobile e averlo posizionato sul proprio parabrezza.

Un automobilista di Forlì, si legge nelle cronache recenti, aveva escogitato un trucco ancora più complesso per lasciare l’auto in divieto di sosta ed evitare di essere multato: una vera e propria contravvenzione falsa, con tanto di data scritta a matita per essere modificata in base alle esigenze. Gli agenti della polizia locale hanno però notato il documento sul parabrezza dell’auto, lo hanno controllato e si sono accorti del piccolo dettaglio: i verbali vanno obbligatoriamente redatti a penna onde evitare contraffazioni, e il falso è stato subito evidente agli occhi degli agenti.

I due casi sembrano immediatamente diversi: in un caso l’automobilista ha cercato di “ingannare” i vigili facendo affidamento sulla scarsa attenzione degli agenti; nell’altro siamo di fronte a una contraffazione vera e propria, un reato punito dalla legge. Ma cosa dice la normativa italiana negli altri casi? Si può mettere una vecchia multa, o un verbale sottratto da un’auto vicina, sul parabrezza del proprio mezzo per evitare una nuova sanzione?

Si può mettere una finta multa sul parabrezza?

In termini strettamente legali, si parla di truffa ogni volta in cui c’è una modificazione della realtà esterna oppure un inganno che agisce sulla psiche della vittima. Nel primo caso si parla di “artificio”, mentre nel secondo caso siamo di fronte tecnicamente a un “raggiro”.

Si capisce subito che i due casi riportati sopra si riferiscono a due condotte diverse: l’uomo che ha spostato una multa da un’auto all’altra non ha contraffatto alcun documento, facendo affidamento in sostanza sulla scarsa diligenza degli agenti che sarebbero passati di lì. In casi del genere si può parlare di raggiro, e si rischia anche – avendo sottratto il verbale destinato a un altro cittadino – una denuncia per occultamento, distruzione e soppressione.

Diverso è il caso se si pensa di esporre sul proprio parabrezza una multa vecchia, magari già pagata, per distrarre il vigile e indurlo a passare oltre: in questo caso non è sempre scontato che la vicenda finisca con una condanna ai danni del furbetto, perché un avvocato della difesa potrebbe tranquillamente appellarsi al dovere degli agenti di verificare i dati riportati sul verbale.

Insomma, se il vigile passa senza controllare che i dati scritti sul verbale coincidano con la realtà, la colpa potrebbe essere condivisa: un inganno del genere viene considerato molto grossolano, e perciò non necessariamente in grado di trarre in errore. Resta il fatto che, a prescindere dalle sorti del processo, una simile condotta è comunque passibile di denuncia nel momento in cui viene scoperta.

Usare una multa vecchia, o ancora peggio rubarne una da un’auto vicina, in conclusione, significa il più delle volte esporsi al rischio di una sanzione penale spesso molto più costosa del verbale che si tentava di non pagare ingannando gli agenti.