Fca, dati falsati sulle vendite: multa da 40 milioni di dollari in Usa

FCA chiude la disputa con la SEC pagando una multa milionaria e aggiornando le proprie politiche di "conteggio" delle vendite

Si chiude con un accordo tra le parti la contesa che, da qualche anno a questa parte, aveva visto contrapporsi i vertici di FCA USA e la SEC, l’autorità di controllo della Borsa degli Stati Uniti.

La casa automobilistica italo-statunitense pagherà una multa da 40 milioni di dollari – cifra che non incide sullo stato patrimoniale dell’azienda, fanno sapere i vertici FCA – così da chiudere una vola per tutte la vicenda dei falsi dati di vendita diffusi nel quinquennio 2012-2016. La multa si aggiunge all’accordo già raggiunto con alcuni investitori, che avevano denunciato FCA per frodi in titoli. In questo caso, l’azienda del Lingotto aveva dovuto staccare un assegno da 14,75 milioni di dollari.

FCA US – si legge in una nota diffusa dalla società in seguito al raggiungimento dell’accordo – ha collaborato pienamente al processo per risolvere la questione. La società ha rivisto e perfezionato le proprie politiche e procedure e si impegna a mantenere forti controlli in merito al proprio rapporto sulle vendite”.

L’indagine della Consob a stelle e strisce era partita nel 2016 in seguito alle rivelazioni di vari dirigenti di due concessionarie con sede negli USA. In particolare, le concessionarie avevano intentato una causa federale contro la casa madre, accusandola di averli costretti a gonfiare i dati di vendita mensili per diversi mesi. Le autorità statunitensi si erano immediatamente attivate, per verificare cosa ci fosse di vero dietro le denunce dei concessionari.

Si è venuto così a scoprire che dal 2012 al 2016 FCA aveva gonfiato ripetutamente i dati di vendita delle concessionarie con sede negli Stati Uniti. L’obiettivo era quello di diffondere dati di vendita maggiori dei reali, per mostrare continue crescite mensili che, invece, si erano interrotte nel 2013. Un’operazione che ha coinvolto l’intera rete di vendita statunitense: alle concessionarie venivano infatti riconosciuti premi di vendita fittizzi per convincerle a dichiarare dati che non corrispondevano alla realtà.

Nel corso delle indagini, la SEC ha anche scoperto che FCA manteneva un database contenente i reali dati di vendita, liberamente accessibile a tutti gli addetti alle vendite del Nord America. Questi dati venivano poi utilizzati e diffusi nei mesi successivi, quando le concessionarie non raggiungevano i target prefissi, “spacciandoli” come dati aggiornati e relativi al mese appena trascorso.