
Pandemia di Coronavirus, guerra tra Russia e Ucraina, caro energia e bollette alle stelle, prezzi del carburante a livelli mai visti negli ultimi dieci anni: da due anni a questa parte stiamo vivendo una situazione davvero molto difficile in Italia e nel mondo intero. Il quadro sembra precipitare di giorno in giorno.
Nel momento in cui abbiamo iniziato a tirare un sospiro di sollievo per la fine dello stato di emergenza Covid, prevista per il prossimo 31 marzo, purtroppo è iniziato il conflitto, comandato dallo zar russo Putin, con tutte le sue gravissime conseguenze. Ed è dall’inizio dell’anno che parliamo anche dell’aumento dei prezzi della benzina e del rincaro dei costi dell’energia. Arrivano bollette salatissime alle famiglie italiane in questi giorni, e fare un pieno alla propria auto è diventato davvero troppo costoso.
Il record dei prezzi della benzina
La media nazionale della benzina in self service di questa mattina (aggiornamento 4 marzo 2022 da Staffetta Quotidiana) supera la quota di 1,90 euro al litro. Ed è ancora più spaventoso che sul servito siamo andati oltre i 2 euro al litro. Per le tasche degli italiani è veramente troppo, soprattutto considerando quelli che sono gli stipendi medi. Ieri 3 marzo le quotazioni internazionali di benzina e gasolio hanno guadagnato l'equivalente, rispettivamente, di 4 e 5 centesimi al litro. Dal momento in cui è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina, lo scorso 24 febbraio, le quotazioni sono salite dell'equivalente di 11 e 20 centesimi al litro. Brent in ripiegamento sui 111 dollari.
La rilevazione dei prezzi alla pompa
Secondo i dati che abbiamo in mano, in seguito alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni e Tamoil hanno aumentato di 4 centesimi al litro i prezzi di benzina e gasolio. Per IP e Q8 si è registrato invece un aumento di 5 cent/litro su benzina e gasolio.
Vediamo nel dettaglio quali sono le medie dei prezzi praticati, secondo le comunicazioni arrivate dai gestori all'Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico (elaborati da Staffetta), rilevati alle 8 del 3 marzo 2022 su circa 15.000 impianti:
- la benzina self service arriva a 1,909 euro/litro (+17 millesimi, compagnie 1,916, pompe bianche 1,893);
- per il diesel self service invece tocchiamo quota 1,786 euro/litro (+18, compagnie 1,790, pompe bianche 1,777);
- il prezzo della benzina servito è 2,032 euro/litro (+17, compagnie 2,077, pompe bianche 1,945);
- il diesel servito raggiunge quota 1,914 euro/litro (+18, compagnie 1,959, pompe bianche 1,829);
- il GPL servito costa 0,843 euro/litro (+12, compagnie 0,852, pompe bianche 0,832);
- il metano servito 1,843 euro/kg (+29, compagnie 1,862, pompe bianche 1,829);
- il Gnl 2,149 euro/kg (-11, compagnie 2,149 euro/kg, pompe bianche 2,149 euro/kg).
I prezzi sulle autostrade:
- benzina self service 1,988 euro/litro;
- benzina servito 2,204 euro/litro;
- gasolio self service 1,876 euro/litro;
- gasolio servito 2,105/litro;
- GPL 0,952 euro/litro;
- metano 2,088 euro/kg;
- Gnl 2,114 euro/kg.
Le conseguenze della guerra
Come abbiamo già spiegato, purtroppo anche il settore automotive subirà le pesanti conseguenze della guerra. Il Codacons spiega che l’escalation dei listini dei carburanti “risente del conflitto in Ucraina e delle tensioni sulle quotazioni internazionali del petrolio. Siamo in presenza di una vera e propria emergenza perché i rincari di benzina e gasolio non solo aggravano la spesa per i rifornimenti di carburante di famiglie e attività produttive, ma hanno effetti diretti sui prezzi al dettaglio, considerato che in Italia l'85% della merce viaggia su gomma”.
I prezzi alla pompa, secondo Assoutenti: “proseguiranno nei prossimi giorni la corsa al rialzo, anche per effetto di possibili riduzioni delle forniture di carburanti sulla rete, come denunciato ieri dalle associazioni di categoria. E quelli di benzina e gasolio non saranno purtroppo gli unici incrementi dei listini causati dal conflitto russo-ucraino. Sono in arrivo pesanti aumenti anche per pasta, pane, farine, cereali, biscotti, e dolciumi, con i prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti che potrebbero subire nel breve termine rincari tra il 15% e il 30%".