F1, la Ferrari ci vuole riprovare nel GP Giappone

Questo fine settimana la F1 scenderà nuovamente in pista per il GP Giappone e la Ferrari farà di tutto per fare bene anche su un tracciato tecnico come quello di Suzuka

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Eleonora Ottonello

Esperta di Formula 1

Nata a Genova nel 1987, scrivo per passione. Nel quotidiano mi divido tra la vita di addetta alla vendita e quella di educatore cinofilo. Grande appassionata di Formula 1, nel 2007 iniziai a collaborare con svariati siti del settore. Inviata anche sul campo, niente mi fa esplodere il sorriso come vedere le monoposto sfrecciare sull'asfalto

Non è trascorsa nemmeno una settimana dal GP Singapore, dove la Ferrari è riuscita in una vera e propria mission impossible. Non ce ne vorrà Tom Cruise, ma dopo quindici gare contraddistinte dall’assoluto dominio della Red Bull (e di Max Verstappen in primis), nessuno avrebbe potuto immaginare che a Marina Bay la Ferrari avrebbe spezzato la striscia di vittorie consecutive dei “bibitari”.

Anche se a Monza il Cavallino Rampante era tornato sul podio con Sainz, portando a casa un dignitoso terzo posto, nessuno avrebbe scommesso un solo euro sulla vittoria della Ferrari a Singapore. E per di più, per mano dello stesso pilota spagnolo.

A onor del vero bisogna dire che Leclerc, terzo in griglia e quarto a fine corsa, è stato protagonista di una gara molto avversa tra traffico in pit-lane nel momento della sosta ai box in regime di Safety Car e un piccolo errore di valutazione che ha favorito il sorpasso di Hamilton.

La Ferrari dopo Singapore non vuole fermarsi

Nonostante il Cavallino Rampante abbia conquistato a Marina Bay la prima e insperata vittoria di questo campionato, non c’è tempo per sedersi sugli allori. Questo fine settimana la F1 scenderà nuovamente in pista in Giappone per il sedicesimo appuntamento della stagione. E la Ferrari dovrà fare di tutto per dimostrare che quello di Singapore non è da etichettarsi come un caso isolato.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, il trionfo di Sainz e della scuderia italiana non è avvenuto solo per la defaillance della Red Bull. Ok, magari questo può essere sintetizzato come un fattore che ha agito a favore della Ferrari, ma se la SF-23 è riuscita a salire sul gradino più alto del podio lo si deve agli uomini e alle donne che lavorano nella factory di Maranello.

Nonostante il campionato non fosse nato sotto la migliore stella, nessuno si è mai arreso e, ora più che mai, sembra davvero che in Ferrari abbiano trovato la strada giusta. Nel quartier generale del team italiano la tappa di Singapore è stata studiata nei minimi dettagli, partendo dall’ottimizzare le caratteristiche tecniche della SF-23 per il nuovo layout di Marina Bay. Sarà difficile replicare anche a Suzuka, che sulla carta dovrebbe sposarsi con le caratteristiche della RB19.

Dopo il GP Italia e quello di Singapore, dove la Ferrari ha interrotto un digiuno di vittorie che durava da più di un anno, il Cavallino Rampante cercherà di portare a casa punti importanti anche nel GP Giappone, su uno dei circuiti più complessi del campionato e ovviamente amati dai piloti, assieme a Spa e Monza.

Una cosa è certa. L’appuntamento che si disputa nel Paese del Sol Levante, scioglierà non poche riserve. A differenza del tracciato di Marina Bay, il layout nipponico prevede diverse curve ad alta velocità di percorrenza, punto debole della SF-23.

Red Bull in crisi: Suzuka è il banco di prova

Non sono stati in pochi, addetti ai lavori e tifosi, che hanno notato come le prime difficoltà mostrate dalla RB19 si siano palesate proprio in occasione del GP Singapore, la prima gara in cui è stata introdotta la TD018 (necessari per mettere un freno alla flessibilità delle ali). Ora, a pensar male si fa peccato ma quello che tutti si stanno chiedendo è se quanto visto a Marina Bay possa ritenersi un caso isolato oppure in F1 è veramente cambiato il vento.

Sicuramente ad aver condizionato il weekend della Red Bull non è stata solo la TD018 (altrimenti ci sarebbe da farsi non poche domande). Il tracciato di Marina Bay si è sempre sposato poco con la struttura delle vetture di Milton Keynes. In particolar modo quest’anno a soffrire sulla RB19 è stato il fondo, tanto che Verstappen e Perez si sono lamentati fin dalle prime prove libere di instabilità della RB19. In casa Red Bull sono convinti che quanto successo a Singapore possa ritenersi un caso isolato, che nulla ha a che vedere con la direttiva 018.

Sainz è l’uomo di punta della Ferrari?

Fino a qualche mese fa sembrava che il suo sedile fosse in bilico. La differenza di prestazione rispetto a Leclerc non soddisfaceva le aspettative del Cavallino Rampante e Sainz sembrava essere destinato a essere sostituito.

Oggi, invece, è lo spagnolo l’uomo di punta della Ferrari. Dopo il podio ottenuto a Monza, col la pole position e la vittoria di Singapore Carlos Sainz ha usurpato ufficialmente Leclerc dal ruolo di punta di diamante della Rossa (almeno per la stagione 2023 di F1 si intende).

Anche se il pilota monegasco è senza ombra di dubbio più veloce rispetto al compagno di squadra, e uno dei più veloci della griglia di partenza, Sainz ha dimostrato una consistenza e un’intelligenza tattica fuori dal comune.

Sarebbe sciocco immaginare che Leclerc venga relegato a un ruolo da “secondo pilota” con l’iberico prima guida. Ora bisognerà capire se Carlos, che si trova maggiormente a suo agio con la SF-23 rispetto a inizio campionato, riuscirà a tenere un livello così alto di competitività, sfruttando il momento a suo vantaggio.

A giocare un ruolo chiave in questo “risveglio” di Sainz potrebbe essere stato il rinnovo contrattuale. Le trattative sarebbero ancora in corso e se la Ferrari preferisce attendere il 2024 per prendere una decisione, Carlos desidererebbe conoscere il proprio futuro prima entro la fine del 2023.

Ma il Cavallino Rampante è ben consapevole di essere in una posizione di superiorità rispetto allo spagnolo: nonostante le voci che vogliono Sainz in contatto con Audi, prima su tutte, il figlio d’arte vuole la Ferrari. È il Cavallino Rampante il team in cima ai suoi desideri.

Il circuito

Già questo venerdì i bolidi di F1 scenderanno in pista sul tracciato di Suzuka per il GP Giappone, sedicesimo appuntamento del Mondiale 2023. Costruito all’interno del parco giochi della Honda, proprio in prossimità della cittadina di Suzuka, ha ospitato il primo GP della massima serie automobilistica nel 1987. Di proprietà della Honda e lungo 5807 metri, è l’unico circuito del campionato che è contraddistinto da un layout “8” con relativo con sottopasso e cavalcavia.

Assieme ai circuiti di Silverstone, Spa e Monza, è sicuramente uno di quelli maggiormente amati dai piloti, proprio grazie alla sua difficoltà tecnica dovuta a una singolare varietà di curve e per essere un tracciato “old style”.

Sebbene il circuito di Suzuka abbia sempre ospitato il GP di F1, tranne che in quattro occasioni nelle quali si corse al Fuji (di proprietà di un altro colosso nipponico, come la Toyota), la pista viene tristemente ricordata per il tremendo incidente occorso a Jules Bianchi, il 5 ottobre 2014.

Il pilota francese, a causa delle ferite, finì in coma e morì il 17 luglio 2015
Fonte: Getty Images
La Marussia di Jules Bianchi si è infilata sotto la ruspa. A nulla sono serviti i soccorsi

A causa delle impervie condizioni della pista dovute a una pioggia battente, la Direzione Gara decise far partire i piloti dietro alla Safety Car, per poi fermare la corsa a causa di un testacoda di Marcus Ericsson. Nonostante lo stato nel quale versava il tracciato e il disappunto di alcuni piloti, il GP Giappone ripartì e al 43esimo giro, alla curva Dunlop, uscì di pista la Sauber di Adrian Sutil.

Per recuperare la vettura del pilota tedesco, nonostante la gara stesse continuando, venne fatta entrare una ruspa, in prossimità del guard rail, per portare la monoposto elvetica al di là delle barriere.

Nel corso delle operazioni di rimozioni della Sauber, Jules Bianchi perse il controllo della sua Marussia e impattò violentemente proprio contro il mezzo meccanico, rimanendo incastrato sotto alla ruspa. Il pilota francese, a causa delle ferite di quell’urto finì in coma. Non si riprese mai più e morì il 17 luglio 2015.

Tsunoda vicino alla conferma

Nonostante nella gara di casa non giocherà un ruolo da protagonista, Yuki Tsunoda potrebbe ricevere un bel regalo in Giappone. Secondo alcune indiscrezioni, il pilota nipponico dell’AlphaTauri potrebbe essere confermato nella scuderia con base a Faenza proprio in questo fine settimana.

Quella di rinnovare col 23enne si rivelerebbe la migliore opzione per il team. Sebbene la mancanza di competitività della AT04 abbia limitato le potenzialità dei piloti, a creare maggiore scompiglio sono stati i cambi al vertice. Ecco perché ripartire da Tsunoda, maturo e molto più attento rispetto a un solo anno fa, potrebbe aiutare la scuderia faentina a tornare a battagliare con gli altri team.