Riding Season 2018: il raduno di primavera targato Hells Angels

Foto di Carlo Portioli

Carlo Portioli

Esperto moto e cultura custom

Le moto e la musica, mia moglie e gli amici, la birra e le chiacchere ma più di tutto amo cercare di capire. Le mie opinioni sono espresse dall'alto di niente.

Finalmente una dolce giornata di caldo e luce primaverile accompagna tutti i motociclisti verso il Riding Season, anche quest’anno organizzato all’Idroscalo di Milano dal chapter locale degli Hell’s Angels.

Questo bacino artificiale circondato dal verde oltre il confine est della città è da sempre la piccola, illusoria ventata di mare per chi non può permettersi di prendere e partire, una location perfetta per parcheggiare le moto e godersela in compagnia. Siamo in tanti ad attendere questo evento, rappresenta il momento in cui tornare a correre con il vento che toglie dalle moto e dalla pelle le polveri sottili accumulate nell’inverno.

Come se le file di biker “sul stradùn che portava all’Idroscalo” (cit.) si lasciassero dietro una scia polverosa, tornando a brillare. La capacità di attirare tanti motociclisti, di allargare la partecipazione ben oltre il perimetro dei gruppi MC è sicuramente l’aspetto più evidente di questo evento: qui ormai si ritrova tantissima gente che semplicemente ama la cultura custom, tutto merito del chapter milanese degli HA.

La partecipazione è veramente alta così come il numero di moto presenti, quindi il Riding Season 2018 finisce per essere rappresentativo degli stili custom e delle tendenze in circolazione. Tanti modelli, tanti stili ma quest’anno un vincitore assoluto: il buon vecchio motore Evolution 1340. Sono molte le Harley degli anni 80-90 tornate a illuminare le strade. Tanti i modelli softail originali, motociclette full-custom belle da morire già come mamma Harley le faceva: lunghe, basse e cromate. Il 1340 è un motore moderno, affidabile ma con un fascino che negli anni è tornato a risplendere. Il fascino del motore semplice, quello a carburatori, per intendersi.

Quello che se hai un problema magari con un po’ di manualità e una discreta dose di culo te lo risolvi da te… mica come quelli moderni che se hai un problema devi essere un droide protocollare, connettere il tuo cervello alla centralina e parlare in linguaggio binario per sapere dove sta il problema. Di evo 1340 tanti e molti più softail che dyna. Standard, Heritage, Fat Boy e anche Springer… a volte tirati a lucido, a volte con i segni del tempo, ma sempre splendidi.

Poi ovviamente c’è di tutto e di più. VRod con gomme posteriori pazzesche, Bagger incredibili con cerchi anteriori da 26, Sportster di tutte le età compresi quelli più vecchietti, Touring enormi, e mezzi customizzati in ogni modo. Personal best of show? Un chopper bianco con telaio rigido svedese, forcella infinita e cerchio anteriore da 120 raggi. Roba da mollare tutto, saltarci su insieme a una ventenne hippie e scrivere a casa ogni tanto “tutto bene”. Giusto per non far preoccupare la famiglia e l’avvocato divorzista… che è gente sensibile e sta in pensiero.

Il ride intorno all’Idroscalo, gli stand, le premiazioni di Low Ride… tutto bello e ben fatto, ma mi sono fatto distrarre da una partita dello sport più incredibile del mondo e mi sono perso quasi tutto: pallanuoto ma in kayak. Credo abbia anche un nome. Mi sono interrogato a lungo su cosa spinga la gente a dedicare tempo, soldi e fatica per fare cose assurde. Poi mi sono girato e… vabbè, meglio non giudicare troppo le altrui passioni dall’alto delle nostre pance racchiuse in giubbotti di pelle su moto enormi, rumorose e spesso malfunzionanti. A ognuno il proprio modo di essere felice.