Multistrada è sicuramente una moto molto importante per Ducati, e lo testimonia la cura amorevole con la quale Ducati fa evolvere e migliorare continuamente il progetto. Un primo passaggio importante è stata l’adozione sulla versione 1200 del variatore di fase DVT, che già nel 1200 ha migliorato l’erogazione ai medi regimi lasciando però una leggera flessione un po’ più in alto. Sono leggerezze infinitesimali ma che non sono passate inosservate a una mamma attenta come Ducati.
Ed ecco quindi 1260, una manciata di centimetri cubici in più, il motore diventa esattamente di 1262 cc. ma concentrato nella corsa, rendendola leggermente più lunga, ed è già un indizio della ricerca di una maggiore coppia motrice piuttosto che un indice di potenza assoluta. In questo panorama tecnico si inserisce il sistema di variazione della fase che di fatto modifica i diagrammi di aspirazione e scarico in base al regime di rotazione del motore. Il risultato che si ottiene è duplice: da un lato irrobustire la curva di coppia ai medi regimi, dall’altro serve a rientrare più facilmente negli stretti limiti delle emissioni inquinanti. Potenza e coppia restano sostanzialmente le stesse ma la fruibilità del motore migliora parecchio.
Multistrada 1260 cambia parecchio anche a livello di ciclistica ed elettronica con una serie di interventi mirati a consegnare alla clientela una crossover più matura e godibile. Cambia la forcella, che sulla S è rovesciata con steli da 48 mm, cambia il forcellone monobraccio posteriore più lungo di 48 mm, tutte migliorie pensate per dare più stabilità e migliorare l’assetto. La versione S usufruisce poi delle sospensioni semi-attive Skyhook Evolution regolabili di pari passo con i riding mode. D’altro canto Multistrada è stata una delle prime moto molto “cariche” dal punto di vista elettronico e anche questa versione ha veramente moltissimi “aiutini” a cominciare appunto dai 4 riding mode, per proseguire con il sistema anti impennata DWC e poi il controllo di trazione DTC, ABS cornering che sfrutta il sistema di piattaforma inerziale integrato con la moto programmabile su tre diversi livelli di intervento; non manca nemmeno l’acceleratore ride by wire e il quick shift in inserimento e scalata (questo ultimo appannaggio della versione S)
Cambia poco l’estetica, con il telaio colorato in grigio per tutte le versioni, con i nuovi telaietti integrati in alluminio che reggono la sella e offrono i ganci per le borse laterali senza rovinare la linea, e – mutuate dalla versione Enduro – maniglie di appiglio per il passeggero degne di questo nome.
Prezzi sempre importanti per tutte e quattro le nuove versioni a partire dai 17.990 per 1260, per passare ai 20.390 euro di 1260 S, fino ai 21.150 della 1260 S D-Air. Si arriva ai 24.990 del top di gamma Pikes Peak.