Moto Guzzi, l’affascinante storia dietro l’obiettivo

Nuovo appuntamento per lo speciale dedicato a Moto Guzzi, approfondiamo alcune curiosità non ancora svelate

Foto di Laura Raso

Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Continua la serie di articoli speciali realizzati sulla storia della Moto Guzzi, che proprio quest’anno, esattamente il 15 marzo, ha compiuto 100 anni. Una realtà che per il territorio ha significato moltissimo, e ne scopriremo diversi aspetti insieme, nelle prossime settimane.

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato una gallery di immagini molto interessante e suggestiva, se ve la siete persi vi consigliamo di andare a dare un’occhiata. Per la realizzazione della fotonotizia, abbiamo incontrato Carlo Zuccoli che, insieme a Carlo Borlenghi, è il fotografo autore degli scatti della mostra “I 100 anni dell’Aquila”, dedicata al mito di Mandello del Lario. Avevamo promesso di svelare qualche segreto in più, ed eccoci qui con un altro interessante estratto dell’intervista esclusiva.

Ha realizzato da solo l’intero progetto della mostra?

“No, io e Carlo Borlenghi, con il supporto del Comune di Mandello del Lario”.

Guardando la mostra fotografica, una delle mie prime curiosità, e non solo mia, è stata: da dove arrivano questi splendidi scatti storici in bianco e nero?

“Tutto ha inizio negli anni Settanta, nel periodo iniziale della nostra carriera. Abbiamo avuto la possibilità di accedere all’Archivio Fotografico della Moto Guzzi. Non dimentichiamo che, nei vari passaggi proprietari dell’azienda, lo stesso è andato molto probabilmente distrutto o disperso purtroppo, ad oggi non si sa bene. In quegli anni in cui eravamo ancora giovani, siamo potuti appunto entrare nell’Archivio e abbiamo ri-fotografato delle immagini che ci hanno fatto vedere [straordinario! Da qui arrivano gli scatti in bianco e nero]. Non potevamo di certo portare le foto a casa e quindi abbiamo ‘salvato’ parte del materiale che oggi non esiste più, senza esserne pienamente consapevoli in quel momento”.

E quando avete ripensato a queste fotografie, così splendidamente ricche di storia?

“Quando si è cominciato a parlare del Centenario, lo scorso anno, eravamo nel pieno lockdown; avevamo il tempo per pensare a nuovi progetti, la creatività e la voglia di fare prendevano il sopravvento. E così mi è venuta l’idea di fare qualcosa sulla Moto Guzzi, l’ho detto subito a Borlenghi, siamo andati a riprendere quelle meravigliose vecchie foto, iniziando proprio da lì, dalla storia dell’Archivio che avevamo tra le mani. Riguardandole ci siamo resi conto di quanto fossero splendide, per tanti versi, soprattutto per il significato che portano. Un po’ come nella tua tesi, emerge la tematica sociale e non solo quella legata alla produzione dell’azienda. E dobbiamo dire che sono delle belle immagini, dal grande valore artistico”.

Carlo Guzzi e la Bicilindrica 500
Fonte: Carlo Zuccoli e Carlo Borlenghi
Una foto storica dell’Archivio: Carlo Guzzi osserva la Bicilindrica 500

Oltre alla mostra fotografica, in realtà, avete realizzato un libro. Giusto?

“Sì, in realtà siamo proprio partiti da quello. Ci serviva chiaramente un editore, e abbiamo deciso di contattare Cinquesensi (è di Lucca, ma la titolare è del lago, e conosce molte cose del nostro territorio). Parlando con loro poi il progetto si è ampliato. Abbiamo pensato insieme di aggiungere anche la ‘parte fotografica attuale’, quindi la Moto Guzzi ambientata nei nostri luoghi, con delle foto dei nostri giorni, sia usando come protagoniste le moto d’epoca, sia dei modelli moderni. Viviamo in un posto spettacolare, abbiamo scelto le location più suggestive e abbiamo organizzato questo servizio fotografico”.

Immagino sia stato un lavoro impegnativo, considerando i luoghi scelti e il fatto che abbiate dovuto spostare le moto. 

“Davvero molto impegnativo, perché chiaramente abbiamo dovuto portare fisicamente le moto nel posto giusto, il giorno giusto, con la luce giusta. Le abbiamo trattate, come siamo abituati a fare per il nostro lavoro, come soggetto principale, come fossero le nostre modelle in carne e ossa, e quindi abbiamo lavorato sodo per metterle in luce nel miglior modo possibile. Sono di parte, ma il risultato, secondo me, è stato formidabile”.

Ma di chi sono le moto che vediamo nelle foto? Sono curiosa.

“Abbiamo trovato una collaborazione molto ampia da parte dei collezionisti che ci hanno prestato le loro moto: non è mica semplice spostare una moto storica, dal valore estremo, tenuta come un gioiellino, e metterla a disposizione per il progetto. Loro addirittura ce le hanno trasportate facendocele trovare, la maggior parte delle volte, già a destinazione. Venivano anche i proprietari insieme alle loro moto, ci assistevano e lavoravano insieme a noi, è stato molto piacevole”.

Moto Guzzi, scultura a Mandello del Lario
Fonte: Carlo Zuccoli Carlo Borlenghi
Moto Guzzi, scultura dedicata a Carlo Guzzi a Mandello del Lario

Che ruolo ha avuto il Comune di Mandello del Lario, che da sempre promuove a gran voce la storia della Moto Guzzi?

“Molto importante, non va trascurata infatti la grande collaborazione dell’Amministrazione. Sono stati i primi ai quali abbiamo presentato il progetto. Il Comune si è offerto di creare e rendere disponibili le strutture utili per la realizzazione della nostra mostra. Quando l’abbiamo presentata, avevamo in mente un piano di comunicazione strutturato, che comprendesse la mostra fotografica, il libro e un’azione di marketing e comunicazione mirata a sostegno di quello che poteva diventare un progetto globale. Un lavoro che non coinvolgeva più solo la Moto Guzzi, Mandello e il nostro piccolo territorio, ma tutta la sponda del lago, a cui la Moto Guzzi negli anni ha dato tantissimo. Per questo il Comune ci ha creduto e ha finanziato l’iniziativa. Ci ha fornito i supporti fisici, le strutture sono state fatte realizzare appositamente per noi. L’Amministrazione ha immediatamente accolto il nostro progetto. Riteniamo che il risultato sia già grandioso così com’è, avvalorato dal fatto che è nato tutto in tempi di Covid. Anche per questo abbiamo pensato di organizzare la mostra all’aperto, illuminata anche di sera, con un sistema fotovoltaico. Una sorta di arredo urbano moto importante e suggestivo, in tutti i posti in cui lo abbiamo installato nei mesi scorsi”.

Qual è secondo lei il punto di forza di questa mostra?

“La mostra dedicata ai 100 anni dell’Aquila piace perché racconta Moto Guzzi, e il benessere che ha portato l’azienda. I pannelli sono molto grandi ed essendo bifacciali [molto originali], da una parte a colori e da una parte in bianco e nero, creano un vero e proprio percorso per l’utente in visita. È stata molto apprezzata ovunque, in tutti i Comuni in cui l’abbiamo installata, tra cui Mandello, Colico, Dervio, Bellano, Lecco e in forma minore Lierna, Dorio, Insomma, un po’ tutta la nostra zona. Questo ha fatto da traino anche al libro, che ha più immagini [la mostra è composta da 50 fotografie, 25 pannelli con altrettante foto a colori da un lato e altre 25 in bianco e nero dall’altro]”.

I fotografi Carlo Zuccoli e Carlo Borlenghi
Fonte: Carlo Zuccoli
I fotografi Carlo Zuccoli e Carlo Borlenghi per “I 100 anni dell’Aquila”

Grazie a Carlo Zuccoli Fotostudio Zuccoli e Associati di Mandello del Lario, a Carlo Borlenghi (sito), al Sindaco e all’Amministrazione Comunale, sempre in prima linea quando si parla di Moto Guzzi. La mostra in questi giorni è a Milano, in piazza Città di Lombardia (dal 3 al 12 novembre). Il libro, di cui parleremo a breve, è in vendita sullo store online di Cinquesensi Editore.