Cinema e motociclette: Tappa 3 – i Biker Movies anni ’60

Foto di Carlo Portioli

Carlo Portioli

Esperto moto e cultura custom

Le moto e la musica, mia moglie e gli amici, la birra e le chiacchere ma più di tutto amo cercare di capire. Le mie opinioni sono espresse dall'alto di niente.

L’inatteso ed esplosivo successo de “Il Selvaggio” (1953) diede inizio a un nuovo filone cinematografico che metteva al centro della trama le bande motociclistiche fuorilegge, ma andiamo per ordine.

Nella seconda metà degli anni ’50 la società americana stava cambiando, i giovani erano diventati un target commerciale, i “teenager”, e Hollywood non perse l’occasione di produrre film dedicati a questo nuova audience, raccontando le inquietudini giovanili attraverso storie biker (“Biker Movie” appunto), con l’obiettivo di intercettare attenzione dei giovani cavalcando anche le reazioni scandalizzate della parte più bigotta della società.

Nascono e si affermarono così i film di genere dedicati ai motociclisti fuorilegge, le cui trame spesso banali a sfondo poliziesco sono la scusa per portare sul grande schermo uno stile di vita radicale che attirava attenzione e riempiva le sale. Dal punto di vista cinematografico non si segnalano film che abbiano lasciato il segno, ma esistono almeno un paio di pellicole che meritano attenzione.

La prima è “Hell’s Angels on Wheels” del 1967 con un giovane Jack Nicholson alla guida di un bellissimo bobber nero Panhead con manopole bianche, dove si possono vedere chopper originali “Frisco Style” tra cui spicca un Panhead blu con telaio rigido e scarichi fishtail alti. Il film presenta una carrellata unica dello stile weast-coast anni ’60 fatto di chopper stretti con i loro serbatoi peanut, corti, leggeri, “freak”. Questo film è visibile in versione originale su Youtube.

La seconda pellicola è “Hells Angels 1969” dove è immortalato l’intero chapter di Oakland degli Hell’s Angels in cui personaggi leggendari come Sonny Barger e Terry the Tramp interpretano loro stessi, insieme alle loro moto. Queste due pellicole non hanno nulla da dire in termini di sceneggiatura o recitazione, ma sono una testimonianza unica, un distillato del periodo d’oro degli outlaw motorcycle clubs.

Chopper lisergici, e bobber essenziali lanciati a tutta velocità, “in parata” (in fila per due), sulle highway e nelle main street di piccoli paesi di provincia, usati per spostarsi da una festa selvaggia in qualche clubhouse ai concerti rock delle Summer of Love. Sono immagini che riempiono il cuore e gli occhi di un mondo, ma anche di un modo di costruire motociclette, che non esiste più.

Il recupero del materiale dell’epoca d’oro dei Club MC 1%er americani è oggi un lavoro di collezione e archiviazione importante per tramandare alle future generazioni la storia di questa cultura. Passa dal recupero di filmati e fotografie, immagini e storie, fino alla raccolta dei gilet con i colori originali dei club e il restauro delle moto appartenute ai membri dell’epoca.

La grande dedizione e l’impegno con cui questa attività è portata avanti da Bo Bushnell per il suo Outlaw Archive è visibile sull’account Instagram @outlawmcs. Una miniera unica e preziosissima che ha portato anche alla pubblicazione del libro fotografico “Halfway to Berdoo” dove sono visibili immagini provenienti dall’archivio di personaggi mitici come Mother Ruthe… Ma questa è un’altra storia.