Lockdown, il mercato dei truck pesanti ne risente: immatricolazioni in calo

Il report ACEA mostra che nel mese di aprile si è registrato un calo del 60% rispetto allo stesso mese del 2019

Continua il momento no del settore dei motori. E non solo sul fronte automobilistico, dove le immatricolazioni nei mesi di marzo e aprile sono state praticamente azzerate (cali superiori all’80% a marzo e 90% ad aprile). Anche il segmento dei veicoli professionali ha dovuto fare i conti con un calo di ordinativi senza pari.

Lo dimostrano i report ACEA (acronimo di “European Automobiles Manufacturers’ Association”, Associazione europea produttori auto in italiano), dai quali è possibile ricavare i dati di vendita dei singoli stati dell’UE e un quadro d’insieme di tutti e 27 i Paesi dell’Unione. Nel segmento dei veicoli commerciali pesanti (peso a terra di 16 tonnellate o superiore), si registrano ad esempio cali del 40% e oltre, fatta salva qualche rarissima eccezione. Insomma, in questo segmento l’emergenza scatenata dal nuovo Coronavirus ha avuto un impatto sulle vendite inferiore rispetto al settore automobilistico, ma si tratta di dati che non vanno assolutamente sottovalutati.

In Italia, per fare un altro esempio, nel mese di aprile 2020 sono stati immatricolati 736 camion pesanti contro i 1.934 dello scorso anno, con un calo anno su anno del 61,9%. Situazione decisamente migliore se si analizzano i dati del quadrimestre gennaio-aprile 2020. In questo caso, i mezzi commerciali da oltre 16 tonnellate di peso a terra immatricolati sono stati 5.234 contro i 7.043 mezzi immatricolati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il calo quadrimestrale si è dunque arrestato al 25,7%, performance migliore della media dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

A livello continentale, infatti, il calo delle vendite dei camion pesanti è stato ancora più marcato. Nel quadrimestre gennaio-aprile si è passati dai quasi 100 mila mezzi pesanti venduti nel 2019 (99.851 per la precisione) ai meno di 65 mila venduti nel corso dei primi quattro mesi del 2020. Il calo percentuale, dunque, è stato del 35% circa, con un picco del 57% fatto registrare in Lituania (mentre nella Repubblica d’Irlanda le vendite sono state praticamente le stesse, con un calo di appena l’1%).

Situazione ribaltata, invece, se si analizzano i dati relativi alle immatricolazioni di autobus nel nostro Paese. Nonostante ad aprile si registri un calo delle vendite del 32% rispetto ai dati del 2019 (157 autobus immatricolati nel 2020, 231 autobus immatricolati nel 2019), i dati del primo quadrimestre 2020 sono positivi. Rispetto allo stesso periodo del 2019, infatti, questo anno si registra un aumento delle immatricolazioni dell’1,4%. A livello continentale, invece, le immatricolazioni calano, facendo registrare un -20% rispetto al primo quadrimestre 2019.