Parcheggio auto GPL: tutti i divieti e limiti

Le auto a GPL che rispettano le norme di sicurezza possono essere parcheggiate anche nelle rimesse sotterranee al pari di qualunque veicolo endotermico monofuel

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Fabio Lepre

Giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

La primissima cosa da sapere è che in Italia non esiste un divieto assoluto di parcheggiare veicoli alimentati a GPL in box, parcheggi interrati o autosili. Punto di riferimento sono le normative comunitarie, in particolare il regolamento ECE/ONU 67/01 del 2001, che stabilisce le regole di sicurezza per gli impianti a gas dei veicoli. Questo regolamento impone la presenza sui serbatoi dei veicoli a GPL, compresi quelli a doppia alimentazione, di valvole di sicurezza che limitano la fuoriuscita di liquido in caso di incendio o incidente.

I veicoli dotati di impianto GPL installato dopo il primo gennaio 2001 possono allora essere parcheggiate anche nei piani sotterranei delle autorimesse in quanto le caratteristiche costruttive sono conformi alle normative di sicurezza. Queste normative garantiscono che l’utilizzo dell’intero impianto a gas e dei dispositivi di sicurezza associati sia sicuro e conforme agli standard stabiliti. In ogni caso le informazioni riguardanti la conformità dell’impianto GPL al regolamento sono indicate sulla carta di circolazione del veicolo.

Quali sono le specifiche delle auto a GPL

Il GPL è una forma di carburante alternativo composto principalmente da propano e butano che possono essere compressi in forma liquida per l’utilizzo veicolare. Le vetture alimentate a GPL sono dotate di serbatoi concepiti per conservare questo carburante in forma liquida che si caratterizza per la sua elevata densità energetica e resistenza. Alcune vetture sono progettate per funzionare solo con il GPL mentre altre sono dotate di serbatoio supplementare di benzina per le situazioni di emergenza, con una capacità massima di solito limitata a 15 litri.

Esiste la possibilità di convertire le vetture bifuel (GPL e benzina) in vetture GPL, eliminando il serbatoio di benzina. Questo procedimento richiede l’autorizzazione del produttore del veicolo. In generale, le vetture alimentate a GPL avviano il motore utilizzando la benzina per garantire un corretto riscaldamento, passando poi al GPL una volta raggiunta una determinata temperatura del motore. Mentre alcune vetture possono utilizzare una piccola quantità di benzina durante la marcia a GPL, i modelli più recenti tendono a utilizzare la benzina solo all’avvio e solo in situazioni di elevate velocità. L’utilizzo del GPL come carburante offre benefici in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni inquinanti.

Cosa dice la normativa in vigore

Disposizioni in vigore, il parcheggio di auto alimentate a gas con densità superiore a quella dell’aria è autorizzato solo nei piani fuori terra non collegati a piani sotterranei. Questa normativa è stata introdotta per motivi di sicurezza poiché in caso di dispersione di gas più pesanti dell’aria provenienti dal serbatoio, tendono a rimanere confinati a livello del pavimento senza diffondersi. In presenza di una fonte di accensione, il gas accumulato potrebbe provocare un incendio o un’esplosione con rischi per la sicurezza, specialmente in garage sotterranei dove sono presenti altri veicoli.

Le regole sul parcheggio delle auto a GPL

Le auto con impianti GPL conformi alla normativa ECE/ONU 67/01 del 2001, con tanto di indicazione sulla carta di circolazione, possono essere parcheggiate in qualsiasi autorimessa dotata di adeguati sistemi di ventilazione e rilevazione delle fughe di gas. Questi impianti sono considerati sicuri e non suscettibili di perdite accidentali di GPL. Al contrario, gli impianti non conformi alla normativa, privi della relativa indicazione sulla carta di circolazione, sono ammessi solo nei piani fuori terra delle autorimesse non comunicanti con piani interrati.

Questa disposizione è dettata dalla tendenza del GPL a scendere verso il basso in caso di fughe, creando potenziali situazioni di rischio. I gestori delle autorimesse sono chiamati a esporre la segnaletica necessaria per delineare le restrizioni per le auto a GPL. La violazione può comportare sanzioni e l’esclusione dalla copertura assicurativa in caso di incidenti o incendi. Le stesse norme si applicano ai box condominiali, con la possibilità di ulteriori restrizioni o divieti previsti dal regolamento interno del condominio. Eventuali modifiche al regolamento richiedono il consenso della maggioranza dei condomini.

Infine, nel caso di viaggi in traghetto con un’auto a GPL, occorre dichiarare il tipo alimentazione della vettura al momento della prenotazione e informare il personale di bordo, che provvederà a posizionare il mezzo in una zona dedicata alle auto a GPL o ad altre alimentazioni considerate più rischiose.

La questione sicurezza

Nel caso delle auto alimentate a GPL, le caratteristiche dei serbatoi del gas differiscono da quelle dei veicoli tradizionali alimentati a benzina o diesel. I serbatoi per il GPL sono realizzati in acciaio, a differenza di quelli delle auto convenzionali, che sono in plastica. Questa distinzione comporta una durata limitata dei serbatoi GPL, che devono essere sostituiti periodicamente per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento del sistema. La sostituzione dei serbatoi GPL deve avvenire ogni dieci anni dalla data di collaudo ed essere eseguita da un’officina autorizzata.

Durante la sostituzione, l’officina è tenuta a installare un nuovo serbatoio dotato di dispositivi di sicurezza conformi alla normativa comunitaria che consente il parcheggio anche nei piani interrati delle autorimesse. Per quanto riguarda la revisione dell’impianto GPL, le scadenze sono le stesse previste per le auto a benzina o diesel. La prima revisione deve essere effettuata dopo quattro anni dall’immatricolazione e successivamente ogni due anni. Il costo della sostituzione dei serbatoi GPL è in genere variabile tra i 300 e i 500 euro.

La procedura di revisione delle bombole GPL

Le vetture equipaggiate con un sistema di alimentazione a GPL sfruttano il gas di petrolio liquefatto come carburante conservato nei serbatoi solitamente collocati nel bagagliaio del veicolo. Possono essere installati in seguito all’acquisto del veicolo o sono già inclusi nelle versioni di serie. Nonostante l’efficienza dei dispositivi di sicurezza integrati è indispensabile sottoporre il veicolo a verifiche e ispezioni, tra cui la revisione periodica e il controllo delle emissioni per garantire il corretto funzionamento e la sicurezza complessiva del veicolo.

Secondo le disposizioni normative, le bombole GPL devono essere sostituite entro dieci anni dall’installazione iniziale, indipendentemente dal fatto che siano state installate in seguito all’acquisto del veicolo o siano parte integrante delle versioni di serie predisposte per il GPL.

La spesa per la revisione delle auto a GPL

Il costo della revisione per le auto a GPL è equiparato a quello degli altri veicoli, senza alcuna sovrattassa aggiuntiva. Qualora l’intervento venga eseguito nelle officine della Motorizzazione Civile, la tariffa è di 66,80 euro ovvero:

  • 45 euro per la revisione;
  • 10,20 euro per i diritti della Motorizzazione;
  • 1,80 euro per i costi postali;
  • 9,90 euro per l’IVA al 22%.