Un modo semplice per accendere una moto a spinta

Sembrerà strano ma in alcuni casi si è costretti ad accendere la propria moto a spinta

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Virgilio Motori

Redazione

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Il silenzio, la bandiera si abbassa e un rumore di tacchi che batte l’asfalto prima del boato, del suono gutturale del motore che si accende e parte a tutta velocità verso la prima curva. Era più o meno questa la scena della partenza di una gara di moto di qualche tempo fa. Mettere in moto a spinta era infatti una pratica comune fra i motociclisti e se nelle corse era la prassi, poteva capitare anche per strada che qualcuno corresse fianco alla moto per accenderla saltandoci sopra al volo per partire con slancio.

Certamente, anche questa abitudine è legata ai tempi e in un’epoca dove le motociclette erano prive di elettronica, i metodi per ripartire dopo un’avaria o una riparazione d’emergenza erano più che validi.

Ma come si avvia una motocicletta a spinta? Partendo al presupposto che non ci siamo dimenticati nulla, che ci sia benzina a sufficienza nel serbatoio e che l’interruttore di arresto del motore non sia nella posizione “off”, ecco come procedere. Quadro acceso (girare la chiave), laterali alla moto e non sopra, si seleziona la prima marcia. Si tira la frizione e si comincia a spingere correndo paralleli per lo spazio disponibile o necessario a raggiungere una certa inerzia. A quel punto si sale al volo sulla moto, mollando contemporaneamente la leva della frizione. E’ importante che i due movimenti principali, ovvero la salita e il rilascio della leva, siano ben coordinati. Occorre salire un istante prima di mollare, ma non troppo in anticipo rispetto alla seconda fase, per garantire al motore la maggior spinta possibile e sfruttare la compressione.

In prima, la moto avrà un brusco sussulto, ma inevitabilmente tenterà di accendere il motore che, aiutato da un leggero colpo di acceleratore, farà scoppiare la benzina, accendendosi come col motorino di avviamento. La descrizione tiene conto di una motocicletta in condizioni perfette, e con tutte le parti meccaniche funzionanti. E’ vero però che avviare la moto a spinta potrebbe essere una necessità dovuta a un guasto che, per quanto semplice, può lasciarci a piedi. Ad esempio potrebbe essersi rotto il motorino d’avviamento o potrebbe essersi ingolfata, ma le difficoltà della mossa dipendere più dalla cilindrata. Oltre i 1000 cc la situazione si fa critica richiedendo uno sforzo fisico notevole che non tutti sono in grado di sostenere. Qualora ci fosse, una buona idea sarebbe quella di sfruttare una pendenza in modo da far prendere velocità al mezzo e partire già seduti in sella.

Come abbiamo detto, nelle gare di velocità si partiva a spinta. I piloti effettuavano il giro di allineamento e poi, arrivati sulla casella di partenza spegnevano il motore e si posizionavano per la spinta. Tale manovra consisteva nel inserire la marcia e spostare più o meno indietro la moto per mettere i pistoni in fase, così che al tentativo di avvio, una volta mollata la frizione, essi imprimessero la giusta compressione nel cilindro.

Le motociclette odierne sono talmente avanzate che impediscono quasi totalmente la possibilità di avviarsi a spinta. Anche se i concetti meccanici del motore sono rimasti invariati, la parte elettronica che governa controlli e mappature, agisce sull’alimentazione, la trasmissione e potrebbe non essere possibile partire spingendo.

Per fortuna, alcuni marchi hanno a listino qualche modello molto semplice, dotato del minimo indispensabile come strumentazione digitale o qualche altro sistema che lascia invariate le classiche meccaniche e il motore, come un tempo, ha solo bisogno di una bella spinta.