Cinghia di distribuzione: che cos’è e quando deve essere cambiata

Cinghia di distribuzione: guida alla sostituzione, tempistiche e costi. Tutte le informazioni necessarie per preservare la salute del tuo motore

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Francesco Menna

Ingegnere Meccanico

Laureato in Ingegneria Meccanica, sono un appassionato di motori e musica. Quando non scrivo, suono la chitarra. Il mio sogno? Lavorare nel mondo automotive.

Ogni automobilista, anche il meno esperto, dovrebbe, almeno in linea sommaria e teorica, conoscere il funzionamento dei componenti che vanno periodicamente sostituiti sulla propria vettura. Tra le operazioni che vengono effettuate in ambito di manutenzione ordinaria, cioè quelle da fare regolarmente dopo un certo numero di chilometri percorsi o anni, c’è la sostituzione della cinghia di distribuzione. Ma che cos’è? Qual è la sua funzione?

Che cos’è la cinghia di distribuzione

Per comprendere l’utilità della cinghia di distribuzione, è importante capire che il funzionamento del motore è estremamente complesso: tutti i suoi componenti in movimento hanno un tempismo ben definito da rispettare, con delle precise velocità di rotazione, che consentono al propulsore di funzionare in modo efficiente e con precisione.

La cinghia di distribuzione è una soluzione usata in meccanica per azionare gli alberi a camme, a loro volta collegati alle valvole di aspirazione e scarico, in perfetta sincronia con l’albero motore. In particolare, gli alberi a camme ruotano a una velocità dimezzata rispetto all’albero motore.

Altra soluzione che può essere usata per trasferire il moto è la catena. Quest’ultima è più complessa, ma è anche più duratura. La cinghia di distribuzione, invece, essendo dentata, necessita di una sostituzione che dipende dai chilometri percorsi o dal numero di anni, in quanto i denti sono soggetti a usura, a seguito delle forze esercitate su di essi durante il movimento continuo. In alcune vetture, la cinghia di distribuzione aiuta anche a trasferire il moto alla pompa dell’acqua, utilizzata per la circolazione del liquido di raffreddamento, che serve per abbassare la temperatura del motore.

La cinghia di distribuzione è tipicamente realizzata in materiale elastico, come gomma rinforzata con cordoncini di fibra di vetro o acciaio, che le conferisce resistenza e durata. La sincronizzazione è di vitale importanza, poiché il movimento dei pistoni e la posizione delle valvole devono essere perfettamente coordinati per garantire un funzionamento efficiente del motore. Inoltre, deve essere mantenuta con una tensione adeguata per evitare che si allenti o slitti durante l’utilizzo del veicolo. La tensione è controllata da un dispositivo di tensionamento, spesso una puleggia con un meccanismo a molla o idraulico.

Quando deve essere sostituita

Dal punto di vista tecnico, la periodicità della sostituzione della cinghia varia da veicolo a veicolo. Tuttavia, mediamente, è possibile definire delle “regole” generiche per la propulsione a benzina e altre per i motori Diesel. La maggior parte delle Case automobilistiche consiglia di sostituire la cinghia di distribuzione tra gli 80.000 e i 160.000 chilometri percorsi, per i motori a benzina. Se, però, entro 5-7 anni i chilometri effettuati sono meno, è meglio procedere ugualmente alla sostituzione. Il motivo è presto detto: il degrado non riguarda solo la distanza percorsa, ma anche l’età della cinghia. Trattandosi di un componente elastico, i cicli delle stagioni caldo-freddo lo logorano, oltre all’umidità. Con un motore Diesel è possibile procedere alla sostituzione anche dopo 10 anni o 200 mila chilometri.

Nonostante queste regole generali, è sempre preferibile consultare il manuale di uso e manutenzione del veicolo, in quanto il costruttore specifica nel dettaglio la periodicità degli interventi da effettuare su ogni singolo modello. Se il veicolo viene guidato in ambienti con condizioni climatiche estreme, può rendersi necessario sostituire la cinghia di distribuzione più spesso.

Visto che ogni costruttore monta la cinghia in posizioni diverse, anche la manutenzione richiede differenti processi, che possono variare da veicolo a veicolo. Le prime cose da fare in sequenza sono:

  • staccare la batteria;
  • smontare la testata del motore;
  • bloccare le pulegge dell’albero motore e dell’albero a camme;
  • togliere le candele.

Sarà poi il meccanico specializzato a sapere precisamente dove cercare la cinghia di distribuzione e come provvedere alla sostituzione.

Quanto costa sostituire la cinghia di distribuzione

Sostituire la cinghia di distribuzione, chiaramente, ha il suo costo. Per chiarezza e trasparenza, possiamo suddividere il prezzo totale in:

  • costo effettivo della cinghia: può variare da circa 40 a 170 euro o più, a seconda del veicolo e della qualità della cinghia stessa;
  • manodopera: può costare da circa 250 a 670 euro o più, a seconda delle tariffe orarie del meccanico e della complessità del lavoro;
  • durante la sostituzione della cinghia di distribuzione, potrebbe essere consigliabile o necessario sostituire altre parti, come tenditori, pulegge, guarnizioni e liquidi (ad esempio il liquido di raffreddamento). Questi componenti aggiuntivi influenzeranno la spesa totale.

Considerando questi fattori, il costo complessivo potrebbe variare fra i 300 e i 1.000 euro, senza considerare ulteriori componenti danneggiati, che potrebbero far salire il conto.

Cosa succede se si rompe la cinghia

Qualora si dovesse rompere la cinghia di distribuzione, perché non è stata rispettata la periodicità della manutenzione ordinaria, i soldi da spendere saranno ben superiori ai 1.000 euro ipotizzati nel caso peggiore. Le conseguenze possono essere varie. Come già anticipato, la cinghia di distribuzione è responsabile della sincronizzazione tra il movimento dei pistoni e l’apertura/chiusura delle valvole nel motore. Quando si rompe, questa sincronizzazione viene meno, e i pistoni e le valvole smettono di muoversi in maniera coordinata.

Tutto ciò potrebbe portare i pistoni in movimento a toccare le valvole nel momento sbagliato. Questo contatto causa danni significativi. I pistoni potrebbero colpire le valvole aperte, piegandole o rompendole. Ciò danneggia anche i pistoni stessi. Il risultato si traduce in gravi problemi al motore, tra cui la rottura delle valvole, la deformazione dei pistoni, si rovinano i cilindri e altre componenti.

In tal caso, la riparazione è estremamente costosa: può essere richiesta addirittura la sostituzione del motore (costa svariate migliaia di euro, a volte supera il valore residuo del veicolo), che essendo particolarmente complessa, avrà l’ulteriore conseguenza che il proprietario non potrà usare il veicolo per alcuni giorni.