Imposta Provinciale di Trascrizione: quando bisogna pagarla

Non c'è un solo caso in cui l'automobilista è chiamato a pagare l'Imposta Provinciale di Trascrizione: ecco il quadro completo secondo la normativa aggiornata

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Fabio Lepre

Giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

L’Imposta Provinciale di Trascrizione, conosciuta anche con l’acronimo IPT, è correlata all’acquisto o al trasferimento della proprietà di un veicolo immatricolato in Italia. Questa imposta è legata al riconoscimento e all’iscrizione nel Pubblico Registro Automobilistico, ma non tutti sono tenuti al suo pagamento in quanto sono in vigore esenzioni e riduzioni.

Imposta Provinciale di Trascrizione, che cos’è

L’Imposta Provinciale di Trascrizione è associata all’acquisto di un’auto nuova o usata o al trasferimento di proprietà. Come lascia suggerire il nome, questa imposta è destinata alla provincia di riferimento in cui il veicolo viene immatricolato. Il quadro normativo di riferimento è delineato dal Decreto Legislativo 446 del 15 dicembre 1997. Qui – esattamente all’articolo 56 – si legge che “le province possono istituire l’imposta provinciale sulle formalità di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli richieste al PRA, avente competenze nel proprio territorio“.

L’applicazione dell’imposta segue una tariffa specifica con la possibilità per le province di regolare le tariffe fino a un massimo del 30%. L’IPT è dovuta per ciascun veicolo, a eccezione dei motocicli, al momento della richiesta delle relative formalità.

Come si calcola l’IPT

Nel calcolo complessivo delle spese per l’acquisto di un’auto occorre fare attenzione non solo al prezzo di listino e ai costi degli optional, che in ogni caso rappresentano l’importo maggiore. Occorre infatti tenere conto anche degli impegni economici con il fisco ovvero con il bollo auto e con l’IPT, la cui determinazione si basa sulla potenza del veicolo, analogamente a quanto avviene per il calcolo della stessa tassa di possesso. Per le vetture con una potenza fino a 53 kW (o 72 CV), l’IPT comporta un costo fisso di 150,81 euro. Per ogni kW eccedente si applica un costo aggiuntivo di 3,51 euro.

Provando allora a fare un esempio, per un’auto con una potenza di 88 kW, l’importo dell’Imposta Provinciale di Trascrizione ammonta a 273,66 euro. A questa somma potrebbe aggiungersi una maggiorazione provinciale, che può raggiungere fino al 30% dell’importo totale. Secondo quanto stabilito dal decreto legislativo che ha introdotto questa imposta, le Province hanno il potere di decidere autonomamente sull’applicazione e sulla quantificazione della maggiorazione, il che significa che l’IPT potrebbe variare da un luogo di residenza all’altro.

Il quadro del costo dell’IPT nelle Province italiane

La maggior parte delle Province ha deciso di applicare la maggiorazione massima del 30% sull’Imposta Provinciale di Trascrizione. In ogni caso è pur vero che alcune amministrazioni provinciali hanno invece deciso di ridurre l’IPT di 5 o 10 punti percentuali rispetto alla maggiorazione standard. Non solo, ma in 3 Province l’imposta è completamente azzerata.

Il tutto senza dimenticare la possibilità di fruire di riduzioni e agevolazioni fiscali specifiche relative all’IPT. Ecco allora il quadro dell’ammontare dell’IPT nelle Province italiane

  • +30%: Agrigento, Alessandria, Ancona, Ascoli Piceno, Asti, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Cuneo, Enna, Firenze, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Imperia, Isernia, L’Aquila, La Spezia, Lecce, Lecco, Livorno, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Matera, Messina, Milano, Modena, Monza e Brianza, Napoli, Novara, Nuoro, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro Urbino, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Prato, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Sud Sardegna, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Venezia, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Verona, Vibo Valentia, Viterbo;
  • +25%: Crotone, Ferrara, Sondrio;
  • +20%: Arezzo, Avellino, Benevento, Grosseto, Latina, Reggio, Emilia, Vicenza, Friuli Venezia Giulia (Regione);
  • nessuna maggiorazione: Aosta, Bolzano, Trento.

I tempi di pagamento

L’IPT va versata in occasione della registrazione delle auto. L’elenco delle casistiche comprende:

Quali sono riduzioni ed esenzioni

L’IPT non si applica su diverse categorie di veicoli e transazioni. Le esclusioni comprendono i motocicli, a eccezione delle richieste relative ai motocicli d’epoca, le minivolture, ossia le transazioni in cui il veicolo è venduto da un privato a un concessionario, e i veicoli appartenenti ad associazioni di volontariato.

Le persone con disabilità fruiscono dell’esenzione dall’IPT purché il veicolo sia destinato al trasporto di soggetti con disabilità specifiche. Pensiamo ai disabili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti, ai disabili psichici gravi o ai disabili con grave limitazione alla capacità di deambulazione o pluriamputati. Non sono esonerati dal pagamento di questa imposta i non vedenti e i sordi.

Come richiedere l’esenzione dell’IPT

Per richiedere l’esenzione occorre presentare domanda al Pubblico Registro Automobilistico tramite lo Sportello Telematico dell’Automobilista, fornendo il riferimento legislativo e la documentazione richiesta.

Nel caso in cui il veicolo sia intestato a un familiare con disabilità fiscalmente a carico, è richiesta anche un’autocertificazione che attesti la condizione reddituale. L’esenzione si applica solo ai veicoli con cilindrata fino a 2000 cc – nel caso di vetture alimentate a benzina – o 2800 cc per quelli alimentate a diesel, oppure con una potenza non superiore a 150 kW per quelli elettrici. Dopodiché l’esenzione è riconosciuta per un solo veicolo, ma alcune Province possono estenderla a un secondo veicolo in casi particolari, come furto o perdita di possesso del veicolo originariamente esente.

Per le auto storiche, non è prevista l’esenzione dall’IPT, ma una tariffa ridotta di 51,65 euro senza maggiorazioni. Allo stesso modo, i veicoli speciali, indicati come tali sulla carta di circolazione o nel Documento unico, godono di una riduzione del 25% dell’importo dovuto.

Le agevolazioni fiscali sull’IPT per ogni Provincia

Entrando nei dettagli delle agevolazioni sull’IPT garantite dalle Province, scopriamo l’esistenza di un panorama piuttosto variegato. Il quadro è il seguente:

  • Bari: riduzione IPT auto del 75% per veicoli ad alimentazione esclusiva o doppia (elettrica, gas metano, GPL, idrogeno); riduzione IPT per formalità di veicoli di uso locazione senza conducente, di trasporto pubblico di linea, trasporto pubblico da piazza, trasporto di cose per conto terzi e veicoli per trasporto specifico e trattori stradali;
  • Brescia: Maggiorazione IPT ridotta al 50% per auto elettriche, GPL, metano, idrogeno e altre formalità specificate;
  • Firenze, Roma: IPT senza maggiorazione per veicoli ad alimentazione esclusiva o doppia (elettrica, gas metano, GPL, idrogeno) e altre formalità specificate;
  • Friuli Venezia Giulia: IPT di competenza regionale (Province abolite);
  • Padova, Pesaro Urbino, Potenza, Ravenna: maggiorazione IPT ridotta al 20% per auto elettriche, ibride, GPL e metano;
  • Torino: maggiorazione del 30% per formalità basate su atti non soggetti a IVA e del 20% per formalità basate su atti soggetti a IVA; IPT non maggiorata per veicoli ad alimentazione esclusiva o doppia (elettrica, gas metano, GPL, idrogeno) e altre formalità specificate;
  • Vicenza: IPT non maggiorata per auto ad alimentazione esclusiva o doppia (elettrica, idrogeno, gas metano, GPL);
  • Valle d’Aosta: IPT fissa per la cessione di autocarri o auto usate immatricolate da almeno 5 anni.