Come impennare con la moto?

Impennare con la moto è divertente ma va fatto con le dovute cautele, ecco come fare in sicurezza

Foto di Alex Ricci

Alex Ricci

Divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

A chi ha assistito ad una corsa in moto sarà capitato di vedere qualche pilota alzare la ruota anteriore. Casualmente o di proposito, impennare con la moto è sempre stato un gesto spettacolare e adrenalinico per chi guarda come per chi lo fa. E’ quasi impossibile trovare un motociclista esperto che non abbia mai impennato nella vita e dai ciclomotori alle grosse cilindrate, tutti ci hanno provato almeno una volta.

Ma come si fa a impennare?

Innanzitutto bisogna chiarire che in strada è vietato dal codice, riguarda tutti i mezzi comprese le biciclette, ed è un gesto pericoloso che non va praticato e tantomeno incoraggiato. I professionisti delle due ruote sono allenati e hanno una sensibilità e una gestione del mezzo superiore alla media di chi circola normalmente nei luoghi aperti al traffico. Essi svolgono la loro attività sportiva in aree dedicate e non replicano per strada le manovre fatte in gara o allenamento. Questo permette a chi della motocicletta ha fatto un mestiere di provare o eccedere in evoluzioni in maggior sicurezza.

Certo è che, se impennare è pericoloso per tutti, è altrettanto affascinante capire come si fa. I ciclomotori e gli scooter 50 cc coprono quasi tutti lo stesso range di peso e potenza e la tecnica per impennare è molto simile a quella che si potrebbe provare con una bicicletta con la differenza che non si pedala, ma si usa la manopola del gas. In questo caso anche l’equilibrismo fa la sua parte poiché una volta alzata la ruota anteriore, la durata dell’impennata è determinata dal bilanciamento del peso e dalla spinta del motore modulando il gas. Da fermi o a bassissima velocità, una volta spostato il peso del corpo all’indietro e aiutato il movimento con un colpo di acceleratore, il nostro ciclomotore tende a rimanere sollevato o quantomeno alleggerito all’anteriore. Dopodiché è solo questione di combinazione tra corpo e spinta del motore. Come già detto, è pericoloso e il rischio di cadere è altissimo.

Nel caso di moto di più grossa cilindrata, i principi sono gli stessi, ma non tutte le motociclette sono uguali e reagiscono diversamente a certi comandi. Premetto che le moto impennano, ma non vengono costruite apposta per farlo. E’ chiaro che una moto da enduro o da cross, grazie ad una certa rapportatura delle marce e di pignone e corona, possa facilmente staccarsi da terra e indurre il motociclista ad imparare una guida in totale controllo di questo fenomeno. E’ possibile anche che una moto da gare di velocità e molto potente possa, in casi come l’accelerazione in uscita di curva o in partenza, alzare la ruota davanti, ma senza particolari conseguenze, soprattutto se prontamente rimessa giù. Ci sono moto invece che vengono pensate per il trasporto comodo, senza il principio della leggerezza e con telai che tutto concedono tranne che una guida particolarmente aggressiva. Solitamente sono moto da viaggio, dal passo lungo, con un cambio che sfrutta l’allungo e non la ripresa e dal peso considerevole. Non è escluso che questi mezzi possano impennare, ma per riuscirci potrebbe essere necessaria tantissima pratica e forse non basterebbe, risultando fatale per motociclista e motocicletta.

Moto di grossa cilindrata

Come detto, la dinamica è la stessa, ma con moto di grossa cilindrata si gestisce l’impennata direttamente con la mano sul gas e l’inerzia e la spinta del motore fanno il resto, compreso tenerci in sella. Quando s’imparano certi numeri con la moto, s’impara anche qualche trucco in caso di pericolo e i professionisti della pista sanno molto bene come arginare un’alzata anomala dell’anteriore. Il concetto di una moto da corsa è quello di essere il più veloce possibile nel completare un percorso e ogni volta che la ruota anteriore perde aderenza, oltre a generare un rischio, nuoce alla prestazione. Sulle moto più evolute come la classe MotoGP o Superbike, sono presenti dispositivi di matrice elettronica che evitano in automatico che la moto si alzi o lo faccia troppo. Un escamotage che funziona sempre e soprattutto su modelli che non sono supportati da un’elettronica dedicata è l’uso del freno posteriore. Quando la ruota anteriore si alza inaspettatamente, è sufficiente chiudere il gas, ma ancor più sicuro ed efficace è premere il freno posteriore che agisce direttamente sulla ruota posteriore, l’unica a terra in quel frangente, riportando di colpo la nostra moto in assetto.

Vi sarà capitato di vedere l’arrivo di una corsa e vedere i piloti che per deliziare il pubblico pagante si esibiscono in impennate dopo il traguardo. Celebre è stata l’esultanza di Max Biaggi a Brno nel 1998 che dopo aver vinto il Gran Premio della Repubblica Ceca alzò così tanto la ruota anteriore della sua Honda 500 che rischiò di ribaltarsi pochi metri dopo la bandiera a scacchi.

“Non fu proprio una manovra calcolata. La moto era rimasta in quarta marcia, presi una folata di vento, ma per fortuna fui veloce a mettere il piede sul freno” (Max Biaggi). Come diceva un vecchio slogan, don’t try this at home.