Bologna, il limite a 30 km/h fa discutere

La prima città 30 in Italia è Bologna, ufficialmente dallo scorso primo luglio: c’è qualcuno che non è d’accordo e che giudica il limite di 30 km/h troppo basso

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Laura Raso

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Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Dal primo luglio 2023 è nata la prima città 30 d’Italia: è Bologna, dopo proposte e accordi il sindaco ha confermato le limitazioni al traffico.

Già lo scorso novembre la Giunta comunale della città di Bologna ha preso la decisione di cui si vociferava da tempo; con una delibera ha indetto il nuovo limite di velocità in quasi tutta la cittadina: soli 30 km/h. La stessa amministrazione comunale ha approvato tutte le linee di indirizzo per andare a realizzare il cosiddetto progetto “Bologna Città 30”.

Un nuovo piano che ha un grande obiettivo, ovvero aumentare la sicurezza stradale nell’intero capoluogo reggio-emiliano. Non è la prima metropoli in cui l’amministrazione decide di diminuire drasticamente i limiti di velocità, si affianca ad altre città in cui questa decisione è già stata presa da tempo. Si tenta solo in ogni modo di diminuire il rischio di incidenti su strada (i numeri sono drammatici) e migliorare il livello di sicurezza per chi circola all’interno del Comune.

Lo stesso sindaco della città, Matteo Lepore, ha confermato l’avvio di questa importante limitazione del traffico – i veicoli devono viaggiare a un massimo di 30 km/h per le vie della città. Ci sono altre località europee che da tempo sperimentano questo progetto, e con grande successo.

La sperimentazione

Il primo luglio è partita a Bologna la prima fase di sperimentazione, che durerà fino al primo gennaio 2024: con l’arrivo del prossimo anno entreranno ufficialmente in vigore le sanzioni per coloro che non rispetteranno gli obblighi previsti dalla città 30.

Durante questo periodo, l’amministrazione comunale doterà la città di tutta l’attrezzatura necessaria e si occuperà di eseguire gli interventi utili al nuovo progetto città 30. Serviranno nuovi cartelli stradali, bolloni su strada, nuovi corsi di guida sicura e campagne informative per i cittadini.

Circa il 70% delle strade di Bologna rientra oggi nel nuovo provvedimento città 30, rimarranno un centinaio di strade, piazze e rotonde a 50 km/h. Il sindaco ha promesso inoltre di rafforzare i controlli in tutto il territorio, perché l’obiettivo è “morti zero sulle strade. Vogliamo dare un segnale forte a livello nazionale. Rallentare le auto significa poter dare più spazio alle persone e restituire tempo alle loro vite”.

E aggiunge: “Andando più piano, andremo più veloce tutti quanti, arriveremo a destinazione, ci saranno più aree scolastiche pedonali, più attraversamenti sicuri, piedibus e aree verdi. È un investimento di 24 milioni di euro che mettiamo per rendere più sicure le strade”.

I pareri contrari

L’amministrazione comunale ha parlato comunque di una transizione graduale, siamo ancora in fase di sperimentazione (iniziata da poco più di una settimana) e man mano cambierà la segnaletica. Peccato che già oggi non manchino le difficoltà di rispettare la velocità così bassa.

La Giunta guidata da Matteo Lepore ha approvato il Piano Particolareggiato del Traffico Urbano (PPTU) “Bologna Città 30” per migliorare la sicurezza stradale, promuovere la mobilità sostenibile e aumentare qualità e fruibilità dell’ambiente e dello spazio pubblico.

Sono tante le testimonianze di coloro che sostengono che circolare a 30 km/h è davvero troppo difficile, e il rischio di creare code e rallentare la viabilità è reale. Questo grande cambiamento epocale sta quindi riscontrando parecchie resistenze e lamentele.