Come funziona il differenziale elettronico

Il differenziale elettronico è un componente indispensabile in ogni automobile. Senza di esso, non sarebbe possibile percorrere le curve

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Francesco Menna

Ingegnere Meccanico

Laureato in Ingegneria Meccanica, sono un appassionato di motori e musica. Quando non scrivo, suono la chitarra. Il mio sogno? Lavorare nel mondo automotive.

Il differenziale elettronico, o autobloccante elettronico (E-LSD), rappresenta un’evoluzione tecnologica rispetto al tradizionale differenziale meccanico, introducendo un controllo elettronico intelligente nella gestione della coppia motrice. Utilizza una serie di sensori, attuatori e un’unità di controllo elettronico (ECU) per monitorare e regolare attivamente la distribuzione della coppia in base alle condizioni di guida e alle esigenze del conducente.

Da quali componenti è formato un differenziale elettronico

Un differenziale elettronico è composto da diversi componenti che lavorano insieme per monitorare, elaborare e regolare la distribuzione della coppia. Nonostante ci siano alcune differenze componentistiche fra i vari modelli in commercio, è possibile comprendere gli elementi che ci sono in comune:

  • sensori: rilevano le condizioni di guida e il comportamento delle ruote. I più comuni includono sensori di velocità delle ruote, di angolo di sterzo, giroscopi, accelerometri e sensori di pressione dei freni. Questi dati sono essenziali;
  • unità di controllo elettronico (ECU): è il cervello del sistema. L’ECU elabora i dati provenienti dai sensori e utilizza gli algoritmi di controllo per determinare quando e come regolare la distribuzione della coppia motrice tra le ruote. Può essere programmato per adattarsi a diverse condizioni di guida e preferenze del conducente;
  • attuatori: sono responsabili di applicare le correzioni necessarie alle ruote. Questi possono includere attuatori idraulici o elettromagnetici che regolano la pressione dei freni sulle singole ruote o attuatori elettrici che modificano la distribuzione della coppia motrice attraverso l’uso di sistemi come il controllo di trazione;
  • sistema di frenata: il differenziale può utilizzare questo sistema per applicare la frenata selettiva a singole ruote. Ciò aiuta a controllare lo slittamento delle stesse e a ridurre il sottosterzo o il sovrasterzo durante la guida;
  • interfaccia utente: alcuni modelli di differenziale includono un’interfaccia utente che consente all’automobilista di selezionare modalità di guida o impostazioni specifiche del sistema. Questo può essere fatto tramite un’interfaccia su schermo o tramite comandi fisici nel veicolo.

Il funzionamento nel dettaglio

Per comprendere come funziona un differenziale elettronico, è utile avere una base di conoscenza sul funzionamento di un differenziale meccanico tradizionale. Si tratta di un componente critico dei veicoli con trazione su più ruote (anteriore, posteriore o integrale). La sua funzione principale è consentire alle ruote di girare a velocità diverse durante le curve, mantenendo la stabilità e l’aderenza del veicolo.

Un differenziale meccanico tradizionale ha tre principali componenti: la corona, i satelliti e il pignone. Quando entrambe le ruote girano alla stessa velocità (ad esempio in rettilineo), la corona gira in modo solidale con il pignone, che a sua volta fa girare i satelliti, consentendo alle ruote di girare alla stessa velocità. Durante una curva, tuttavia, le ruote interne ed esterne percorrono distanze diverse. Questo porta a una differenza di velocità tra le stesse. Il differenziale meccanico gestisce questa variazione, distribuendo la coppia motrice tra le ruote in modo proporzionale alla loro resistenza. In altre parole, se una ruota incontra una resistenza maggiore (ad esempio durante una curva), il differenziale invierà più coppia alla ruota con meno resistenza.

Tuttavia, su terreni scivolosi o a bassa aderenza, la ruota con minor aderenza tende a slittare, dissipando tutta la coppia motrice senza generare trazione utile. Un differenziale elettronico va oltre questo principio di funzionamento di base, integrando i componenti già descritti. Tutto comincia dai sensori che misurano il comportamento delle ruote. L’ECU riceve continuamente gli input dai sensori e utilizza algoritmi sofisticati per valutare la situazione della trazione e della stabilità del veicolo.

La centralina determina quando e come applicare le correzioni alla distribuzione della coppia motrice tra le ruote. Questo può essere fatto variando la pressione dei freni su singole ruote, applicando una frenata selettiva o regolando la distribuzione della coppia attraverso attuatori elettronici. Quest’ultima si adatta dinamicamente per massimizzare la trazione, la stabilità e le prestazioni del veicolo. In base al tipo di differenziale elettronico, il sistema attua diverse strategie:

  • a frizione: viene modulata per limitare la coppia alla ruota che slitta. Funziona in modo semplice e affidabile, ma con possibile usura della frizione;
  • a torque vectoring: un motore elettrico interviene per redistribuire la coppia alle ruote in modo indipendente, inviando più coppia alla ruota con maggiore aderenza. Si tratta di una tecnologia più avanzata e precisa, ma con costi più elevati;
  • idraulico: un sistema idraulico modula la pressione e la coppia alle ruote, favorendo quella con maggiore aderenza. Offre un controllo preciso e progressivo, ma può essere meno efficiente in termini di consumi.

In base al posizionamento, i parametri ottimizzati sono diversi. Ad esempio, montandolo all’asse anteriore, migliora la trazione in accelerazione e la stabilità in frenata. Montandolo all’asse posteriore, invece, si favorisce la dinamica di guida e la controllabilità in curva. Il differenziale elettronico rappresenta un sistema evoluto che può apportare notevoli benefici in termini di prestazioni, sicurezza e piacere di guida. La scelta del tipo e della posizione dipende da specifiche esigenze e dal budget.