“Targa anche per le biciclette”: infuria la polemica contro i ciclisti

La polemica dopo l'episodio di una donna investita e uccisa a Milano. "Servono regole"

Una donna investita e uccisa da una bici a Milano, e scoppia la polemica sulle due ruote. Achielle Colombo Clerici di Assoedilizia parte all’attacco: “Bisogna obbligarli a munirsi di un contrassegno di identificazione visibile a distanza, perché ogni mezzo di trasporto deve essere munito di targa quando circola. Lo fanno diversi paesi, dalla Svizzera alla Cina. In ogni caso un mezzo di trasporto deve essere munito di targa quando circola per la pubblica via”.

Ma è giusto rendere obbligatoria la targa per le biciclette? I ciclisti da sempre si oppongono, sostenendo che questo sia un pretesto per introdurre nuovi balzelli per il popolo delle due ruote: basti pensare ad assicurazioni e multe.
 
Nel dibattito è intervenuto anche il sindaco di Milano Pisapia, di solito schierato a favore della bici. Ma stavolta le sue parole non sono accomodanti: “Troppi ciclisti oggi non pensano che non si deve passare con il rosso, perché si mette a rischio la propria incolumità e quella degli altri. Lo vedo tutti i giorni: vanno contromano. Ecco, questo è pericoloso e rischia di provocare una situazione di tensione e anche di fastidio nei confronti della bicicletta che invece è uno strumento favoloso.”
Pisapia prosegue: “E’ da tempo che volevo fare questo appello. Mi sembra giusto dire ai ciclisti: per noi siete fondamentali, stiamo lavorando con le zone pedonali, le zone 30, l’estensione del bike sharing e dove possibile con nuove piste ciclabili, per trasformare la città. Però bisogna rispettare le regole.”
 
Il problema negli ultimi anni è particolarmente sentito: nel 2011 per la prima volta sono state vendute più bici che auto, mentre le due ruote in città sono cresciute esponenzialmente. I conflitti con automobilisti e pedoni sono aumentati di conseguenza, con sempre più cittadini a invocare più sanzioni e controlli per i ciclisti, molti dei quali non rispettano le regole.
A Milano addirittura tassisti e tranvieri hanno chiesto di aumentare i controlli contro i ciclisti che entrano nelle corsie preferenziali per bus e taxi: “Sono un pericolo prima di tutto per se stessi”, ha sottolineato Pietro Gagliardi, dell’Unione Artigiani Taxi. “Dovrebbero essere estromessi dalle corsie preferenziali che sono a scorrimento veloce.”
 
I ciclisti sono oggetto di violenza verbale anche sul web: è noto il caso di un gruppo Facebook, poi chiuso, istigava addirittura a “investire i ciclisti che non usano la pista ciclabile.”
Alberto Fiorillo, promotore della campagna #Salvaiciclisti, nata sul web con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane, commenta, citando le statistiche. “Quello di Pisapia è un appello giusto e legittimo, ma mi piacerebbe che i sindaci delle grandi città e i presidenti delle regioni facessero dieci appelli analoghi ogni volta che sulle strade muoiono ciclisti e pedoni a causa di incidenti con le auto. Quello è un bilancio drammatico: ogni anno sulle nostre strade registriamo 4mila morti.”