Panda Raid 2022: che l’avventura abbia inizio

Jean Samuel e Andrea hanno iniziato la loro avventura nell’immenso deserto in Marocco, il Panda Raid sarà un’esperienza incredibile per i due giovani

Foto di Laura Raso

Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Conoscete già tutti Jean Samuel Rostan, il giovane che abbiamo intervistato mesi fa, che aveva preparato la sua mitica Fiat Panda “vintage”, trasformandola in un camper in cui trascorrere vacanze fuori porta, all’insegna dell’avventura. Oggi ancora lui, insieme al suo amico Andrea Allasia, è partito per una missione incredibile.

Ne abbiamo già parlato la scorsa settimana, ed eccoci al secondo appuntamento con Jean Samuel e Andrea: nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi, i due giovani piemontesi ci hanno svelato prima tutti i segreti relativi alla loro meravigliosa Fiat Panda del 1993, e ora tutto quello che dovremmo sapere sul Panda Raid, una corsa nel deserto che attraversa il Marocco. Un’esperienza incredibile, tra dune e immense distese di sabbia, a cui i due ragazzi hanno deciso di iscriversi con entusiasmo.

Sono partiti alla volta di Almeria, in Spagna, dove il personale della gara ha fatto i controlli di tutte le auto, e si sono imbarcati alla volta del Marocco, per arrivare a Nador, da cui partiranno. Tappa finale Marrakech. Un’avventura senza eguali.

Ci sono dei requisiti particolari che l’auto deve avere per poter partecipare al Panda Raid?

Si ci sono, ma non troppo severi, anzi. È una corsa libera, che dovrebbe essere fatta con estremo rispetto e che porta con sé anche una missione sociale (che dopo vedremo). In ogni caso:

  • le ruote non devono avere un diametro maggiore di 13 pollici;
  • bisogna fare attenzione allo scarico, non fare modifiche esagerate, soprattutto a livello di emissioni sonore e rumorosità: forse in passato qualcuno ha esagerato e ora ci sono dei limiti;
  • l’auto deve essere chiaramente assicurata e quindi deve poter circolare su strada, oltre che collaudata;
  • è possibile inserire il rollbar, aggiungendo sedili sportivi con cinture a quattro punti (non è il nostro caso).

Avete fatto tutto da soli?

Assolutamente no, io e il mio socio che partirà con me non siamo meccanici e non abbiamo mai fatto un’esperienza simile. Ci siamo fatti aiutare da un nostro amico che è un professionista, che ovviamente ha operato tutte le modifiche, il suo contributo è stato fondamentale. Ci hanno dato molte dritte anche i ragazzi del team Omega Verona, che arrivano da anni e anni di esperienze: è una squadra di rallisti che partecipa al Panda Raid da molte edizioni.

Il meccanico è stato fondamentale e di grande aiuto per tutti i lavori, merita una menzione: si tratta di Garage Bouchard di San Secondo. Il nostro amico lavora come meccanico in quest’officina, che è di suo padre, ma sta trasformando la sua passione per la fotografia e i video nel suo lavoro (qui il link dei suoi lavori – PrismaFilms).

Quando partite?

Partiamo martedì 18 ottobre, alle ore 6 circa. Su come arrivare al luogo delle verifiche tecniche in Spagna ci abbiamo ragionato parecchio, abbiamo formulato diverse idee, cambiate una marea di volte. L’idea iniziale era quella di partire insieme ad altra gente, quindi usare una bisarca per caricare più macchine e procedere in questo modo. Ma i team della nostra zona che dovevano partecipare alla fine hanno rinunciato, quindi da soli ovviamente sarebbe stata inutile.

Allora abbiamo pensato a un carrello, sul quale caricare la nostra Panda. Abbiamo iniziato a fare una ricerca per trovarne uno adatto e a buon mercato, pensando di usare la macchina di mio padre, con il gancio traino. È stato lui stesso a sconsigliarcelo: percorrere 1.500 chilometri così sarebbe stato un po’ pericoloso con una normale vettura e non con un furgone o un mezzo più appropriato. Tenendo conto anche dei costi, che per arrivare al porto di Almeria, tra gasolio e autostrada, sarebbero lievitati, non era una buona idea.

Alla fine abbiamo optato per guidare la Panda direttamente da casa; il viaggio sarà di 1.500 chilometri, quindi lo divideremo in tre tappe da 500 chilometri l’una. Il 21 ottobre saremo ad Almeria, si farà un briefing e il personale controllerà le auto, verificando che siano tutte idonee a partecipare. Dopo le spiegazioni sul Raid ci imbarcheremo il giorno seguente in direzione Marocco, arrivando al porto di Nador.

Il Panda Raid inizia il 23 ottobre: si articola in 7 differenti tappe, fino a Marrakech. Il percorso è lungo circa 2.000 chilometri, ogni tappa deve essere raggiunta in un determinato tempo prestabilito e la difficoltà delle varie tratte sarà crescente. Le tappe sono sicuramente complesse – siamo comunque in mezzo al deserto – ma tutte fattibili anche da chi non ha assolutamente esperienza, come noi. Da regolamento vince chi si avvicina di più al tempo imposto, non il più veloce: per ogni tappa ci sono dei tempi da rispettare. Ad esempio 250 chilometri devono essere percorsi in tre ore: se arrivi molto prima sei penalizzato, come chi arriva tardi.

Panda Raid 2022 al porto
Fonte: Team Duchessa - Jean Samuel Rostan
Al porto: partenza per Panda Raid 2022

Una volta raggiunto il traguardo, noi guideremo verso Tangeri (da Marrakech sono circa 500 km), e invece di prendere la nave che riporta tutti nuovamente ad Almeria, per evitare poi altri 1.500 chilometri di guida per raggiungere casa, abbiamo comprato personalmente i biglietti per una nave che ci porterà a Genova, facendo scalo a Barcellona. Il viaggio sarà lungo, durerà circa 50 ore, ma poi da Genova dovremo guidare solo per altri 200-250 chilometri per raggiungere casa.

Il Panda Raid è quell’esperienza fuori dall’ordinario, dedicata a chi vuole divertirsi. Noi abbiamo fatto tutte le modifiche per irrobustire l’auto e evitare problemi già alle prime tappe o magari addirittura di dover mollare per danni gravi. Ovviamente i lavori eseguiti non sono obbligatori, anzi: c’è chi parte dopo un semplice tagliando all’auto. L’organizzazione mette comunque a disposizione di tutti decine di meccanici, molti pezzi di ricambio come sospensioni, molle e altre componenti, per qualsiasi tipo di intervento.

Quanti sono gli iscritti?

C’è un numero limitato di max 360 auto, i partecipanti in totale quest’anno sono 286. Ogni 50 chilometri ci sono dei punti di passaggio obbligatori. Le tappe sono a tempo e vince chi si avvicina di più al tempo esatto stabilito dall’organizzazione, né più né meno. Un’esperienza unica, che consente di staccare la spina dalla quotidianità e immergersi totalmente nella natura estrema, nel mezzo del deserto – nel nulla – per poter visitare dei luoghi incredibili. Ogni macchina ha un GPS che ne monitora la posizione in tempo reale (ecco il link per seguire la gara).

Dove mangerete e dormirete la sera?

Per il pranzo ci arrangeremo durante le varie tratte, una mini sosta con qualcosa di pronto (tipo scatolette) che abbiamo deciso ci porteremo direttamente da casa. Poi a ogni tappa, per la sera, verrà allestito un campo base, dove si troveranno meccanici e altri servizi, più ovviamente una cucina per tutti. Ogni coppia dovrà chiaramente montare la sua tenda all’arrivo nel campo base.

Quando tornerete a casa?

Il rientro è previsto per il 29 ottobre, l’ultima tappa è il 28, con arrivo a Marrakech. Noi abbiamo la nave il 29 alle 18.30, dormiremo da qualche parte (al momento vedremo dove) e poi ci imbarcheremo per due giorni interi di viaggio. Molto probabilmente arriveremo in Italia la sera tardi del 31 ottobre e a casa la mattina presto del primo novembre. Porteremo con noi una macchina fotografica e sicuramente una GoPro, cercheremo di documentare tutto, ma vedremo come fare al momento.

Perché la Panda si chiama Duchessa?

Tutto nasce da un discorso un po’ comico-ironico. Ci ha fatto molto sorridere il nome dell’ex proprietario dell’auto, assolutamente inconsueto e molto antico. Ci ha da subito ricordato quello di un Conte o un Granduca, e proprio da lì ci è venuto in mente di chiamare l’auto Duchessa. Un nome d’altri tempi, dell’Ottocento: da lì è nato tutto.

Il Panda Raid è anche una missione benefica, cosa puoi dirci a riguardo?

In tutte le sue edizioni, al momento 15, la gara ha permesso di collaborare alla realizzazione e allo sviluppo di una scuola bioclimatica per i bambini di Ait Ahmed, e alla promozione del mantenimento delle biodiversità nella foresta di Mesguina. E inoltre ogni equipaggio, noi compresi, porterà del materiale utile per le popolazioni locali, quindi libri e cancelleria per le scuole, ma anche medicine e altro per chi ne ha bisogno. Il discorso sociale e benefico è molto forte e ne siamo orgogliosi.

Buon fortuna Jean e Andrea, che al Panda Raid sono iscritti come Team Duchessa (qui il profilo Instagram dove potete seguirli)! Proprio ieri sera alle 00.33 mi è arrivato questo messaggio: “Ciao! È andata bene, 393 km e 11 ore di guida. È stato spettacolare! La macchina è a posto e noi anche!”. Non avevamo dubbi, avanti tutta ragazzi!