L’auto automatica in tilt per colpa del sale

L'artista James Bridle, come un moderno stregone, disegna due cerchi sull'asfalto che mandano in tilt l'automobile autonoma

Ingegno umano batte intelligenza artificiale delle smart car per k.o.

Mandare in tilt l’intelligenza artificiale delle automobili che si muovono su strada è molto più semplice di quanto si possa immaginare. Basta poco: una scatola piena di sale, un pizzico di ingegno e la semplice capacità di disegnare sull’asfalto due cerchi. Uno continuo, senza interruzioni, abbastanza grande da farci entrare un’automobile e un altro interno, tratteggiato. Se l’automobile in movimento capiterà all’interno del “cerchio magico” si fermerà immediatamente, senza proseguire, nonostante non ci sia alcun impedimento di sorta o pericolo a vietarle di continuare la propria circolazione.

Nessuna stregoneria, anche se il procedimento potrebbe far pensare a un vero e proprio rituale mistico elaborato da uno stregone moderno per annullare il “demone” della tecnologia. Ma, ovviamente, non di magia si tratta, semmai di una beffa ai danni delle smart car e dei loro precisi e attenti sensori. Talmente precisi che appena l’auto smart, in realtà non poi così intelligente, si trova all’interno della trappola non riesce a interpretare i segnali contraddittori che le arrivano dalla strada: la linea tratteggiata è interpretata come un lascia passare, con la possibilità di continuare la marcia, mentre la linea continua l’obbliga a fermarsi. Risultato? Il cervello elettronico della macchina si arrende e nel dubbio si ferma, così come le è stato insegnato dai programmatori, che ancora non hanno trovato una soluzione per le iniziative di burloni e cacciatori di bug capaci di mandare in tilt il complicatissimo, ma ancora limitato, sistema di riconoscimento dei segnali che restituisce la strada, con un semplice stratagemma, tanto facile da attuare da sollevare notevoli dubbi sull’effettiva affidabilità della automobili autonome.

L’esperimento è stato effettuato nei pressi del Monte Parnaso, nella Grecia centrale, luogo dove in antichità si riteneva vivessero Apollo e le muse. Muse che hanno fornito un’ispirazione davvero vincente all’artista James Bridle, autore dell’esperimento artisticoche è riuscito a dimostrare come con un semplice disegno, che rievoca talismani, riti apotropaici e amuleti, sia possibile neutralizzare la più moderna delle tecnologie grazie a quell’estro umano di cui le macchine intelligenti, ma non troppo, non sono ancora dotate.