Targhe svizzere all’asta: cifra record per la numero 10

Circa 190.000 euro: è questa la cifra sborsata nel cantone svizzero di Zugo per accaparrarsi la targa automobilistica con la sigla "ZG 10".

È una cifra record, quella che un tizio sconosciuto ha sborsato a Zugo – città della Svizzera che è anche capitale dell’omonimo, ricchissimo, cantone – nel corso di un’asta che, come oggetto, aveva le targhe.

Qui, dove il PIL pro-capite supera i 150.ooo franchi annui (circa 121.000 euro), è stata infatti organizzata un’asta online dalla motorizzazione locale, per assegnare targhe automobilistiche dai numeri insoliti. La più pagata? Quella che riporta la sigla “ZG 10”, per la quale sono stati pagati ben 233.000 franchi, e cioè poco meno di 190.000 euro.

Una cifra, questa, che supera di gran lunga il record fino ad ora detenuto dalla targa “VS 1“, battuta lo scorso anno nel Cantone per 160.100 franchi (mentre nel Canton Vallese 155.000 euro sono stati versati da un imprenditore per avere il numero 1 sulla targa, in genere riservato alle auto governative).

In Svizzera, al contrario che in Italia e in molti altri Paesi, le targhe sono infatti personali: non seguono infatti l’automobile, ma il suo proprietario. E, spesso, i Cantoni organizzano queste aste per racimolare soldi da destinare poi a opere di pubblica utilità (lo scorso anno, in Canton Ticino, con un’asta sono stati raccolti circa 300.000 euro destinati poi al miglioramento della sicurezza nelle strade).

«Non ce lo aspettavamo», ha dichiarato a Ticinoline Markus Feer, direttore del Dipartimento delle Istutuzioni zughese. Perché, sebbene le targhe coi numeri bassi siano molto ambite dagli automobilisti, una cifra così alta – risultato di un testa a testa tra due agguerriti compratori – non era neppure immaginabile. E ha inaspettatamente contribuito in larga parte al raggiungimento dei 4o0.000 franchi che il Cantone ha in programma di raccogliere da qui a quattro anni.

Perché, sebbene i suoi abitanti siano molto benestanti, le sue casse non versano in ottimo stato: i forfait fiscali offerti a imprese e contribuenti (che pagano solamente il 9% sul loro reddito) hanno prosciugato i conti del Cantone, rendendo necessaria una manovra di rientro di ben 40 milioni di euro. A cui le aste prendono parte, seppure con un contributo minimo. L’aumento della tassazione di un punto percentuale farà il resto.