Unrae, Crisci: “Servono urgenti misure per supportare la transizione energetica”

Abbiamo intervistato il Presidente dell’Unrae, Michele Crisci, per fare il punto della situazione

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Serena Cappelletti

Giornalista e Automotive Specialist

Giornalista, autrice e conduttrice di programmi tv, PR specializzata, sempre nel settore dell'Automotive. L'ultima esperienza l’ha vista responsabile della comunicazione dell'Autodromo Nazionale Monza. Interviste esclusive, prove auto e un nuovo format video: Serena è il volto [e la voce] di Virgilio Motori.

Non cambia la tendenza negativa del mercato dell’auto in Italia, e la dinamica discendente degli ultimi mesi del 2021 viene confermata anche a gennaio 2022. Con 107.814 unità immatricolate, il primo mese dell’anno mostra un calo delle vendite del 19,7%

Abbiamo intervistato il Presidente dell’Unrae, Michele Crisci, per fare il punto della situazione, approfondire le idee di salvataggio e aprire le porte al progetto di svecchiamento del parco circolante italiano, il più vecchio d’Europa.

Al momento sono rimasti completamente disattesi i più recenti annunci della politica sull’importanza della transizione ecologica e sul ruolo del settore automotive; un’assenza di strategia o una scelta voluta?

Inevitabilmente questo silenzio farà ricadere i costi sociali ed economici della transizione esclusivamente su consumatori, lavoratori e imprese e che rischia di relegare l’Italia a una sorta di mercato di “serie B” – in Europa – per diffusione di nuove tecnologie e per anzianità e obsolescenza del parco circolante. Ma andiamo per gradi: nell’ultimo anno, grazie agli incentivi per l’acquisto dei nuovi veicoli a zero e a basse emissioni, le auto cosiddette elettrificate (full-electric, plug-in hybrid e hybrid) sono aumentate del 116% (più che raddoppiando i volumi immatricolati). Sempre nel 2021 sono state rottamate 350.000 vetture, più del 90% con oltre 10 anni di vita e quindi altamente inquinanti e poco sicure, consentendo all’ambiente un risparmio di circa 215.000 tonnellate di CO2 l’anno.

Insomma, seppur in un periodo particolarmente complesso, l’anno scorso sono state poste le premesse per avviare il percorso verso una nuova mobilità più sostenibile. Arriviamo a gennaio 2022: tutto si è inspiegabilmente fermato. Visto il lavoro fatto, è improcrastinabile ed urgente avere un riscontro concreto ai tanti appelli rimasti senza risposta, e alle innumerevoli interlocuzioni che hanno generato rassicurazioni poi disattese, su come il Governo italiano intenda definire, di concerto con le principali Associazioni di settore, l’agenda dei prossimi mesi e anni in termini di incentivazione all’acquisto per vetture di ultima generazione, accelerazione del ricambio del parco circolante, sviluppo delle infrastrutture di ricarica e riforma della politica fiscale del settore‘.’