Suzuki e il design: una storia da raccontare

A Torino il centro europeo di production design di una delle aziende giapponesi più importanti del settore automotive

Foto di Serena Cappelletti

Serena Cappelletti

Giornalista e Automotive Specialist

Giornalista, autrice e conduttrice di programmi tv, PR specializzata, sempre nel settore dell'Automotive. L'ultima esperienza l’ha vista responsabile della comunicazione dell'Autodromo Nazionale Monza. Interviste esclusive, prove auto e un nuovo format video: Serena è il volto [e la voce] di Virgilio Motori.

E’ un’azienda globale con oltre 100 anni di storia, leader nelle vetture compatte, nel mondo del fuoristrada, nelle moto e nei motori marini. Al suo attivo ci sono ben 4 centri stile nel mondo, uno in Italia, due in Giappone ed uno in India (il mercato più grande per Suzuki con quasi il 50% di quota di mercato), che competono e collaborano tra loro. Torino è stata scelta come centro europeo, in quanto fulcro della cultura e della storia automobilistica mondiale, dalle antiche carrozzerie ai centri stile, alle università del design.
Il quartier generale europeo del design Suzuki è stato aperto nel 2009, come base per lo studio del nostro mercato, con un senso estetico e gusto italiano; ingranditosi poi nel 2013 con l’ingresso di uno staff locale, che conta oggi un team internazionale dall’atmosfera familiare, con uffici auto e moto, guidato dal design director Kimihiko Nakada.

Realizzare auto e moto a Torino ed in Europa, origine dei trend automobilistici, crea risultati dai punti di vista diversi a livello stilistico e culturale, un importante valore aggiunto che ci siamo fatti raccontare in azienda direttamente da uno dei protagonisti del team: Cristiano Zanot, senior designer Suzuki.
Oggi l’ufficio si occupa di advanced e production design e crescendo è diventato fortemente competitivo e vincente. Ma prima di entrare nel vivo dell’azienda, vediamo come è stato invece il percorso di Cristiano  e come è arrivato in Suzuki.

Appassionato di auto sin da piccolo – ci ha raccontato Cristiano – disegnavo «macchinine» da quando avevo 2 anni; affascinato da tutti i mezzi di trasporto che muovendosi sembra possano prendere vita, e dall’invenzione più geniale dell’uomo non già presente in natura: la ruota. Di qui il mio percorso di studi a Torino, in una delle due università alle quali ci rivolgiamo per assumere nuovi talenti, lo IED. Primo designer locale, affascinato dalla filosofia, dalle opportunità, dal potenziale del marchio e del nascente studio, sono entrato a far parte di Suzuki nel 2014.”

Come nascono le idee e i progetti? Quanto tempo ci vuole? Quali sono gli spunti che si cercano per creare i nuovi lavori? Ci sono dei segreti?

I progetti – ha continuato a raccontarci il senior designer Suzuki – hanno durata che varia a seconda delle loro caratteristiche: dallo studio iniziale al prodotto finito si impiegano in varie fasi da 3 anni a 6 anni. È un lavoro sia individuale che di team: in Giappone vi sono molti dipartimenti, con i quali collaboriamo attivamente. Essi studiano e pianificano il concetto dell’auto, ossia in linee generali che tipo di prodotto si vorrà creare e posizionare in gamma. Mentre gli ingegneri pianificano il tipo di piattaforma ideale, trovando il compromesso tra funzionalità, estetica e costi, in modo da rendere per nostra filosofia il risultato finale accessibile a tutti. Il nostro compito è di elaborare in base alle informazioni che ci vengono richieste il concetto di design, e di qui creare coerentemente tutte le proposte di stile che fedelmente ne possono derivare. La competizione è intensa ma sempre positiva, dopo la selezione proposte c’è la fase di realizzazione dei prototipi, con le ultime tecnologie digitali e fisiche. Attraverso un lungo percorso di fattibilità, ingegnerizzazione, test, si arriva quindi al prodotto finale. Il segreto è quello di trovare quotidianamente ispirazione dall’osservazione della vita. Per questo spesso viaggiamo, per vedere con i nostri occhi gli stili di vita, i differenti contesti e bisogni della gente, ma anche per partecipare ad eventi del settore (e non) in grado di stimolare la nostra immaginazione. Per apportare continuamente novità, osserviamo dalla natura a tutti settori possibili, per cogliere i trend della società e lasciarci contaminare dai cambiamenti nella tecnologia, architettura, moda, arredamento…Qui risiede anche la differenza tra artista e designer: mentre arte nasce fine a sé stessa, il design serve le persone.

Ogni realtà ha le sue modalità. Quali sono i punti di partenza in Suzuki per la nascita di un nuovo progetto?

Cristian Zanot ci ha ribadito che lo spirito del design Suzuki non è di arrivare dal prodotto all’utente, ma dall’utente al prodotto. Storicamente -ci ha confidato-  abbiamo iniziato costruendo Kei-Car, con dimensioni compatte ma con una forte personalità e con una mentalità user-oriented. Suzuki realizza prodotti semplici e geniali nelle tecnologie (tecnologia AllGrip e Hybrid) facili da usare e adatti alle esigente di tutti, affidabili , di qualità e durevoli. Abbiamo creato in passato segmenti, come la Wagon R (pioniera delle attuali miniwagon giapponesi), e prodotti innovativi, come Vitara e Swift. Analizziamo, anche sul campo, o addirittura ci immedesimiamo come attori nella vita quotidiana delle persone, degli utenti. Analizziamo i loro bisogni: creando “vestiamo” le loro soluzioni. Cercando di superare le loro aspettative: questa è la nostra filosofia.

Tu sei il designer della nuova S Cross – come è nata la linea, il disegno, l’idea? Dove hai preso ispirazione?

S-Cross  è un prodotto globale -ci spiega- e molto importante per Suzuki, venduto in più di 650 mila unità dal 2013, che rappresenta la nostra ammiraglia in termini di dimensioni. Quindi una grande responsabilità. Volevo che l’auto si differenziasse di più, stilisticamente e con una presenza su strada di classe superiore, dal resto della gamma, prendendo quindi più le distanze da Vitara. Più carattere e più dinamicità. È un’auto sicuramente da famiglia, ma volevo che lo stile trasmettesse anche più un utilizzo personale, un’auto da condividere ma verso la quale ci fosse anche più aspirazione da parte del guidatore. Sicuramente di ispirazione sono stati i canoni della classica bellezza italiana e della nostra estetica automotive, quindi fatti di proporzioni bilanciate, superfici ricche e sofisticate. Valorizzandone i tratti distintivi, in quanto ritengo che diversità ed imperfezione siano, come per le persone, valori forse ancora più importanti e caratterizzanti. Un’estetica che ha tratto ispirazione anche dallo studio dell’anatomia nella natura: ad esempio nello sguardo più felino, nella postura migliorata, nelle spalle più alte, muscolose e possenti.

Quali sono le parti della S Cross che ami di più? È autentica alla tua idea iniziale? O hai dovuto sacrificare qualcosa dal passato per introdurre qualcos’altro di più funzionale? Cosa?

Sicuramente – Cristiano ci risponde – la proporzione più premium è il cambiamento che più apprezzo: il cofano più orizzontale appare più lungo, arretrando visivamente l’abitacolo. Il frontale più massiccio, imponente ed intelligente, ricco di dettagli è sicuramente la parte più riuscita. Anche nel posteriore vi è un nuovo equilibrio visivo, con un tocco più marcato sportività. L’idea è stata sicuramente evoluta, specialmente nei dettagli, ma resta sicuramente molto fedele nell’essenza all’originale. Le sezioni esterne un po’ estreme dello sketch iniziale (che serve a “vendere” il sogno) sono state mitigate, per non sacrificare la funzionalità. Alcune modifiche di fattibilità e costi sono state apportate, ad esempio nei fanali posteriori: ma vedendo queste richieste da un punto di vista positivo, danno un valore aggiunto al cliente finale, rendendo il prodotto più accessibile.

Tradizione e Innovazione si sposano con il design della nuova S-Cross. Dove la tradizione e dove l’innovazione

Penso – incalza-  che la tradizione risieda proprio nel rapporto tra funzionalità ed estetica. È nel bagaglio di contenuti che l’auto porta con sé, ricollegandoci alla filosofia del marchio, quindi nel bilanciamento tra la semplicità ed originalità dello stile. Ho cercato di vestirla al meglio comunicandone le ottime caratteristiche all’esterno. A livello tangibile, sicuramente direi le nuove superfici, più piene, sofisticate, prive di “rughe” (le scavature), che la rendano più giovane e durevole nel tempo. L’innovazione sta nel nuovo livello di maturità del prodotto. Con uno stile più adulto, più maschile, più all’avanguardia. Quella più tangibile sta nella tecnologia, nell’illuminazione: i fari taglienti dall’effetto sdoppiato nell’anteriore (impreziositi dai tre elementi interni tridimensionali) e dei fanali posteriori uniti a mo’ di schermo, dall’effetto digitale e pixelato”.

Più grande, linee tese, squadrate…questa la nuova S-Cross. Come mai questa scelta?

Il frontale è più alto, con il cofano rialzato, che esprime maggiore fierezza e dignità. I listelli cromati anteriori e posteriori, a tutta larghezza, sottolineano un centro di gravità più alto. Anche gli angoli sono più marcati ed i passaruota sono più squadrati, in modo da ingrandire visivamente l’auto ed aumentarne il carattere da SUV. La novità rispetto alla precedente S-Cross è stata di invertirne la ricetta stilistica: ora l’auto è più statica ma più SUV nel tema della fiancata, ma più dinamica e sportiva nella silhouette e nella zona del montante C. Gli archi ruota, inclinati e come tagliati al posteriore, sono in armonia con la linea di cintura ed esprimono dinamismo anche da ferma, comunicando le doti stradali. L’insieme è più solido, e dai dettagli paracolpi più robusti e protettivi. Queste scelte, vincenti nella mia riuscita del progetto, sono state adottate per aumentare il valore del nostro prodotto e creare un mix più contemporaneo.

S-Cross è il presente- Come pensi sia il futuro del design Suzuki?

Il presente non è solo S-Cross – ci spiega il designer Suzuki – ma anche Solio ed Alto, disegnate per il mercato giapponese: sono gli altri successi del nostro ufficio che hanno debuttato nel 2021. Le sfide del settore automotive sono grandi, complesse e stimolanti, con cambiamenti epocali: elettrico, nuove forme di mobilità, guida autonoma. Un altro grande cambiamento che ha rivoluzionato il modo di disegnare è stata la pandemia.  Tecnologia, protezione, sicurezza. Il proprio spazio vitale è sicuramente diventato molto importante. Ma come risposta a questa progressiva introversione, il nostro compito è quello di portare attraverso i prossimi prodotti, felicità, gioia nella vita quotidiana, con uno stile di vita sempre più attivo. Il nostro ufficio sarà una sentinella, con un ruolo leader nel definire il futuro del design Suzuki, continuando ad assorbire i trend futuri in Europa Il futuro cambiamento nel design, sarà sicuramente legato all’evoluzione della vita delle persone. Se dovessi scegliere due parole, immagino un futuro sicuramente inclusivo ed ottimistico.

Suzuki S-Cross