L’Unrae: un inizio 2023 promettente in Italia, ma le stime sono prudenti e l’elettrico stenta

Michele Crisci, Presidence Unrae, commenta i dati di gennaio 2023 ai microfoni di Virgilio Motori

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Serena Cappelletti

Giornalista e Automotive Specialist

Giornalista, autrice e conduttrice di programmi tv, PR specializzata, sempre nel settore dell'Automotive. L'ultima esperienza l’ha vista responsabile della comunicazione dell'Autodromo Nazionale Monza. Interviste esclusive, prove auto e un nuovo format video: Serena è il volto [e la voce] di Virgilio Motori.

Gennaio 2023 strappa un sorriso al settore auto in Italia: come spiega l’Unrae (l’associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano), l’avvio del nuovo anno è promettente, grazie a 128.301 immatricolazioni, in crescita del 19% rispetto a gennaio 2022, che tuttavia aveva chiuso con una perdita del 20%. Insomma, una sorta di rimbalzo statistico. Inoltre, rimangono prudenti le stime: 1,4 milioni di unità vendute, con una crescita del 6,3% sul 2022. I motivi? Il mercato resta condizionato da prospettive economiche negative e dalla carenza di prodotto almeno nella prima parte dell’anno, a sua volta causato dalla crisi dei chip innescata dalla pandemia. Il confronto con l’andamento depresso registrato nel primo semestre 2022 dovrebbe, comunque, garantire una crescita a doppia cifra nella prima parte del 2023.

Con quali motorizzazioni? Per l’anno in corso, l’Unrae prevede la tendenza a una lenta crescita dei veicoli elettrici e ibridi plug-in. Le cose miglioreranno, per i veicoli ricaricabili, se verranno pubblicati i decreti del ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica: stanziano 713 milioni di euro per l’installazione, entro i prossimi tre anni, di 13.755 infrastrutture di ricarica elettrica da 90 kW nei centri urbani, e di almeno altre 7500 ricariche super veloci (175 kW) nelle extraurbane.

A questo proposito, il presidente Unrae Michele Crisci è chiaro: “I decreti vanno sicuramente nella direzione giusta per la transizione verso una mobilità sostenibile, che però ha bisogno di provvedimenti mirati anche alla ripresa del mercato. Cominciando dall’inclusione tra i beneficiari di tutte le persone giuridiche senza esclusione. Proseguendo con bonus interi anziché dimezzati. Serve poi l’eliminazione delle soglie del price cap per le auto elettriche. Al massimo, accettabile una soglia unica a 50.000 euro. È ancora necessario un provvedimento che allunghi i termini per il completamento delle prenotazioni ecobonus da 180 a 360 giorni” dice Crisci. “In tema di infrastrutture di ricarica, è urgente una spinta per accelerare l’iter dei recenti decreti sul finanziamento per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e a livello condominiale. Opportuna pure una revisione strutturale della fiscalità del settore, modulando detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali” auspica Crisci. La palla quindi passa al Governo Meloni.

Urge il potenziamento degli incentivi all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante almeno fino al 2026 per privati e aziende, analizza l’Unrae. Su questo tema, è indicativo il caso della Germania, che a gennaio ha visto calare la quota di auto ECV (da sempre la più alta fra i 5 major markets) proprio a causa di una forte riduzione degli incentivi. Serve l’elaborazione di una politica infrastrutturale degli impianti di ricarica elettrica fast e anche per il rifornimento di idrogeno. Necessaria la pianificazione rapida per una riconversione industriale della filiera automotive e della componentistica per riportare il nostro Paese a essere un riferimento a livello europeo.

Tornando alla composizione del mercato auto, sotto il profilo degli utilizzatori, c’è una crescita dei privati inferiore al mercato, con una quota che scende di 5,2 punti, al 61,5%. Leggero incremento per le autoimmatricolazioni, come le km 0, che si fermano al 9% del totale. Il noleggio a lungo termine continua a segnare una forte accelerazione e, con 28.600 immatricolazioni, sale al 22% di share: l’auto in affitto fa da traino. Prosegue il recupero del breve termine che rappresenta però solo l’1,5% del totale mercato. Ottimo andamento per le società che guadagnano mezzo punto e a gennaio arrivano a coprire il 6% del totale.

Tra le alimentazioni, benzina e diesel protagonisti. Con la prima che perde 0,8 punti, al 26,4% di share, mentre il diesel rimane stabile sul 19,1% di quota. Il Gpl guadagna un terzo dei volumi e sale al 10,3%, il metano si ferma appena allo 0,2% del mercato. Prosegue l’ascesa delle ibride che recuperano quasi due punti e salgono al 36,7% di quota, con un 9,7% per le “full” hybrid e 27,0% per le “mild” hybrid.

Osservando la nuova segmentazione, le berline del segmento A confermano il 13,7% di quota, mentre scendono i Suv nello stesso segmento, all’1,4%. Nel segmento B, seppur con volumi in crescita, le berline si fermano al 19,2% e i Suv al 28,5%. Fra le medie, i SUV (con un’ottima crescita in volume) salgono al 18,3% di rappresentatività, le berline si fermano al 4,6%.

Dal punto di vista delle aree geografiche, il Nord Ovest conferma la leadership, al 31,4% di quota, seguito dal Nord Est al 27,5%. Il Centro Italia sale al 24,1%, l’area meridionale e le isole perdono mezzo punto, fermandosi rispettivamente all’11,5% e al 5,5% del totale mercato. Le emissioni medie di CO2  delle nuove immatricolazioni in gennaio crescono del 2,2% a 120,7 g/km.

Crolla la quota delle auto elettriche pure (BEV), al 2,6% del totale, riescono a tenere le plug-in (PHEV) al 4,7%; le ECV nel complesso scendono in gennaio al 7,3% delle preferenze. Siamo sempre ultimi in Europa in fatto di elettriche. Continua anche a gennaio il trend positivo del mercato dell’auto in Europa che con 911.064 immatricolazioni registra un aumento del 10,7%, e archivia il sesto mese consecutivo di crescita. Ma il nostro mercato resta maglia nera nella classifica delle auto ECV (elettriche pure e ibride plug-in): con una quota del 7,3% l’Italia è superata ampiamente dalla Francia con il 22,3%, dal Regno Unito con il 20%, dalla Germania al 15,0% nonostante la sua forte discesa (era al 21,6% a gennaio 2022), ed è ancora distanziata dalla Spagna con l’11,2%.

“Con l’approvazione definitiva da parte del Parlamento Europeo del divieto di vendita di auto nuove con motori endotermici dal 2035, i posti di lavoro coinvolti, qualche decina di migliaia, potranno non solo essere convertiti ma se ne potranno aggiungere anche altri” commenta Crisci. “Serve accogliere queste tecnologie e l’innovazione, tranquillizzando i consumatori sui prezzi: le auto elettriche non saranno solo per i ricchi, perché l’aumento graduale dei volumi di produzione contribuirà ad abbattere i costi e i relativi prezzi, il ruolo degli incentivi è di abbreviare i tempi. Per questo, nei prossimi mesi e anni la transizione energetica dovrà essere accompagnata da un’agenda di Governo, economica e politica, in grado di supportare efficacemente lo sviluppo, anche da un punto di vista sociale e occupazionale.”