La speranza di queste settimane era che, con l’apertura generale delle varie attività commerciali dal 4 maggio, e altre dal 18, il mercato auto si riprendesse dopo la crisi senza precedenti che lo ha colpito a marzo e aprile, a causa delle misure di contenimento del Coronavirus.
E invece purtroppo dobbiamo constatare che il settore non è ripartito come speravamo, il primo mese di riaperture delle concessionarie italiane vede un totale di 99.711 auto vendute, il 49.6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, la situazione resta molto critica e desta non poche preoccupazioni. Le immatricolazioni totali nei primi 5 mesi dell’anno sono state 451.366, la perdita è di quasi 460.000 unità e quindi un calo superiore al 50% rispetto all’anno scorso. Questo è il motivo per cui gli operatori della filiera chiedono un piano di aiuti e misure per il sostegno della domanda.
Il Centro Studi Promotor ha fatto una prima stima calcolando una perdita di fatturato pari a 8.3 miliari. A questi bisogna aggiungere anche 1.8 miliardi di minor gettito Iva. Nel caso in cui le vendite dovessero assestarsi allo stesso ritmo di questi primi mesi fino alla fine dell’anno, allora le immatricolazioni a fine 2020 potrebbero non superare le 950.000 unità vendute, il calo del fatturato sarebbe quindi di 17.4 miliardi rispetto al 2019 e quello del gettito Iva di 3.8 miliardi.
Il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano sottolinea: “Il dato di maggio è drammatico, ancora più disastroso se si considera che è dovuto anche a ordini rimasti inevasi alla fine di febbraio, ultimo mese di andamento normale”. Il piano di incentivi è assolutamente necessario, e non esclusivamente per i veicoli elettrici e ibridi, al momento infatti è aumentato solo il fondo che garantisce l’Ecobonus ai cittadini italiani che decidono di rottamare il vecchio veicolo per un modello elettrificato.
Michele Crisci, presidente dell’Unrae, continua a ribadire, come nei mesi scorsi, che questa crisi per il mercato auto non ha precedenti e che il calo degli ordini di maggio è minore del 60% rispetto a un anno fa. Crisci lamenta “l’assoluta e incomprensibile sordità e indifferenza della classe politica”. Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, accusa le istituzioni “di non voler riservare un posto al nostro comparto nel futuro del Paese e di dare espliciti segnali di ostilità e discriminazione”. Si cercano delle vere e proprie soluzioni per cercare di arginare quanto prima questa crisi senza eguali. (Fonte ANSA)