Viaggiare con la musica è un piacere. E anche nel traffico caotico delle città può aiutare a rilassarsi. Per questo, è utile sapere che, in auto, è possibile collegarsi alle web radio. Il motivo? Si tratta del sistema multimediale dei modelli di macchina nuovi che integrano computer, navigatore, vivavoce, radio, più applicazioni varie degli smartphone. Proprio alcune di queste app permettono di ascoltare la radio, collegandosi a Internet.
Cominciamo dai pregi. Se l’onda FM può sporcarsi di tabto in tanto, la radio web è sempre pulita, purché, questo è ovvio, ci sia connessione Internet. E si può ascoltare di tutto: musica, sport, notizie, discussioni e commedie in onda da ogni continente. Decine di migliaia di stazioni.
Il primo dei difetti, invece, è che in qualche galleria (non in tutte) il segnale web si perde, e così la radio online diventa muta d’improvviso, salvo ripresentarsi non appena si avrà nuovamente connessione Internet.
Secondo, la qualità del suono non è di per sé perfetta solo perché arriva online. Dipende dalla quantità di dati nel segnale (talvolta, qualcosa non quadra a livello di congestione della Rete, e si hanno fastidiosi blocchi d’improvviso). Conta parecchio anche la compressione applicata. Incidono, va da sé (e questo vale per qualsiasi radio), il tipo di altoparlanti in macchina, così come l’eventuale presenza di amplificatori ed equalizzatori (e la capacità del guidatore di sapere gestire con intelligenza il sistema hi-fi).
Ma il terzo problema è il più pesante. I servizi di musica online consumano molto traffico web. La “banda” viene messa sotto stress. E il famoso tetto mensile per gli abbonamenti flat (generalmente 1 GB, talvolta 2 GB) può essere raggiunto con relativa facilità.
Tutto dipende dalla quantità di dati contenuta dal segnale digitale. Ma occorre fare la massima attenzione, specie se si arriva al tetto previsto di 1 GB. Perché si abbia diritto a un nuovo GB, occorre attendere il mese successivo: e per tutti i giorni restanti, come si ascolta la musica in auto? E come si naviga? Serve “ricaricare” il piano con un nuovo GB: altri 5 euro, per esempio. E così ogni volta che il GB finisce: un gioco piuttosto costoso, specie in epoca di crisi…
(a cura di OmniAuto.it)