Correva l’anno 1978 quando la Ritmo fu prodotta per la prima volta dagli stabilimenti Fiat di Rivalta. La casa automobilistica di Torino si era trovata a rincorrere il successo della Volkswagen Golf GTI, una due volumi a tre porte che aveva entusiasmato il mercato e gli amanti della guida sportiva.
Rallentati da una crisi economica galoppante, remore e dubbi vennero finalmente messi da parte quando si capì che la più importante casa automobilistica italiana doveva guardare oltre e osare ed esattamente 40 anni fa la Fiat presentò la Ritmo che venne immediatamente accolta con grande calorosità.
Stemma della Fiat coronato d’alloro, livrea – per l’epoca – sinuosa e accattivante, sedili comodi e avvolgenti, volante regolabile in altezza per rendere l’esperienza di guida sempre più piacevole e pedale dell’acceleratore privato del rivestimento in gomma e reso più ampio e comodo, così da assaporare le nuove performance garantite da un motore di tutto rispetto, il bialbero a camme in testa di 1.585 cc che già era stato utilizzato con ottimi risultati su altre vetture Fiat e Lancia. Queste le principali caratteristiche di una nuova vettura che da subito suscitò la curiosità e i desideri d’acquisto degli italiani, pronti ad abbandonare le lusinghe della Golf pur di avere la Ritmo.
Trazione anteriore, sospensioni a ruote indipendenti e cambio manuale a 5 marce, l’impostazione meccanica fu studiata per venire incontro alle abitudini di guida degli italiani, particolarmente refrattari a cambiamenti radicali. Basti pensare che inizialmente ci fu chi rimase stupito dalla realizzazione dei paraurti sintetici integrati al corpo vettura, fattore che fu interpretato male, non furono in pochi a pensare che l’auto ne fosse del tutto sprovvista.
Progettata fin dal 1972 come evoluzione della 128, gli ingegneri della “Fabbrica Italiana Automobili Torino” impiegarono 6 anni per completare i lavori. Il Centro Stile Fiat, guidato all’epoca da Gianpaolo Boano cercò di intercettare le esigenze delle nuove famiglie degli anni ’70 in difficoltà dopo anni di crisi economica e desiderosi di assaporare libertà e agiatezza. Il risultato fu eccellente e solo per un soffio la nuova Ritmo non venne riconosciuta come auto dell’anno, titolo che quell’anno si aggiudicò la Smica Horizon, arrivando però seconda.
Per la prima volta nella storia della Fiat venne anche utilizzato un sistema di assemblaggio automatico, pratica oggi ampiamente utilizzata in tutti gli stabilimenti internazionali. Oggi la Ritmo rimane una delle vetture più apprezzate del parco auto della Fiat, un auto cui è legato un pezzo di storia d’Italia e del periodo storico, a ridosso tra gli anni ’70 e anni ’80, che vide cambiamenti epocali nelle abitudini e costumi degli italiani.