Da sostanza pericolosa a risorsa economica. L’olio lubrificante, fondamentale per il buon funzionamento del motore, una volta esausto rappresenta un una potenziale fonte di inquinamento molto dannosa per l’ambiente. Ma tale sostanza può essere tramutata in una risorsa economica. Il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (il CONOU) ha realizzato una ricca elaborazione basata sui dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un punto di riferimento per comprendere le innumerevoli e ricche opportunità che si nascondono dietro il recupero di questa sostanza.
Secondo le stime, ogni automobile contiene almeno 4 chili di olio motore. Moltiplicando tale cifra per i circa 45 milioni di veicoli circolanti in Italia emerge che solo nel nostro Paese vi sono quasi 200.000 tonnellate di olio lubrificante da smaltire. Quasi il 60 % di tale olio diviene recuperabile. L’importanza di riciclare questo materiale è quasi ovvia. 4 chili di olio esausto, il corrispettivo contenuto in un paio di automobili possono deturpare in maniera profonda una superficie pari a quella di un campo di calcio.
Se per assurdo si sversasse tutto l’olio presente nelle automobili italiane si arriverebbe a inquinare una superficie grande più di 150mila chilometri quadrati, una porzione mostruosa grande quanto tutto il Mar Tirreno.
Grazie al lavoro che svolge il consorzio viene rigenerato il 98% degli oli di scarto, valori davvero incoraggianti che fanno del nostro paese leader europeo nel riciclo della pericolosa sostanza e che ci vedono in netto anticipo rispetto alla soglia dell’85% prevista dal Pacchetto sull’Economia Circolare diramato dall’Unione Europea.
Nell’ultimo anno sono state rigenerate più di 110mila tonnellate di oli esausti, un’ampia fetta di queste sostanze, quasi 72.000 tonnellate, sono state trasformate in nuove basi lubrificanti, il 12% è stato trasformato in bitume e l’8% in gasolio. Riuscire e riciclare significa anche risparmiare ingentissime somme di denaro. Utilizzare olio rigenerato consente di evitare importazioni di petrolio, principale prodotto per la realizzazione per la produzione di nuovi oli lubrificanti. Negli ultimi 30 anni il riciclo dell’olio ha permesso di risparmiare più di 3 miliardi di euro facendo così di una pericolosa sostanza un’opportunità di risparmio, nel segno dell’ecosostenibilità.